Firenze, 16 aprile 2008- Lo scandalo della sofisticazione del vino, messo in luce dall'inchiesta condotta da L'Espresso, è esploso in contemporanea con la 42 edizione del Vinitaly. Se le bufale erano campane, lo scandalo vino investe tutta l'Italia e potrebbe essere coinvolta anche la "Sacra Corona Unita". «Nessun rischio per la salute dal nostro vino» Questo il succo del rapporto inviato dalle autorità italiane ai funzionari del commissariato UE per la Salute. Ma a vent'anni dalla brutta vicenda del vino al metanolo, l'enologia italiana è nuovamente nell'occhio del ciclone per un nuovo scandalo.
Legacoop Agroalimentare e Fedagri-Confcooperative, le organizzazioni di categoria che rappresentano le imprese cooperative vitivinicole toscane, esprimono, unitariamente, forte preoccupazione per le pesanti ricadute che potrebbero interessare la produzione vitivinicola della nostra regione.
Il vino prodotto nei vigneti delle Cantine Cooperative Toscane, da anni impegnate in produzioni di alta qualità da offrire ai consumatori a costi ragionevoli ed estraneo ai recenti fatti apparsi sulla stampa, rappresenta circa il 35% della produzione regionale, attraverso le principali denominazioni: dal Brunello di Montalcino, al Nobile di Montepulciano, dal Chianti Classico al Morellino di Scansano, dal Chianti alla Vernaccia di San Gimignano, dal Monteregio di Massa Marittima al Bianco di Pitigliano, dal Vinsanto al Bianco di Capalbio, oltre ai vini, bianchi e rossi, ad Indicazione Geografica.
La cooperazione vitivinicola toscana ritiene necessario perseguire i colpevoli di frodi senza, però, criminalizzare tutto il settore vitivinicolo italiano ed evitando di autodistruggere l'immagine del Made in Italy. “La non sufficiente prudenza nei confronti di una comunicazione di questo tipo - ha dichiarato Stefano Cecchi, Presidente di Legacoop Agroalimentare Toscana - rischia di vanificare lo sforzo dei numerosissimi produttori onesti che hanno lavorato duramente per ottenere risultati invidiati in tutto il mondo, per promuovere produzioni di eccellenza, per competere sui mercati interni e internazionali garantendo qualità, origine e genuinità dei vini prodotti, alla luce di una OCM Vino che entrerà in vigore già dalla prossima vendemmia e che sicuramente toglierà risorse alle imprese del settore.
Oltre ai produttori, la parte lesa sono anche i consumatori e la Grande Distribuzione.
Chiediamo alle istituzioni – ha aggiunto Cecchi - che venga fatta immediata chiarezza, che siano resi pubblici i nomi dei criminali che hanno danneggiato l’immagine e il prestigio dei vini italiani e gli eventuali prodotti contraffatti o adulterati devono essere immediatamente ritirati da tutto il mercato ”. “I colpevoli delle frodi e delle sofisticazioni – ha dichiarato Francesco Colpizzi, Presidente di Fedagri-Vino Toscana - devono essere individuati e puniti ma, così come esistono disciplinari di produzione per il vino, dovrebbero esistere disciplinari di comunicazione! Il danno economico e di immagine al vino toscano ed italiano è stato veramente consistente – ha aggiunto Colpizzi – perché si è criminalizzato l’intero comparto, rievocando la tragedia del metanolo, e la mozzarella alla diossina! Nel richiamare al massimo senso di responsabilità gli organi di stampa, ed esprimendo piena fiducia nella Magistratura affinché possa operare con la massima celerità, si chiede – ha concluso Colpizzi – che il Governo e le Regioni, si attivino da subito nel realizzare in modo coordinato una campagna di valorizzazione del vino italiano nei mercati più significativi”.