Enopirateria: un decalogo in difesa dei marchi vitivinicoli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2008 13:32
Enopirateria: un decalogo in difesa dei marchi vitivinicoli

Lo ha ideato e presentato per la prima volta a Firenze dei giuristi della vite e del vino (UGIVI) nel corso di un convegno dedicato ieri al tema della contraffazione in campo vitivinicolo. L’iniziativa si è svolta in collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico nella sede di Sant’Andrea in Percussina (Firenze) davanti ad una platea di esperti ed operatori del settore. Il decalogo riassume le iniziative che le imprese ed i consorzi, con il sostegno degli enti pubblici, possono prendere a diversi livelli di intervento per tutelare i propri prodotti, sia in Italia che all’estero.
“Il decalogo che abbiamo presentato per la prima volta oggi presso la sede del Consorzio Vino Chianti Classico – hanno spiegato gli avvocati Marco Giuri di Firenze e Paolo Fabris di Torino, rappresentanti dell’Ugivi – è congegnato per assicurare una tutela operante su tre livelli.

Il primo è rimesso all’iniziativa del singolo produttore mentre il secondo ai compiti di monitoraggio di tutela tipici di un consorzio. Il terzo livello prevede un intervento più “alto”, su impulso governativo, coinvolgendo gli uffici dell’Ice, le ambasciate e le altre sedi diplomatiche all’estero, attivandosi per stipulare accordi bilaterali con i paesi più esposti al rischio contraffazione e per ideare campagne di prevenzione rivolte ai consumatori.” Sempre in tema di tutela il prof.

Ferdinando Albisinni dell’Università di Viterbo ha evidenziato gli importanti cambiamenti in arrivo con la prossima approvazione dell’OCM del vino. “I cambiamenti in atto in ambito comunitario – ha affermato il Prof. Albisinni – potranno determinare con la riforma dell’OCM vino uno spostamento, una concentrazione dall’Italia verso Bruxelles delle decisioni in materia di marchi e denominazioni nel settore». «A Bruxelles – ha continuato l’esperto- ci sarà il registro delle denominazioni protette, che assorbirà i registri nazionali e metterà i consorzi di tutela nella condizione di dover fare i conti con un interlocutore che ha un’altra cultura.

A questo punto il sistema produttivo italiano del settore agroalimentare, dovrà essere capace di difendere i propri marchi e denominazioni e di prendere iniziative rispetto a questo nuovo assetto affinché la produzione nazionale non riceva una tutela inferiore. Questo è un ruolo che dovrà essere assolto dalle pubbliche amministrazioni, dai consorzi, dalle imprese, dalle Regioni, e così via».
DECALOGO UGIVI (UNIONE GIURISTI DELLA VITE E DEL VINO) CONTRO L’ENOPIRATERIA
1 Registrare il marchio dell’impresa (cd.

marchio individuale);
2 Controllo e monitoraggio per la difesa del marchio individuale;
3 Registrare la denominazione come marchio collettivo; successivo monitoraggio e controllo del Consorzio nelle aree di interesse;
4 Creare un osservatorio permanente del Ministero delle attività produttive in collaborazione con l’ICE per monitorare il fenomeno e predisporre interventi di difesa;
5 Attivare presso le sedi ICE, gli sportelli camerali, i Consolati e le Ambasciate nei Paesi in cui avvengono le contraffazioni, uffici in grado di fornire informazioni e una prima assistenza legale;
6 Creazione di un fondo governativo specifico a disposizione dei Produttori e dei Consorzi per la difesa delle loro produzioni nei Paesi a maggior rischio di contraffazione;
7 Promuovere convenzioni con studi legali specializzati attivi nei Paesi maggiormente critici;
8 Avviare azioni legali di contrasto al fenomeno «enopirateria»;
9 Stimolare e incentivare accordi bilaterali tra Italia e Paesi maggiormente esposti;
10 Promuovere campagne preventive di difesa delle denominazioni e dei marchi (anche su iniziativa delle Regioni) nei Paesi a maggiore penetrazione del «food and beverage» italiano.

Notizie correlate
In evidenza