Quasi 100 mila imprese toscane condotte da donne, il 23,8% del totale. Questo il dato relativo al 2010 evidenziato dall’analisi condotta da Unioncamere Toscana nell’ambito dell’Osservatorio sulle Imprese Femminili, in collaborazione con la Regione Toscana. “I dati – ha commentato l’assessore al welfare e alle pari opportunità Salvaotore Allocca – non fanno altro che ribadire il grande contributo alla nostra economia delle donne che decidono di mettersi in gioco.
Analizzando questi numeri viene confermata la loro capacità di rischiare nei momenti di crisi e la loro propension e all’innovazione e alla flessibilità uniti ad un elevato livello di preparazione, competenza e qualificazione”. L’assessore ha poi ricordato le azioni condotte dalla Regione in collaborazione con altri soggetti in questo ambito. “Da tempo l’obiettivo è sviluppare al massimo queste loro doti con progetti che si sono affermati. Qualche settimana fa abbiamo presentato i risultati di ‘Busy Ness Women’, realizzato insieme a Unioncamere per creare un più stretto collegamento tra imprenditrici esperte ed aspiranti.
Senza trascurare Progetto Vivaio Imprese, creato con la Provincia di Firenze,oppure il percorso avviato con Fidi Toscana nel 2009 per agevolare l’accesso al credito che ha permesso di sostenere quasi 200 imprese. Infine – ha concluso – vorrei sottolineare il contributo dell’imprenditoria femminile straniera, sempre più in crescita negli ultimi tempi, a conferma della capacità attrattiva della Toscana per coloro che decidono di investire nel nostro territorio”. Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini – Presidente Unioncamere Toscana “La fotografia che esce dall’analisi condotta da Unioncamere Toscana è quella di una realtà femminile dinamica, fatta di imprese che nascono e si strutturano nonostante le difficoltà congiunturali, a conferma del fatto che le donne costituiscono una risorsa importante per lo sviluppo della nostra regione e per la crescita del relativo tessuto imprenditoriale. Un maggiore coinvolgimento della componente femminile nel mondo del lavoro, come sottolineato anche in ambito europeo, è dunque indispensabile, e può avvenire anche ampliando e incoraggiando le possibilità di fare impresa. In questo quadro, occorre evidenziare tuttavia due aspetti.
Il primo riguarda il fatto che, almeno in parte, la crescita verificatasi nel 2010 dipende anche dalle conseguenze della crisi economica, che spinge una parte del mondo femminile a ricercare opportunità di reddito e ad entrare nel mondo del lavoro attraverso l’avvio di iniziative in proprio. Durante il 2010, infatti, le ditte individuali femminili della Toscana (+1,9%, 1.000 unità in più) si sono sviluppate in maniera consistente, evidenziando come in questa difficile fase economica molte donne stiano tentando la strada della piccola impresa.
Il secondo riguarda invece il fenomeno -sempre più rilevante- dell’imprenditoria straniera, a conferma di come i processi di integrazione si realizzino anche nell’ambito della creazione d’impresa.” Sfiorano il tetto delle 100mila unità le imprese femminili in Toscana, raggiungendo quota 99.331 a fine 2010 e contribuendo per il 23,8% alle imprese complessivamente registrate. I dati, che rendono conto di un ruolo sempre più importante assunto dalle aziende “in rosa” all’interno del sistema imprenditoriale della Toscana, emergono dall’analisi condotta da Unioncamere Toscana nell’ambito dell’Osservatorio sulle Imprese Femminili, in collaborazione con la Regione Toscana. Il 2010 rappresenta un anno di crescita per l’imprenditoria femminile, con un incremento delle imprese dell’1,6% (in assoluto +1.601 unità).
La performance femminile, decisamente migliore rispetto a quella delle aziende non femminili (+0,3% pari a +999 unità), diventa quindi il traino per la crescita del tessuto imprenditoriale toscano (+0,6% in totale), dimostrando una più efficace capacità di reazione alle difficoltà congiunturali. Dal confronto con le altre regioni italiane, emerge che solo il Lazio può vantare tassi più alti di crescita dell’imprenditoria femminile, collocando la Toscana al secondo posto prima di Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Marche. A livello provinciale, c’è da registrare l’aumento del 3,2% delle imprese femminili della provincia di Prato, dove forte è il contributo dell’imprenditoria cinese nell’abbigliamento, seguita da Arezzo (+2,4%), Pisa (+2,1%) e Lucca (+1,9%).
Le province di Firenze, Livorno, Massa, Pistoia e Siena si attestano su valori di sviluppo delle aziende al femminile che vanno da un punto percentuale al +1,4%. Fanalino di coda è la provincia di Grosseto dove le aziende “in rosa” crescono solo dello 0,4%. La Provincia di Grosseto è comunque quella con il più elevato tasso di imprese femminili. Il tasso di femminilizzazione, che rappresenta il peso che le aziende guidate da donne hanno all’interno del sistema imprenditoriale, in Toscana è cresciuto di 0,24 punti percentuali rispetto alla fine del 2009, registrando la dinamica migliore fra tutte le regioni italiane ed attestandosi così al 23,8%.
Per quanto riguarda i settori di attività economica, il commercio si conferma il settore a maggior concentrazione di imprese femminili (il 28% del totale), registrando un aumento dello 0,8%. Crescono del +1% le aziende femminili del manifatturiero, in controtendenza rispetto alla diminuzione delle aziende non femminili (-1,3%). Ancora in positivo il bilancio al femminile dell’edilizia (+4,3%) che resta, comunque, un ambito imprenditoriale tipicamente maschile. L’agricoltura, pur confermandosi uno dei settori della Toscana in cui l’imprenditoria femminile è maggiormente sviluppata (un’azienda su tre è condotta da donne), sta attraversando invece una fase di involuzione, in analogia peraltro a quanto avviene per le aziende maschili.
Attività immobiliari e settore turistico si confermano fra i settori privilegiati per le donne che hanno aperto un’attività nel 2010 (+2,5% nel primo caso, +2,3% nel secondo), mentre fra i restanti settori si fanno avanti le attività finanziarie ed assicurative (+2,9%), quelle professionali, scientifiche e tecniche (+2,7%), quelle legate all’istruzione (+6,8%), alla sanità ed assistenza sociale (+3,6%). Rispetto alle “quote rosa”, le donne che in Toscana a fine 2010 ricoprono posizioni di vertice all’interno delle aziende sono il 28,0%, valore che supera di oltre un punto percentuale la media nazionale.
Resta da evidenziare che nel 2010 alla crescita dell’imprenditoria femminile ha contribuito in maniera determinante la componente straniera (+6,5% le imprenditrici di nazionalità comunitaria, +8,0% le non comunitarie). Quanto alle nazionalità, spiccano in ambito comunitario rumene (+19,9%) e polacche (+11,3%), in ambito extra comunitario cinesi (+11,9%), albanesi (+22,2%) e nigeriane (+14,5%).