Da un indagine FIAVET Toscana (Federazione Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) sulle tendenze per week-end di Pasqua e i ponti di primavera, resa nota da Andrea Donati, presidente regionale FIAVET: “E’ presto per tracciare previsioni, ma da un raffronto con lo stesso periodo del 2011 si nota che se non fosse per l’attitudine degli stranieri a muoversi sulla base dei pacchetti speciali e a programmare con largo anticipo le proprie vacanze, non ci sarebbe molto di cui parlare riguardo gli arrivi in Toscana per le festività di Pasqua e i ponti di Primavera.
Secondo l’80% dei tour operators intervistati, rispetto al 2011 i flussi internazionali registrati per la primavera sono stazionari e stazionario è anche il movimento delle gite giornaliere per gruppi organizzati, il cui portato tuttavia non controbilancia i preoccupanti cali dal 30% al 40% rilevati sul movimento delle famiglie italiane ”. Sul fronte del mercato nazionale c’è un sostanziale immobilismo e poco rosee sono anche le aspettative sulle ormai consuete prenotazioni last minute e sui cosiddetti soggiorni mordi e fuggi.
Chi si sposta sceglie soggiorni brevissimi nelle città d’arte italiane (1-2 giorni), 3- 4 giorni al massimo nelle capitali europee e se si tratta di soggiorni oltre la settimana opta per destinazioni e formule esclusivamente low cost (Marocco, Egitto, Cipro, Grecia, Isole Canarie). In caduta libera le prenotazioni per la Sardegna e la Corsica, destinazioni su cui pesa notevolmente il rincaro dei biglietti per il trasporto marittimo. Tiene meglio il movimento del mercato internazionale, che fa registrare buone previsioni per la fine della primavera e l’inizio dell’estate: in testa si collocano le città d’arte dove sono stabili gli arrivi dai tradizionali mercati di riferimento della Toscana (Inghilterra, USA) e in crescita quelli da Francia, Brasile, Paesi Bassi, Est Europa.
Buone le previsioni per i soggiorni di media durata sulle colline di Pisa e Lucca, in Versilia e sulla costa maremmana, soprattutto in concomitanza della settimana di Pentecoste, tradizionale periodo di vacanza per i paesi d’area protestante (Germania, Svizzera,Austria). Continua invece l’assenza dei turisti tedeschi nelle città d’arte: l’abitudine alla libertà di spostamento in auto fa ora i conti col rialzo del prezzo della benzina e comunque fa cadere la preferenza su località collinari. “E’ evidente che a livello generale il comparto soffre dei contraccolpi della crisi,ora decisamente più incisiva per via del caro carburanti – conclude Donati - ma è altrettanto evidente che per le nostre destinazioni il problema principale è quello della competitività.
Gli operatori che lavorano essenzialmente in outgoing sono tutti concordi nell’evidenziare un generalizzato calo della capacità di spesa (il numero di chi si sposta per piacere si è dimezzato, per i viaggi si investe dal 40 al 60 % in meno rispetto allo scorso anno) e significativo è anche il calo della serenità con cui si pensa alla vacanza: l’intenzione di chi entra in agenzia è di programmare il viaggio per le festività e i ponti, ma il livello dei prezzi (dei voli soprattutto) determina spesso la rinuncia e nella migliore delle ipotesi dirotta la scelta su altri periodi.
D’altro canto va anche detto che sul fronte della promozione mancano azioni concertate e che – con un mercato nazionale fermo – l’unica speranza per mantenere i livelli occupazionali del settore è quella di una sinergia in grado di tenere alta la capacità di presa del prodotto Toscana sui mercati stranieri,specialmente quelli in cui il potenziale di spesa medio è dato in tenuta o addirittura in crescita”. Paolo Corchia, presidente regionale di Federalberghi, commenta i dati emersi dall’indagine previsionale condotta da Federalberghi Toscana sulle prossime festività di primavera: “Per Pasqua e la prossima Primavera – afferma Paolo Corchia – la stragrande maggioranza degli albergatori è concorde nel dire che un buon risultato sarebbe già quello di mantenere i livelli di fatturato e presenze del 2011.
Ad oggi oltre il 70% degli operatori intervistati rileva sugli arrivi confermati cali che vanno dal 40 al 60% e solo il 15% di loro li considera stazionari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Siamo a meno di due settimane dalla Pasqua e il giudizio sulla situazione è grave: “è tutto fermo”, “solo un terzo delle camere è confermato”, queste le frasi maggiormente ricorrenti. Allo stesso tempo però si guarda con favore ai buoni segnali che arrivano dal mercato internazionale, soprattutto per quanto riguarda la costa e Pisa, dove lo scalo aeroportuale low-cost contribuisce alla buona tenuta delle prenotazioni dall’Est Europa.
Non male anche le prospettive del turismo balneare per fine maggio - inizio giugno, ma ciò grazie per lo più agli arrivi dai paesi di area protestante (Germania, Paesi Bassi, Austria, Svizzera), in concomitanza della settimana di Pentecoste”. Discreti i segnali dal settore termale: oltre la metà degli operatori del segmento wellness, sull’intero periodo primaverile prevede di confermare il risultato dell’anno scorso. La battuta d’arresto degli arrivi nazionali sembra toccare solo marginalmente il settore e se la Pasqua è data in sottotono, è controbilanciata dalla over booking per i ponti a seguire e dalla stabilità della durata media del soggiorno (2-3 giorni).
Buone le aspettative per maggio e giugno a Firenze, come a Lucca e così pure a Siena, ma è comunque il mercato internazionale a mostrare maggior dinamicità, soprattutto grazie alle offerte booking-advanced delle scorse settimane, con russi e brasiliani in testa, seguiti da inglesi e nordeuropei. Significativo il dato emerso a Firenze: ciò che si è perso con dicembre e gennaio sottotono (ricordiamo i cali di fatturato oltre il 10%), secondo la metà degli operatori intervistati si è in parte recuperato proprio grazie all’incremento dei flussi brasiliano e russo fra febbraio e marzo.
Viceversa il fronte della domanda interna è sostanzialmente fermo, certamente in ragione dell’attesa di previsioni meteo certe , ma anche della generalizzata contrazione della capacità di spesa delle famiglie e dell’impennata dell’inflazione. In ogni caso, sia per gli stranieri che per gli italiani in visita nelle città d’arte, la durata media del soggiorno non va oltre 1-2 notti. “E’ il quadro della domanda interna a preoccupare di più - continua Corchia. C’è un concorso di cause che laddove non induce ad atteggiamenti di forte prudenza, spinge verso destinazioni estere, decisamente più concorrenziali in termini di prezzo.
Gli albergatori toscani ora confidano nel last minute e in un sostanziale innalzamento delle prenotazioni nei giorni a ridosso delle festività. Ridotti o nulli saranno però i margini di recupero in termini di fatturato: i prezzi sono gli stessi del 2011 e oltre il 60% dei titolari delle strutture a 3-4 stelle (quelle che alla precedente rilevazione hanno dichiarato perdite in bilancio quasi del 5%) pensa addirittura di giocare la carta del ribasso una volta giunti sotto data”. “Ecco che allora – spiega il Presidente regionale di Federalberghi – fra gli operatori si riaccende il dibattito sulla tassa di soggiorno.
All’Elba ad esempio, dove il 70% delle presenze è dato da italiani, rispetto alla primavera 2011 si registra un -15% sulle prenotazioni e si annunciano ritardi nella programmazione delle aperture. E’ un momento difficile per tutti, tassare le destinazioni e il pernottamento - con massimi che in alta stagione potrebbero arrivare a 3 euro al giorno a persona – significa aggiungere un costo che inibisce la scelta del turista, soprattutto di quello italiano, e rischia di vanificare i buoni risultati raggiunti dal turismo toscano nel 2011”. “Non si può pensare che la Toscana possa continuare a vivere di rendita o di quanto si muove intorno alle città d’arte – conclude Corchia – pertanto auspichiamo che questi i segnali vengano colti dalle istituzioni, sempre attente a tutto quanto si muove in ambito turistico e ci aspettiamo di avviare quanto prima un confronto costruttivo, perché per mantenere e ampliare le presenze turistiche le parole d’ordine sono programmazione, definizione del prodotto turistico e differenziazione dell’offerta”.