Non può esserci sviluppo della Toscana che non passi attraverso un aumento dell’occupazione delle donne”. Lo ha detto l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini nel suo intervento oggi, a conclusione del seminario sul tema “L’occupazione femminile in Toscana” promosso a Palazzo Strozzi Sacrati dall’autorità di gestione Por Fse 2007-2013. Obiettivo dell’incontro, fare il punto della situazione attuale e prospettare soluzioni e interventi sulla base delle iniziative che la Regione sta mettendo in campo per favorire e sostenere il lavoro delle donne.
Lavoro che (come evidenziato dagli esperti presenti: da Chiara Saraceno a Stefano Casini Benvenuti nonché da alcuni rappresentanti delle parti sociali) non deve rappresentare solo un traguardo di parità, ma come testimoniato dalla situazione di vari paesi del Nord Europa, è un forte e innegabile volano di sviluppo direttamente collegato alla crescita del Pil. La situazione della Toscana – come ha ricordato l’assessore – si inserisce in un quadro che si mantiene non roseo, con un mercato del lavoro ancora in affanno e circa 24 mila posti di lavoro in meno dal 2008 ad oggi, cui si aggiungono i circa 29 mila lavoratori equivalenti in cassa integrazione dallo scorso gennaio.
E’ in questo quadro che si devono leggere anche i dati sull’occupazione femminile, dati che mostrano come l’impatto della recessione in Toscana sia stato pesante su una componente già fortemente penalizzata come quella femminile. Una crisi che, comunque, ha colpito più duramente la componente maschile, a causa del peso prevalente dell’industria dove le donne sono tradizionalmente meno presenti e dell’effetto mitigatore esercitato dai servizi, che vedono invece una presenza massiccia di donne.
Resta, innegabile, un gap ancora fortissimo fra i generi con un tasso di disoccupazione femminile che alla fine del primo semestre 2012 si assestava sul 9,7%, a fronte di un tasso maschile del 6,7%. Se si guarda, però, al trend di crescita della disoccupazione, si vede che il tasso è più forte per gli uomini (+108,4% dal 2008), più basso per le donne +35,9%. Quanto all’occupazione, nel primo semestre di quest’anno le donne occupate sono cresciute (+0,7%), mentre gli uomini registrano una perdita pari al -0,3%.
Ciò significa che ilmercato del lavoro femminile torna ad essere, sia pure debolmente, dinamico . In altre parole le donne, dopo essere state ricacciate ai margini del mercato del lavoro, anche sulla spinta delle crisi dei consumi, tornano a cercare attivamente un impiego, anche se, con un tasso di occupazione nel primo semestre 2012 attestato sul 54,8%, siamo ancora al di sotto dei livelli di occupazione del 2008 (56,2%). “La Regione, anche in questa fase di crisi, ha investito e continua ad investire sul lavoro delle donne – sostiene l’assessore – consapevole che si tratta di una risorsa essenziale per il futuro.
Per questo abbiamo stanziato notevoli risorse e abbiamo utilizzato per questo i fondi messi a disposizione dal Fondo sociale europeo. Vorremmo però che l’occupazione femminile fosse una priorità anche per il governo, che fino ad oggi non sembra voler andare in questa direzione”. L’assessore ha ricordato i risultati, in termini occupazionali ma anche politici e culturali, dello sforzo profuso dalle iniziative varate dalla giunta già a partire dal 2007. Come i voucher di conciliazione e i buoni servizio per la prima infanzia, per cui ha stanziato oltre 18 milioni dal 2007 ad oggi, che oltre a ridurre le liste di attesa per gli asili nido ha consentito a tante madri di accedere al servizio a tariffe agevolate.
Sul fronte degli incentivi all’occupazione (contributi alle aziende per l’assunzione di donne over 30, laureati, dottori in ricerca, stabilizzazioni, lavoratori in mobilità o prossimi alla pensione) lo scorso anno hanno usufruito degli incentivi 1133 donne, su un totale di 2219. A queste si sono aggiunte le agevolazioni per chi assume persone svantaggiate, con un bando partito da qualche mese e che ha già coinvolto 25 donne (quasi la metà delle domande presentate). “Ma non abbiamo puntato solo sul lavoro dipendente- aggiunge Simoncini – visto che dal governo nazionale non sono venuti segnali e che la legge per l’imprenditoria da anni non viene rifinanziata, abbiamo approvato la prima legge per l’imprenditoria giovanile e femminile che sta già dando ottimi risultati.
Le richieste da parte di donne sono state 571, di cui già autorizzate 249 ammesse al finanziamento. La legge è solo l’ultimo atto di una serie di interventi, alcuni dei quali mirati sulle donne, altri contenuti in quelli ordinari a favore delle piccole e medie imprese come la recente legge per la competitività, che presentano però corsie preferenziali o agevolazioni supplementari a favore delle imprese e dell’occupazione in rosa”. Il tema è all’ordine del giorno dell’agenda regionale ormai da tempo.
Fra le iniziative ricordate, il patto per l’occupazione femminile siglato nel 2008, il primo che ha coinvolto istituzioni e parti sociali, promuovendo una sinergia inedita fra risorse pubbliche e private. ”E’ uno strumento – ha concluso l’assessore – che oggi deve essere rivisto ed aggiornato”.