Firenze, 7 marzo 2014-– Sono 101.076, le imprese femminili della Toscana (il 24,4% delle imprese totali, pari a 414.563) e nel corso del 2013 sono aumentate di 818 unità, per un tasso di crescita dello 0,8%, mentre le imprese non femminili sono cresciute dello 0,2% (+497 unità). La Toscana è terza nella classifica delle regioni italiane più dinamiche in termini di imprenditorialità femminile (dopo Lazio +1,1% e Lombardia +0,9%) e risulta molto più dinamica della media nazionale che si ferma allo 0,2%.
A tale risultato ha contribuito soprattutto la componente straniera (+7,0%), mentre l’imprenditoria femminile di origine italiana è stabile sui livelli dell’anno precedente (andamento comunque migliore rispetto al calo verificatosi a livello nazionale). E’ ciò che emerge dall’Osservatorio sulle imprese femminili, frutto della collaborazione tra l’Ufficio studi di Unioncamere Toscana e il Settore Imprenditoria femminile e politiche di genere della Regione Toscana per l’anno 2013. “Ancora una volta il rapporto dell'Osservatorio sulle imprese femminili curato da Unioncamere Toscana, in collaborazione con la Regione, ribadisce la grande vitalità delle imprenditrici toscane – dice Stefania Saccardi, Vicepresidente della Giunta Regionale Toscana - L'ultimo dato disponibile e riferito all'anno precedente mette in risalto una regione saldamente ai primi posti a livello nazionale in termini di dinamica di crescita di imprese rosa.
La Regione, oltre a essersi dotata ormai da qualche anno di una legge sulla Cittadinanza di genere (la numero 16 del 2009) che ha lo scopo di mettere a disposizione tutta una serie di strumenti per affermare e rendere concreta la parità di diritti in tutti gli ambiti di vita e lavoro, promuove azioni e accordi con istituzioni ed enti per allargare ancora di più gli spazi in cui le donne possono mettere a disposizione e sfruttare le proprie conoscenze e potenzialità. Adesso, anche alla luce di quanto sta avvenendo a livello politico nazionale, e mi riferisco in particolare all'ultima versione della legge elettorale e al rispetto effettivo della parità di genere, auspico che questo rispetto si traduca in fatti ed azioni concrete.” “Le imprese femminili si confermano la parte più dinamica del sistema imprenditoriale - è il commento di Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana - La Toscana, in questo momento, ha bisogno delle migliori energie e la risposta che le imprese femminili stanno dando alla crisi è un fatto inconfutabile che ci rassicura sul futuro.
Certo è che l’economia ha bisogno di nuovi stimoli, di persone fortemente motivate e che credano nelle loro capacità, come accade spesso nelle imprese femminili. Nonostante i segnali di ripresa siano flebili, le opportunità ci sono, soprattutto in settori come quello dell’accoglienza turistica, ed è dovere delle istituzioni creare le migliori condizioni per sostenere le donne imprenditrici, con mirate politiche del credito e della semplificazione che possano andare incontro alle loro esigenze.” “I dati dell'osservatorio sull'imprenditoria femminile, relativi al 2013, che collocano la Toscana ai primi posti per crescita di imprese al femminile – dice Gianfranco Simoncini, Assessore alle Attività produttive e Lavoro della Regione Toscana - confermano un fenomeno del quale avevamo avuto alcune importanti avvisaglie.
E' un fatto positivo, che rassicura sulle scelte che compiute dalla Regione negli ultimi anni, puntando molto sulla nascita e sul sostegno alle imprese “rosa”. Lo abbiamo fatto varando, fra l'altro, una legge per l'imprenditoria femminile (e giovanile), in un momento difficile, consapevoli delle ricadute positive che ciò avrebbe comportato anche in termini di occupazione. I risultati ci stanno dando ragione, anche se non è tempo di dormire sugli allori, perché dalla crisi, purtroppo, non possiamo ancora dirci fuori.
Grazie alla legge 21, dal 2011 alla fine del 2013, sono stati stanziati complessivamente 21,9 milioni, per 1733 imprese che hanno fatto domanda, di cui 1441 sono state ammesse alla garanzia. Di queste, circa la metà sono imprese femminili. Non sono grandi numeri, ma credo che si tratti di un dato significativo, prima di tutto in termini di qualità, perché grazie a questo strumento è stato possibile non disperdere ma valorizzare la propensione all'innovazione e al dinamismo di cui le donne sono quasi sempre portatrici.
Tutti elementi preziosi per il rilancio di un sistema produttivo che ha bisogno di trovare, in fretta, nuove strade per ripartire.” L’IMPRENDITORIA STRANIERA VOLA Il 12,4% delle aziende femminili toscane è guidato da donne straniere, una percentuale molto più alta della media nazionale (8,2%). Sono 12.500 le imprese straniere «in rosa» e rappresentano un quarto di tutte le aziende straniere che operano sul territorio regionale (48mila). Sale a 9.400 il numero di imprese guidate da extra-comunitarie, contro le 3mila condotte da donne della Comunità Europea.
Tantissime le imprese individuali toscane con a capo donne di origine cinese (4.100), mille quelle guidate da romene e a seguire 500 marocchine, 400 nigeriane, 300 tedesche. La Toscana - terza nella graduatoria italiana subito dopo Lombardia ed Emilia Romagna - è una delle regioni in cui l’imprenditoria femminile straniera cresce di più (+827 imprese, +7,0% contro una media nazionale del +6,1%). Meno dinamico della media italiana invece lo sviluppo dell’imprenditoria straniera non femminile, che in Toscana si ferma al +3,4% (contro il +4,7% nazionale). TURISMO E ATTIVITA’ INDUSTRIALI ATTIRANO IMPRESE «ROSA» Delle 101mila aziende femminili con sede in Toscana, circa 66mila operano nei servizi, di queste ben 27.696 nel commercio e altre 10.134 nel turismo.
Nel 2013 i settori in cui le imprese femminili si sono sviluppate di più sono state le attività turistiche di alloggio e ristorazione (+311 aziende), le industriali (+188), le finanziarie-assicurative (+142) e il commercio (+139). Ma se l’incremento delle attività turistiche è collegato principalmente al contributo delle italiane (+232 aziende femminili italiane e +79 straniere) e lo stesso vale per le finanziarie-assicurative, è invece tutto riconducibile alle straniere l’aumento delle imprese «rosa» nell’industria (+250 straniere e -61 aziende italiane) e nel commercio (+250 straniere contro -111 italiane).
SEMPRE MENO IMPRESE GUIDATE DA «GIOVANI» In Toscana - alla fine del 2013 - si contano 41mila aziende «giovanili», cioè guidate da persone con meno di 35 anni, di cui il 28% da donne. Le imprese femminili “giovanili” sono in Toscana circa 11.600, in pratica un’azienda femminile su dieci è condotta da under 35. Il bilancio positivo delle imprese “rosa” non è però riconducibile alle più giovani: nel 2013, infatti, le aziende femminili giovanili sono diminuite (-88 unità, -0,8%), mostrando comunque una dinamica meno negativa rispetto alla media delle regioni italiane (-1,4%).
Le aziende non femminili condotte da under 35 sono invece calate in tutte le regioni - tranne il Lazio - ma soprattutto in Toscana (-1.782 imprese, -5,7% contro una media nazionale del -3,7%), Emilia e Piemonte. L’agricoltura delle Pari opportunità e i risultati dell’indagine e della presenza degli imprenditori stranieri in toscana. Se ne parla domani in occasione della Festa della Donna, nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio (10,30) dove interverranno Maria Federica Giuliani, presidente commissione Pari Opportunità; Gianni Salvadori, assessore regionale all’Agricoltura; Maria Cristina Rocchi, responsabile regionale Donne Impresa Coldiretti che organizza l’evento.
Dagli olii essenziali di Johanna, nata a Bogotá al vegetal desig di Lady Alison, dal miele carioca Dop di Jacqueline passando per l’ex bancaria tedesca, Sabine, che oggi produce olio extravergine sulle colline fiorentine, agli ortaggi di Wanna, thailandese, fino alla ciuco-terapia di Herta a Campiglia Marittima. In Toscana sono 2.392, il 13,8% del totale di imprese che operano in Italia. Di queste quasi la metà, 1 su 2, vede le donne assolute protagoniste. Lavorano e sono il motore dell’azienda di cui sono titolari contribuendo alla vitalità imprenditoriale e multiculturale di una delle regioni più “straniere” d’Italia, facendo coincidere i tempi della famiglia e della vita privata con il ciclo della campagna e contribuendo allo sviluppo economico del territorio in cui vivono.
Nell’ambito dell’evento sarà aperto anche il salone “Quando il Made in Tuscany viene da lontano”: in vetrina i prodotti e le storie delle donne, presenti per l’occasione, che si sono affermate nella nostra regione o hanno trovato il riscatto dedicandosi all’agricoltura diventando spesso pioniere. A fianco del salone saranno divulgati i dati relativi alla presenza degli imprenditori agricoli stranieri in Toscana ed il risultato dell’indagine sul Made in Tuscany in mani straniere considerato da 7 toscani su 10 “uno scippo”.
Al termine dell'iniziativa ci sarà un agri-buffet con i prodotti del Made in Tuscany multietnico.