Firenze, 11/04/08- E' bufera Brunello dopo l’inchiesta dell’Espresso intitolata “Nel Brunello c’è il tranello”, dedicata al Brunello "taroccato". Sono cinque le aziende produttrici di Brunello di Montalcino col vino bloccato nelle cantine ei responsabili indagati dalla procura e si parla di cassa integrazione in vista per i 400 dipendenti dell'azienda vinicola Banfi, uno dei più grossi produttori di Brunello di Montalcino.
"Vanno depennate dal consorzio per il Brunello di Montalcino docg le aziende responsabili della contraffazione e vanno riviste le aree vocate alla coltivazione del sangiovese per produrre Brunello di altissimo pregio -commenta Primo Mastrantoni, segretario Aduc- Sono queste le proposte che sottoponiamo alle Istituzioni e allo stesso Consorzio del Brunello.
I danni alle immagini di un prodotto di eccellenza italiano sono e saranno enormi e la colpa non puo' ricadere anche sui produttori innocenti che fanno onestamente il proprio lavoro e ai quali suggeriamo di avviare una richiesta di danni nei confronti di quelle aziende responsabili della contraffazione. Occorre anche rivedere la geografia dei suoli riconosciuti come idonei alla coltivazione del sangiovese per produrre il Brunello di altissimo pregio, infatti, non tutti i suoli hanno la stessa attitudine, ovvero le stesse caratteristiche per produrlo.
Occorre, quindi, ridefinire le aree vocate a tale produzione e selezionare solo quelle piu' adatte". Il vino toscano è sano e di grande qualità, ad iniziare dal Brunello che per Montalcino e per la Toscana rappresenta il prodotto simbolo dell’eccellenza della nostra agricoltura. Lo sottolinea la Cia Toscana in riferimento alla vicenda giudiziaria che sta interessando alcuni produttori vitivinicoli di Montalcino, ma che potrebbe avere pesanti ripercussioni per l’intero settore. Il vino toscano ha raggiunto un livello di qualità e d’immagine forte nel mondo a cui tanti produttori dell’intera Toscana, hanno contribuito con la loro professionalità, esaltando le migliori tradizioni della viticoltura toscana assieme ad una forte capacità d’innovazione produttiva e culturale nel rispetto di un solido legame con il territorio.
Caratterizzare sempre più la produzione legata al territorio, e con essa salvaguardare il rapporto con il consumatore, è un interesse primario del produttore per difendere il suo reddito e il suo futuro. La funzione dei marchi e delle denominazioni è determinante alla tutela ed alla valorizzazione delle produzioni di qualità di tutto l’agroalimentare. In molti territori della Toscana il futuro delle aziende agricole, altamente specializzate, è molto spesso legato alla sorte della produzione del vino; così come le sorti dei produttori, e soprattutto di quelli più piccoli, è legato alla “qualità delle denominazioni” e alla loro buona reputazione.
In questa direzione per la Cia Toscana il ruolo dei Consorzi di tutela, quali strumenti di autogoverno delle denominazioni, continua ad essere elemento strategico e determinate per rafforzare le azioni di tutela e di valorizzazione delle produzioni stesse, oltre che di controllo.
Per questo la Cia Toscana ribadisce l’esigenza che per ogni denominazione e per territori vitivinicoli omogenei si affermino Consorzi di tutela rappresentativi, autorevoli che attraverso la partecipazione ed il protagonismo dei produttori, e della filiera, assicurino al consumatore qualità, rispetto del disciplinare di produzione, tracciabilità e trasparenza offrendo garanzie di prodotto e di processo, sicurezza alimentare, innovazione e tradizione, legame profondo con il territorio. Per la Cia Toscana, occorre che vengano rafforzate le iniziative da parte dei produttori, degli operatori della filiera, del Consorzio e delle Istituzioni per fare chiarezza sulla vicenda e per fornire ai consumatori ulteriori garanzie sul prodotto in commercio e sui processi di produzione e di controllo, così come vanno respinti con fermezza i tentativi di strumentalizzazione, evitare esagerazioni mediatiche, agevolare le attività degli organi di indagine, verso i quali occorre manifestare la massima fiducia, auspicando, tuttavia, una rapida conclusione delle indagini in corso per ristabilire quanto prima un clima di fiducia nella filiera e con i consumatori.