La perdita di un incarico o comunque soltanto il rischio di perderlo, ha un impatto devastante non solo a livello economico ma anche sull’equilibrio psicofisico e sociale delle persone che si trovano a vivere questa situazione e quindi sulle loro famiglie. Da queste considerazioni nasce lo sportello “Sos Politici”, in preparazione presso l’associazione BabyConsumers con sede a Pisa: l’iniziativa mira a favorire la ricollocazione dei politici, con azioni di reimpiego a favore di chi, nei prossimi mesi, si troverà senza poltrona. Tra ricambi generazionali e nomenclature che rischiano di saltare saranno in tanti a doversi reinventare.
"Come si cambia per non morire" recita una canzone ed è un po' lo status che si genera in coloro che per poter restare visibili hanno necessità di scoprire altre peculiarità. Un incarico politico rappresenta, infatti, non solo reddito (diretto o indiretto, vedi gettoni e/o rimborsi spese varie) e quindi possibilità economiche, ma anche e soprattutto motivo e strumento di sicurezza personale nonché di autostima da una parte, e riconoscimento di un’identità e di un ruolo sociale dall’altra.
Perdere “il lavoro” significa perdere entrambi ed è per questo che può determinare un crollo psicologico importante. I sintomi più comuni sono: depressione, insonnia, pensiero ossessivo per il lavoro, senso di inutilità e impotenza, ansia e angoscia, difficoltà a proiettarsi in futuro, disistima e insicurezza personale. In occasione della Giornata mondiale per la salute, l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha evidenziato come la situazione lavorativa attuale, con aumento vertiginoso del precariato, determini un aumento dello stress da lavoro e di altri disturbi psicologici, che si acutizzano dinanzi ad una vera e propria crisi economica e quindi alla disoccupazione (Ilo, aprile 2010). La risposta psicologica dinanzi al rischio o alla vera e propria perdita “della poltrona”, dipende principalmente dalla capacità di reazione dell’individuo e quindi dalle capacità di resilienza: a dispetto del tipo di incarico ricoperto, coloro che non sanno immaginarsi in contesti professionali e mansioni diversi rispetto al ruolo politico ed all’incarico svolto fino ad allora, sono solitamente coloro che hanno maggiori difficoltà a re-inventarsi una nuova occupazione. E’ anche vero che in una fase critica come quella attuale in cui l’offerta politica/lavorativa scarseggia, non è semplice assumere un atteggiamento fiducioso.
Inoltre le ricerche evidenziano una differente reazione in base al genere: la perdita di un incarico o di una nomina politica ha un peso maggiore per gli uomini, sia perché per quest’ultimi l’identità sociale è strettamente associata alla posizione occupata sia perché, a differenza delle donne, faticano, per stereotipi culturali ancora esistenti, a vedersi e immaginarsi in altre vesti. Altri due fattori giocano un ruolo importante sulla reazione individuale alla perdita di un incarico politico: l’inadeguatezza di sussidi economici e sociali (welfare) e il supporto della famiglia.
Infine la perdita di un ruolo politico, anche se non di rilievo, implica perdere anche visibilità sociale e pubblica, riconoscimenti esterni, agevolazioni e comfort determinando declassamento sociale ed economico; anche questo inficia sia sull’identità sociale sia sullo stile di vita, con conseguente impatto psicologico su chi la subisce e quindi sulle famiglie interessate.