Prato – La Provincia pubblica il report sul mercato del lavoro pratese che riguarda i primi 3 mesi del 2011 e che analizza il movimento di assunzioni e cessazioni, confermando il saldo positivo già registrato per tutto il 2010. Complessivamente gli avviamenti al lavoro risultano fra gennaio e marzo 2011 superare le cessazioni di 2.233 unità, cioè il 19% dei movimenti di assunzione. Un segnale positivo dunque, soprattutto al confronto con i numeri dello stesso periodo 2010, gli avviamenti infatti crescono del 25%. Il report, elaborato dall'Osservatorio provinciale e dal servizio Lavoro della Provincia, è stato presentato ieri pomeriggio a nel salone delle feste di palazzo Vestri, dalla vice presidente della Provincia Ambra Giorgi, da Giancarlo Carboncini del servizio Lavoro, Saverio Langianni, ricercatore Asel, Piero Ganugi dell'Università Cattolica di Milano e Andrea Valzania di Iris.
Il report prende in esame i flussi (cioè il movimento dei contratti) mettendo a confronto i primi tre mesi del 2011 e del 2010 e consentendo una visione aggiornata del mercato del lavoro. “Il trend mantiene la scia positiva dell'ultimo anno, anche se la sensazione è che il distretto si trovi ancora alle prese con gli effetti della crisi – commenta la vice presidente Giorgi – E' necessario lavorare per creare un nesso più stretto fra sviluppo e mercato del lavoro e affrontare, tutti insieme, il problema urgente della disoccupazione giovanile”. SETTORI DEL MERCATO – Anche i saldi per settore sono complessivamente positivi: costruzioni (+26), maglieria (+77), metalmeccanica (+12), servizi alla persona (+200), servizi alle imprese (+169), tessile (+1.384), commercio (+232) e anche il 'resto' (+680), dove sono raggruppati tutti gli altri settori.
C'è però un dato negativo che riguarda l'abbigliamento (-120); anche se in realtà proprio questo comparto registra i maggiori movimenti (ben 1.952 fra assunzioni e cessazioni) e si conferma una delle aree più 'vivaci' dal punto di vista della mobilità dell'occupazione. Il totale delle movimentazioni in assunzione nel primo trimestre 2011 è stato di 11.715 unità (49.5% donne, 50.5% uomini). QUALE LAVORO, I CONTRATTI – Ancora una volta le assunzioni sono caratterizzate da una netta prevalenza di contratti a tempo determinato in senso ampio.
I contratti a tempo indeterminato rappresentano solo il 34.7% del totale, in calo rispetto al trimestre precedente e al medesimo trimestre del 2010 (quando erano il 36,3%), dati che mettono in evidenza un calo strutturale oramai permanente nel sistema delle assunzioni. Oltretutto il dato medio è 'inquinato' dalla presenza dell'abbigliamento, che assume 1.315 unità a tempo indeterminato (l’84% dei contratti del settore, ma in calo rispetto allo stesso trimestre del 2010.) L'OCCUPAZIONE E L'ETA' – Nel primo trimestre del 2011 i dati relativi alla composizione, tra donne e uomini, dei contratti di lavoro sono in sostanziale pareggio e migliori rispetto allo stesso periodo del 2010.
Tuttavia restano le differenze nel tipo di contratto attivato, con un vantaggio del tempo indeterminato a favore degli uomini. Il miglioramento però non è equamente distribuito per età: i giovani under 25 vedono infatti un peggioramento con il 15% di assunzioni in meno rispetto al 2010. Insomma le cose vanno meglio per le età sopra i 25 anni, che all'inizio del 2011 hanno trovato più lavoro (soprattutto fra i 29 e i 39 anni). GLI STRANIERI - Nel trimestre crescono più gli extracomunitari (+36%) e i nati in Cina (+26%) del totale dei lavoratori (25% come abbiamo visto) e per entrambi le cessazioni inferiori agli avviamenti denotano una permanenza sul mercato del lavoro superiore ai tre mesi presi in considerazione. LA MOBILITA' – Nel primo trimestre 2011 diminuisce il dato complessivo delle iscrizioni alla mobilità, che scende del 17% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Nelle liste di mobilità sono stati inseriti 616 lavoratori, nel 2010 erano 741. Aumentano però gli inserimenti di lavoratori provenienti da aziende con più di 15 dipendenti, che hanno esaurito tutti gli altri ammortizzatori. Infatti, mentre le aziende fino a 15 dipendenti inseriscono il 27% di meno, quelle con più di 15 dipendenti (legge 223) aumentano del 26,2%. Dopo il picco del 2009 la tendenza al rallentamento delle iscrizioni nelle liste è stabile. Il tessile è il settore di provenienza più presente, in modo particolare per le aziende con oltre 15 dipendenti dove rappresenta l’80% delle iscrizioni.
Seguono edilizia, terziario e servizi, commercio. La popolazione complessiva degli iscritti alla mobilità al 31 marzo 2011 è di 3.892 persone (1.671 donne e 2.221 uomini), un dato sostanzialmente stabile rispetto al 31 dicembre 2010 (3.864 iscritti). Nel primo trimestre 2011 sono usciti dalle liste di mobilità 626 lavoratori, nello stesso periodo del 2010 erano 574. La maggior parte delle uscite avviene per decorrenza dei termini di iscrizione, ma ci sono state 87 assunzioni a tempo indeterminato e 192 trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro iniziati a tempo determinato, generalmente un anno prima.
Infine dei 322 lavoratori che sono usciti per aver terminato il periodo massimo di iscrizione, 145 (pari al 45%) non hanno trovato occupazione. Il dato è in diminuzione rispetto ai trimestri precedenti quando tale valore era sempre superiore al 50%. LA CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA – Le procedure di cigs nel primo trimestre 2011 sono state avviate da 4 aziende, 3 nel tessile, 1 nella plastica, e hanno riguardato 57 lavoratori su 60 dipendenti totali. Nel corrispondente periodo del 2010 le procedure furono avviate da 7 aziende, tutte del settore tessile, e riguardarono 262 lavoratori su 274 dipendenti totali. LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA – Si tratta di un ammortizzatore sociale gestito dalla Regione Toscana e rivolto alle aziende con meno di 15 dipendenti o a particolari figure professionali e settori produttivi.
Nel periodo analizzato l’incidenza di Prato risulta più bassa di quella del 2010 su tutti gli indicatori, cioè numero delle domande, numero di lavoratori coinvolti e ore richieste. CENTRO PER L'IMPIEGO – Nel primo trimestre 2011 le iscrizioni alla disoccupazione sono state 2.082, in diminuzione rispetto alle 2.194 del 2010. Le donne rappresentano il 49% delle nuove iscrizioni, mentre i giovani fino a 25 anni sono il 19% e quelli fra i 25 e i 30 il 16%. La maggior parte delle nuove iscrizioni proviene da lavoratori italiani (77% del totale).
Al 31 marzo 2011 risultavano iscritti nelle classi disoccupati/inoccupati del Centro per l’impiego di Prato 26.527 lavoratori. I lavoratori italiani (21.892 iscritti) sono l’82,5% del totale. DAL LAVORO PRECARIO AL LAVORO STABILE, LA RICERCA DI GANUGI – La ricerca presentata da Ganugi prende in esame la transizione delle persone dal lavoro precario (contratti deboli) al lavoro stabile (contratti forti) e si basa sul percorso di oltre 27 mila lavoratori in due anni, dal 2007 al 2009. La ricerca è stata sviluppata attraverso un’analisi comparata con Cremona, Lecco e Monza in modo da mettere in evidenza l’impatto del fattore territoriale.
L'obiettivo è testare la funzionalità del mercato del lavoro pratese analizzando la capacità di trasformare lavoro a termine in lavoro stabile. Ebbene, dai numeri elaborati dalla ricerca Prato risulterebbe più efficiente rispetto alle altre realtà comparate. Sul perché della maggiore efficienza al momento si possono fare solo delle ipotesi, per esempio i servizi forniti da enti e associazioni di categoria, ma soprattutto il valore aggiunto della rete di relazioni sociali che caratterizza il sistema di un distretto come quello di Prato.
La ricerca apre ulteriori terreni di studio, anzitutto sulla fascia dei giovani, ad esempio sulla congruità fra titolo di studio e collocazione professionale.