​Mario Nuti e la rivoluzione di"Astrattismo classico"

La mostra, in corso al Salone dell'Accademia delle Arti e del Disegno, induce a riflessioni storico-critiche

Alessandro
Alessandro Lazzeri
20 Luglio 2025 22:47
​Mario Nuti e la rivoluzione di

La mostra rappresenta un’occasione unica per esplorare l’evoluzione stilistica e concettuale di Nuti, uno dei protagonisti dell'astrattismo classico fiorentino attraverso una selezione di opere che testimoniano le principali tappe della sua ricerca. La mostra induce anche a riflettere su Astrattismo Classico. All'inizio il movimento si denominò Arte d'Oggi e dopo tre discusse mostre a Firenze nel maggio 1945, marzo 1948, giugno 1949, nel 1950 fu pubblicato il Manifesto dell'Astrattismo Classico, firmato da Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti, redatto dal filosofo Ermanno Migliorini.

“Astrazione Classica” significava nuova classicità, nuova realtà in una città estremamente solitaria come Firenze ma ricca di humus vitale sotterraneo che la legava come un segno continuatore ad Alberto Magnelli, creatore nel 1915 del primo quadro astratto italiano Un astrattismo che traeva la propria linfa dalla razionalità umanistica della tradizione rinascimentale fiorentina, tra trascrizioni astratte della prospettiva e le metafisiche astrazioni di Piero della Francesca.

La mostra realizzata con il patrocinio e la collaborazione dell’Accademia delle Arti del Disegno e del Comune di Firenze, rappresenta un’occasione unica per esplorare l’evoluzione stilistica e concettuale di Nuti, attraverso una selezione di opere che testimoniano le principali tappe della sua ricerca artistica.

L'analisi dell'opera del pittore fiorentino è una sorta di viaggio alla ricerca di un artista che, dopo una giovanile esperienza figurativa e dopo l'importante momento dell'astrattismo geometrico, (dove il ritmo del suo mondo ha trovato una ben definita e sapiente costruzione ìn un equilibrio di contrappunti cromatici) ha attraversato, per così dire, una rilevante fase informale, per recuperare, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, una certa figurazione, che viene assunta dal Nuti con il sospetto di un ex astrattista Se la figura tende a rinascere naturalmente dal vuoto astratto, essa viene ad assumere una specificità che indica come questo recupero non sia avvenuto per una sorta di ritorno all'ordine o, peggio, per una facile concessione alla moda o al mercato.

La protagonista di questa fase figurativa di Mario Nuti è la Iuce, che non adoperata nella sua funzione naturalistica, si dipana in un contrasto con l'ombra e fa emergere figure raggelate, come immobilizzate e non protagoniste. Figure in attesa di niente forse. C'è un'attesa beckettiana nelle opere di Nuti e a un tempo c'è, forse, un porsi come fenomenologo disincantato di fronte a un reale non più conoscibile.L’evento che ripercorre la carriera artistica del maestro. celebra anche la pubblicazione del "Primo Volume Generale" dedicato a Mario Nuti, che documenta in maniera approfondita il suo lavoro, offrendo al pubblico e agli studiosi uno strumento prezioso per la conoscenza dell’artista.La mostra, presentata da Cristina Acidini, è curata da Niccolò Raugei con i contributi di Alessandro Lazzeri e di Nicola Nuti, sarà visitabile sino al 30 luglio 2025, presso la sede storica dell’Accademia delle Arti del Disegno, in via Ricasoli 68, Firenze.Ingresso gratuitoOrari di apertura:Martedì – Sabato: 10.00 – 13.00 / 17.00 – 19.00Domenica: 10.00 – 13.00Chiuso il lunedì📩 spaziodinamicoarte@gmail.com | ☎ 3458779855 | 🌐 www.spaziodinamicoarte.com

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