Firenze, 20 ottobre 2006 - Tanto si è parlato in questi giorni dell'alluvione del 4 novembre 1966 a Firenze quante sono state le pubblicazioni dedicate allo sciagurato evento: ricorrono i quarant'anni. Oltre ai moltissimi libri nuovi di diverso taglio e di maggiore o minore valore culturale che gli editori hanno scelto di inserire in libreria, ce n'è anche uno "d'epoca", ma che per il suo spessore scientifico attirerà l'attenzione degli storici dell'arte e dei tecnici del restauro. Polistampa ha infatti scelto di riproporre e rimettere in commercio (euro 51,65) gli Atti del Convegno sul Restauro delle Opere d'Arte danneggiate dall'alluvione che si tenne a Firenze (Palazzo dei Congressi) tra il 2 e il 7 novembre 1976, a dieci anni esatti dalla tragedia.
Promosso dall'Opificio delle Pietre Dure e curato da una giovanissima Anna Maria Giusti, il convegno vide gli interventi di Umberto Baldini, Paolo Dal Poggetto, Elio Gabuggiani, Francesco Gurrieri, Antonio Paolucci, Anna Maria Petrioli Tofani, Franco Piacenti, Giovanni Spadolini e molti altri studiosi accorsi da tutto il mondo. Non c'era ancora una vera e propria cultura e una scienza del restauro, almeno non in grado di affrontare un'emergenza così grande per consistenza e gravità di danni. Per questo i relatori del convegno possono essere considerati "pionieri" e gli Atti del Convegno sul Restauro delle Opere d'Arte, pubblicati da Polistampa nel 1981 in due volumi (uno di testo e l'altro d'illustrazioni in bianco e nero e a colori, per 588 pagine complessive), fecero scuola e continuano a rappresentare un punto di riferimento per i restauratori moderni, ogniqualvolta intervengono di nuovo su quelle opere o su altre già restaurate negli anni Settanta.
Di ineffabile valore le venti pagine di immagini che illustrano il prezioso intervento di restauro sul famoso Crocifisso ligneo di Cimabue: materiale di grande interesse per gli specialisti, ma anche di enorme suggestione per i non addetti ai lavori.
Antonio Pagliai