Firenze – Straordinario il risultato del referendum e piovono le reazioni politiche e di associazioni. “La risposta che attendevamo e a cui abbiamo lavorato con tenacia è arrivata” commenta a caldo per il PD Manciulli. “Non sono bastati i giochini di palazzo, i sotterfugi, i tentativi di scippo, per tenere lontani dalle urne i cittadini. Si è voluto e si è realizzato un nuovo grande risultato politico: i quattro referendum si impongono e un giudizio interviene con forza sul futuro del nostro paese.
Dalle urne in meno di un mese una Italia viva che vuole il controllo del proprio destino si è mostrata. È finalmente l'ora della bella politica: la politica che affronta le questioni, che offre soluzioni, che mostra coraggio. È un’onda alta e forte, gonfiata dal vento del cambiamento, dalla voglia di alternativa. È un fatto, è preciso e chiaro: ‘come può uno scoglio arginare il mare’? Il mare spazza la spiaggia e all'orizzonte una luce nuova s'impone. Grazie ancora una volta a tutti i cittadini della nostra Toscana.
Un nuovo primato non si è fatto attendere. C'è molto da fare, è evidente, ma il futuro a cui lavoriamo e già qui”. “Un risultato straordinario, segno di un risveglio delle coscienze e della rinascita del civile del nostro Paese”, è il commento a caldo dell’on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, alla notizia del raggiungimento del quorum a tutti e quattro i quesiti referendari. “Oggi il Paese ha dato un segnale inequivocabile. Il referendum segna una nuova rotta e nuove prospettive perché i cittadini ci indicano un futuro che dice no al nucleare perché scommette sulle rinnovabili, un futuro che non è disposto a svendere beni indisponibili come l’acqua alla logica del profitto, un futuro che vuole fortemente riaffermare i principi democratici di uguaglianza e giustizia sanciti dalla Costituzione e per i quali i nostri padri hanno sacrificato la vita”.
“La risposta della Toscana – aggiunge Evangelisti – è stata tra le più alte e coese di Italia. In molte province già ieri sera è stato raggiunto il quorum. La Toscana ha rappresentato un traino fondamentale in questa corsa al quorum, nonostante non proprio tutti, anche nel centrosinistra, abbiano remato con la stessa convinzione e nella stessa direzione”. “Penso soprattutto a certi Sindaci – spiega Evangelisti – che, se non rottamati, senz’altro escono con la carrozzeria parecchio ammaccata da questa tornata referendaria.
Maestri di equilibrismo, dopo essersi spesi a difesa della rendita dei privati nella gestione dell’acqua, nell’ultimo giorno di campagna referendaria qualcuno è stato così sfacciato da remare contro arrivando fino a prestare il proprio nome alla propaganda astensionista dei giornali filo-regime, come Libero. Un atteggiamento inaccettabile e irresponsabile, al quale i loro stessi cittadini hanno risposto con una sonora pernacchia”. “In questo momento però – conclude Evangelisti - il nostro pensiero e il nostro ringraziamento vanno soprattutto a tutti i militanti di Idv che, da due anni, hanno animato i banchetti referendari, a chi ha organizzato iniziative, ai nostri ragazzi che hanno battuto la regione sul camper del Referendum on the road, a chi ha permesso a migliaia di persone di poter votare fuori sedi, a tutti coloro che hanno speso tempo ed energie per il raggiungimento di questo obiettivo, nel Partito, nel centrosinistra, nei Comitati e nella società civile.
Quella di oggi, come dice il nostro Presidente Antonio Di Pietro, è davvero la vittoria di tutti, della parte più sana e matura del nostro Paese. Grazie di quorum!”. “E’ un’Italia capace di futuro, quella che ha contribuito al raggiungimento del quorum (come emerge dai primi dati e dalle proiezioni al momento disponibili). Fuori dai canali ufficiali dei media generalisti, mille volti e mille voci in rete non hanno ceduto alla consegna del silenzio o dell’indifferenza, dimostrando una voglia di partecipazione impetuosa, che si è espressa attraverso canali di comunicazione non convenzionali.
Il popolo italiano ha voluto dire la sua su scelte fondamentali per il futuro della comunità nazionale quali quelle relative alla gestione dell’energia e dell’acqua, nel rispetto del principio di equità sociale e tra la attuali generazioni e quelle future.”, commenta il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni. “Ha vinto la partecipazione. Oltre 25 milioni di cittadini sono andati a votare registrando una eccezionale inversione di tendenza rispetto ai referendum degli ultimi anni - dichiara Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana -.
Elettori di centro-sinistra, di sinistra, di centro, del terzo polo, di centro-destra, e persone che non votano più da tempo hanno consentito il superamento del quorum. E' un risultato straordinario, ancor più bello perchè trasversale. Un risultato in cui brilla la Toscana per essere una delle regioni dove si è votato di più”. “Un voto che rappresenta un plebiscito contro le centrali nucleari – continua Piero Baronti - , contro la privatizzazione dell'acqua e per una giustizia uguale per tutti.
Hanno perso i furbetti del quorum, tra loro Berlusconi e Bossi, quelli che ad ogni referendum, in modo scorretto, si dilettano a sommare il loro astensionismo con gli astensionisti fisiologici che non votano mai. Tutto questo per inventarsi maggioranze che non sono mai esistite”. “Questa volta ai furbetti del quorum è andata male - conclude Piero Baronti -. Da questi referendum hanno ricevuto una dura lezione che varrà per il futuro. Infine ha vinto l'Italia che partecipa e si impegna ogni giorno per l'ambiente e per i beni comuni”.
“Abbiamo vinto su tutti i fronti – afferma Elisa Meloni, segretario provinciale del Pd senese – a cominciare dal quorum che è stato abbattuto, nel nostro territorio, di circa 16 punti percentuali. Il Pd ha dato un grande contributo per il successo organizzando, in provincia di Siena, oltre cinquanta iniziative e più di cento volantinaggi. Mentre dal centrodestra è già partita la corsa a dichiarare che 'tutto resterà come prima', in realtà tre cose fondamentali sono già cambiate: oggi gli italiani hanno deciso di dire ‘no’ al nucleare, alla privatizzazione dell'acqua e al legittimo impedimento.
Oggi, poi, è cambiata soprattutto la situazione politica del Paese, con il governo che è stato sconfessato su tre temi fondamentali, come sono quelli dell’energia, della giustizia e dell’uso dell’acqua. Un esecutivo responsabile dovrebbe fare una riflessione profonda su questo risultato e prendere atto che la maggioranza politica non c'è più e trarne le conseguenze. A Berlusconi resta una maggioranza di Palazzo, ma gli italiani, con le elezioni amministrative, prima, e il referendum poi, hanno dato un segnale molto chiaro.
I senesi, ancora una volta, hanno dimostrato un alto senso civico recandosi a votare ed esercitando così un ‘diritto dovere’ fondamentale per il buon funzionamento della nostra democrazia”. “Con un secco quattro a zero – afferma Giulio Carli, reggente del Pd di Siena - gli italiani hanno dato un segnale inequivocabile al centrodestra. Il Pd di Siena ha contribuito con tante iniziative a raggiungere al successo, superando il quorum di circa 12 punti percentuali. Hanno vinto quattro sì per cancellare il legittimo impedimento; per dire no al nucleare e per ribadire che l’acqua è e deve restare un bene pubblico.
Gli italiani non si sono lasciati incantare della sirene irresponsabili dei leader della destra che invitavano ad andare al mare, così che oggi l’esecutivo deve fare i conti con una bocciatura su alcuni temi di governo fondamentali. Questa è anche una vittoria dello strumento referendario che torna, dopo sedici anni, a raggiungere il quorum. E’ la dimostrazione che, su temi importanti come quelli legati all’ambiente, all’energia e alla giustizia, gli italiani sono pronti a votare sempre.
Dopo tre vittorie, al primo turno delle amministrative, ai ballottaggi e al referendum, si apre una pagina nuova per l’Italia. La maggioranza resta tale in Parlamento, ma non esiste più nel Paese il vento è definitivamente cambiato e il Pd dovrà essere protagonista per scrivere una nuova pagina del nostro Paese”. “E’ una bella giornata per la democrazia - ha dichiarato Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera -. In poche settimane l’elettorato Italiano è tornato ad esprimersi e lo ha fatto invertendo il dato che per oltre 15 anni ha reso i Referendum ininfluenti non raggiungendo il quorum.
E’ un grande risultato. Lo è per l’uguaglianza dei cittadini davanti alla giustizia, lo è per grandi questioni come la gestione del servizio idrico. Quanto alla partita dell’atomo, con questo atto si pone la parola fine ad ogni velleità nucleare nel nostro Paese. Adesso il Governo riparta da un serio rilancio delle politiche sulle rinnovabili, con un sostegno alla ricerca e alle imprese di questo comparto. Come le stesse imprese e i lavoratori, anche del senese, attendono da mesi!”. “Un risultato molto importante, dove la provincia di Siena, ancora una volta, ha fatto sentire forte la sua voce su temi che riguardano il futuro del nostro Paese, dalla gestione dell'acqua e dei servizi pubblici essenziali al nucleare fino all'uguaglianza di tutti di fronte alla legge”.
E’ questo il primo commento di Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena sul raggiungimento del quorum per i quattro quesiti referendari, al centro della due giorni di ieri, domenica 12 e lunedì 13 giugno. “In provincia di Siena - continua Bezzini - l’affluenza alle urne ha registrato una media superiore al 66 per cento, dopo che già ieri sera alle ore 22 aveva superato il 50 per cento, e si conferma come uno dei dati più alti della Toscana e dell’Italia. Con questo voto, sinonimo di grande senso civico, sensibilità e voglia di partecipare alla vita politica del Paese, gli italiani, e i senesi, hanno chiesto un'Italia migliore, che punta sull'ambiente, sulla ricerca, sull'innovazione, sulla green economy e dove la legge è veramente uguale per tutti”.
“Accanto alla sottrazione dell’acqua alla logica delle leggi di mercato, in quanto bene pubblico, e all’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza distinzioni - aggiunge Bezzini - salutiamo con grande piacere il respingimento dei piani di sviluppo del nucleare, fonte energetica pericolosa. Questo risultato ci impone, adesso, di lavorare in maniera decisa al potenziamento delle energie rinnovabili e alle misure per raggiungere l’efficientamento energetico, due settori sui quali la Provincia di Siena punta molto, in vista dell’obiettivo di Siena Carbon Free 2015, per garantire alle future generazioni uno sviluppo del territorio che sia sostenibile sul piano ambientale e in grado di produrre nuove opportunità di lavoro”.
“Un risultato storico di partecipazione che ci conferma come uno dei territori con il più alto tasso di civismo del Paese - così Brenda Barnini, segretario Pd Empolese Valdelsa, commenta il raggiungimento del quorum al referendum. Il Partito democratico nei nostri undici comuni si è speso moltissimo per informare tutti i cittadini, sostituendosi, insieme alla rete, alla mancanza di informazione dei mezzi di comunicazione nazionale. Nel Circondario Empolese Valdelsa hanno votato 90485 persone, l’affluenza è stata del 69.36%.
In sette comuni su undici si è superato il 70% della partecipazione, a Empoli si è raggiunto il 70,8%. L'Italia s'è desta! Ormai è chiaro in tutto il paese, il vento che avevamo visto alle amministrative si è diffuso da Nord a Sud. Adesso è bene che il governo prenda atto della situazione e che il Presidente del consiglio vada da Napolitano rimettendo nelle sue mani la decisione su come procedere senza continuare a far finta che tutto vada bene. Una vittoria culturale e popolare. Sono soddisfatta di questo risultato che va al di là delle nostre aspettative, la gente ha fatto sentire la propria voce scegliendo lo strumento principe che la nostra democrazia ci offre: il voto.
Si tratta di un movimento civico e etico che ha mobilitato tutto il Paese. Un ringraziamento a tutti gli elettori del Partito democratico che hanno contribuito in modo decisivo al raggiungimento del quorum nazionale”. “I risultati di questa tornata referendaria offrono un risultato inequivocabile – ha dichiarato Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze -. Nel nostro Paese, si fa strada un visione diversa della gestione dei beni comuni, e più in generale della democrazia italiana.
Certamente nel merito, lo scrutinio dei quesiti referendari ci dice che su temi come acqua, ambiente, energia, uguaglianza, la società italiana non intende scrivere deleghe in bianco, soprattutto quando si tratta di sottoporli alle esigenze del mercato. Ma altrettanto sicuramente va sottolineato il dato dell'affluenza che non si è limitato a consentire il raggiungimento del quorum, e dunque la validità della consultazione. L'alta partecipazione al voto è un segnale importante tanto quanto il merito delle questioni.
Il Paese è stanco, avverte il bisogno di riprendere in mano il proprio destino. Comincia a sentire che lasciarsi abbindolare da sirene populistiche non offre conforto alle proprie incertezze. Dopo non aver sprecato l'occasione offerta da questa tornata referendaria, ora è necessario non sprecarne un'altra: lavorare affinché il vento di cambiamento che soffia sul nostro Paese si trasformi in una progetto di governo alternativo non solo al governo Berlusconi, ma anche a quel berlusconismo che ha invaso pesantemente il modo di pensare e di agire anche di settori della società non direttamente riconducibili al blocco sociale delle destre”. “Il risultato numerico alla luce delle precedenti consultazioni, tutte fallite, e per i ripetuti e fallosi tentativi del Governo di affossare i quesiti, è straordinario, ma quello politico è eclatante e rafforza la mezza rivoluzione iniziata con il voto amministrativo di neppure un mese fa”.
A dirlo è Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI, commentando i risultati dello scrutinio referendario. “E' il secondo avviso di sfratto per Berlusconi – conclude Nencini – ma ciò non significa affatto che il governo, come ci piacerebbe, stia per cadere da un minuto all’altro. Sicuramente ci saranno scosse di assestamento e prevedibili colpi di coda. I prossimi mesi saranno decisivi per delineare i valori in campo alle prossime elezioni politiche ed il centrosinistra dovrà sfruttarli bene.
È ancora troppo marcato il deficit di riformismo e, se resta così, il futuro potrebbe essere meno propizio di questo presente amministrativo-referendario”. “L’Italia s’è desta. Il regno delle menzogne cede il passo alla repubblica dei cittadini – è quanto si legge in una nota dell'Italia dei Valori -. Gli italiani, a grande maggioranza, vogliono che i servizi pubblici e l’acqua in particolare vengano gestiti dalla mano pubblica senza consentire rapine ai privati; vogliono un modello di sviluppo basato su energie pulite, rinnovabili e diffuse; ma vogliono soprattutto che la legge sia uguale per tutti, senza illegittimi impedimenti o altre furbate.
Un segnale inequivocabile anche per quei “rottamatori” che avevano invitato a votare “no” perché volevano salvare la remunerazione del capitale investito, a prescindere dalla bontà dell’investimento e contro i principi liberali nei quali affermano di credere. Il capitalismo assistito rappresenta uno dei principali freni allo sviluppo poiché drena risorse essenziali a vantaggio di settori che divengono parassitari e che condizionano i settori produttivi. Un grazie immenso a tutti i militanti dell’Italia dei Valori con i quali un anno fa – in perfetta solitudine rispetto alle altre forze del centro sinistra – abbiamo raccolto le firme referendarie contribuendo al successo di oggi.
L’Italia dei Valori si conferma il partito che trascina il centro sinistra verso il successo, oltre Berlusconi, e continuerà il suo impegno per le altre priorità: lavoro, occupazione, ripresa economica”. “Il voto al referendum è stato fortemente politico, legato anche al giudizio sul Governo in carica e segnala una nuova stagione di partecipazione e di coscienza collettiva. E’ avvenuto un fatto importante che ha visto la mobilitazione di milioni di italiani di tutti gli orientamenti politici, spinti non solo dal contenuto, a volte molto tecnico, dei quesiti referendari.
L’esito referendario dovrà essere rispettato, ma da subito occorre affrontare i problemi concreti derivanti dal quadro normativo che emerge dalle abrogazioni.” Questo in sintesi il commento di Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana (l’associazione regionale delle aziende di servizio pubblico) all’esito del referendum. “Per quanto riguarda il quesito sull’articolo 23 bis, relativo all’affidamento dei servizi di rilevanza economica, - ha spiegato De Girolamo - la stessa Corte Costituzionale nella sentenza di ammissibilità, dichiara che l’eventuale abrogazione comporterà automaticamente il rispetto del diritto comunitario in materia di gare, partenariati pubblico privati e affidamenti in house.
In Italia, quindi, al di là di quanto sostenuto dai sostenitori del sì, si potranno fare gare, vinte da soggetti pubblici o privati, spa miste o aziende in house. Quello che è stato ottenuto è l’abrogazione delle limitazioni che la legge nazionale (Decreto Ronchi-Fitto) introduceva all’utilizzo degli affidamenti in house”. “L’effetto principale del referendum, quindi, sarà - secondo De Girolamo - quello di aver abrogato la “fase transitoria” contenuta nell’articolo 23 bis, con la scadenza anticipata di tutti gli affidamenti in house al 31 dicembre 2011.
Si tratta di un effetto collaterale del referendum che potrebbe avere conseguenze importanti in Toscana, sulle procedure di affidamento in corso sui servizi di gestione dei rifiuti urbani, da parte degli Ambiti. Le gare potevano, infatti, avere come oggetto la quasi totalità di comuni toscani proprio in virtù di quella norma che stabiliva la cessazione di tutti gli affidamenti alla fine di quest’anno. Questo elemento oggi viene meno e si rendono possibili quindi altri percorsi per la nascita di gestioni a scala di ambito che non sia la gara”.
“Occorre pertanto – ha commentato De Girolamo - che le Autorità di Ambito, i Comuni, ma anche la stessa Regione, valutino attentamente questa novità, al fine di non fermare il processo di riforma avviato”. “Per quanto riguarda il quesito sull’“adeguata remunerazione del capitale investito” nella tariffa idrica si apre una fase di incertezza normativa che rischia di paralizzare sia gli aspetti gestionali che lo sviluppo dei piani di investimento. – ha proseguito il presidente dell’Associazione.
Sarà compito delle Autorità di Ambito, e quindi dei Comuni, chiarire ai gestori gli effetti del referendum sulle convenzioni in essere, i piani tariffari e la realizzazione dei piani di investimento e la loro finanziabilità. “Questa incertezza – ha auspicato De Girolamo - dovrà essere risolta nel più breve tempo possibile attraverso una norma nazionale, coordinata con la Conferenza Stato-Regioni, che punti ad applicare subito in Italia la Direttiva Comunitaria in materia di acque e la successiva Comunicazione interpretativa della Commissione sulla tariffazione idrica del 2000.
Solo così potrà essere ristabilito un corretto funzionamento di un mercato delicato e strategico, evitare contenziosi e possibili blocchi di investimenti urgenti, sia per i loro effetti ambientali che per quelli economici e occupazionali”. “Ancora una volta l’invito ad andare al mare, ad astenersi, a distanza di venti anni, può rappresentare la fine di un ciclo. La vittoria dei referendum, il raggiungimento del quorum rappresentano una sonora sconfitta per il governo ed il ritorno ad una partecipazione dei cittadini su questioni importanti per la vita del paese.
In questo contesto, ancora una volta la Toscana fa la differenza con una presenza alle urne davvero straordinaria”. Lo sostiene, in una nota, il senatore Andrea Marcucci (PD): “In poche settimane i cittadini, hanno demolito i ‘pateracchi’ che hanno tenuto in piedi l’esecutivo Berlusconi- prosegue parlamentare- è arrivata l’ora di prenderne atto e di cogliere l’occasione della verifica prevista per il 22 giugno con le dimissioni. Anche per il Partito Democratico è arrivato il momento della responsabilità, bisogna assicurare un programma di governo riformista, che rilanci l’economia italiana senza scassare i conti pubblici”. “Il risultato del referendum è straordinario, in Toscana siamo stati tra i primi a raggiungere il quorum e ci sono stati risultati entusiasmanti in Valdarno, a Cavriglia in particolare siamo al 73% e si raggiunge addirittura il picco del 76% nella sezione del centro.
E’ il risultato di una campagna alla quale sono orgoglioso di aver partecipato e che dimostra come i cittadini abbiano voglia di partecipare e dire la propria su questioni così importanti e delicate come acqua, nucleare e legittimo impedimento”. Così un soddisfatto Enzo Brogi, consigliere regionale del Pd, commenta i risultati del referendum. “Da questi risultati – continua Brogi – esce sconfitta la politica di chi ha voluto dare poca importanza alla consultazione, stavolta però gli elettori hanno risposto con grande forza a chi voleva decidere senza il loro parere.
La Toscana e il Valdarno hanno confermato l’attenzione e la sensibilità per certe tematiche. Per il Governo – conclude Brogi – non si può che certificare un’ulteriore sconfitta dopo lo tsunami delle amministrative”. “Chi dà una lettura ai risultati del referendum in un’ottica politica avversa al centrodestra, o di politica non ci capisce granché, o si diverte a strumentalizzare a proprio piacimento gli esiti di questa tornata”. È quanto sostiene il capogruppo della Lega Nord Toscana in Regione, Antonio Gambetta Vianna, alla chiusura dei seggi.
“Questi referendum – spiega il consigliere regionale italobrasiliano – non hanno colore politico e non sono certamente dei segnali contro Silvio Berlusconi, né contro il Governo. Chi ha reso la campagna referendaria una lotta contro il Premier ha commesso un grave errore oltre che una grave scorrettezza. Chi si è comportato così ha ingannato gli elettori perché li ha mandati a votare senza spiegar loro a fondo le conseguenze dei “sì” e dei “no”. La Lega Nord ha lasciato ai propri elettori e tesserati piena autonomia decisionale.
Penso che i leghisti – conclude Gambetta Vianna – siano andati in massa a votare secondo coscienza, a dimostrazione che il voto referendario non ha colore politico”. “L’esito referendario impone ora alla Regione Toscana di bloccare tutte le procedure di messa a gara dei servizi, per lo meno in attesa che le nuove norme si adeguino al volere espresso dai cittadini”. Lo hanno dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti e del Consigliere regionale del Pdl Nicola Nascosti, che continuano: “Questo sarà uno dei primi effetti di un referendum in cui hanno prevalso interessi ideologici che poco avevano a che fare con il contenuto dei quesiti.
Ora la sinistra non pensi che per questo il governo debba subire battute d’arresto, ma non pensi neppure di continuare a gestire i servizi come se nulla fosse accaduto. I cittadini si sono espressi e adesso la Toscana bisognerà che li ascolti: dunque stop alle gare e niente proroghe ai gestori”. "Grande soddisfazione per un quorum niente affatto scontato e raggiunto grazie alle migliaia di attivisti/e che per anni hanno organizzato sui temi dei 4 referendum incontri e manifestazioni pubbliche, hanno lavorato per le strade e in rete, traducendo negli ultimi mesi quesiti dalla formulazione astrusa in concetti semplici e efficaci." questa la dichiarazione di Ornella De Zordo di perUnaltracittà che ha aggiunto: "Si sono lasciati dietro televisioni e partiti, sapendo che la posta in gioco era alta: non si trattava solo di evitare bollette più salate o non volere una centrale nel famoso cortile di casa; qui i concetti chiamati in causa sono quelli dei beni comuni e a uscire sconfitta oggi è la cultura del liberismo, dell'individualismo, del consumismo.
Una cultura radicata come sappiamo anche in un centro-sinistra che proprio in Toscana ha voluto quel modello di gestione dei servizi a cui la maggioranza degli italiani oggi ha detto no. E che ci prendeva per visionari quando già nel 2002 il movimento parlava della ripubblicizzazione dell'acqua; ora molti di quelli sembrano convertiti a principi di una nuova economia; ne prendiamo atto e ci aspettiamo dunque dei cambiamenti." De Zordo ha poi concluso: "Altri, ciecamente rivolti all'indietro, hanno continuato a sostenere la bontà della gestione privatistica dei servizi, dichiarando di votare no al secondo quesito sull'acqua e predisponendosi persino a privatizzare aziende del trasposto pubblico locale.
Si dovranno rendere conto che il futuro è altro e che, sì, questo - anche se si sono affannati a negarlo - è stato innegabilmente anche un voto contro il berlusconismo. Da qui ora dobbiamo ripartire, più fiduciosi e attenti a non disperdere il prezioso lavoro fatto insieme a tanti compagni e compagne di strada." “E adesso vediamo come la sinistra della partecipazione, che elogia i risultati dei referendum come un imponente segnale di partecipazione, giustificherebbe l’intervento della forza pubblica richiesto a gran voce in Val di Susa per imporre la TAV a una popolazione che, unita e consapevole, la rifiuta in nome della tutela del territorio e dell’erario!” Questo il commento dell’associazione ecologista toscana Idra dopo i risultati dei referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento. “Dopo sedici anni l'istituto del referendum torna ad essere utilizzato dalla maggioranza degli italiani, il che dimostra che quando si vota per materie importanti i cittadini esercitano il loro diritto al voto anche in pieno giugno.
Siena ha dato ancora una volta prova di grande senso civico e di partecipazione, superando il quorum di oltre 12 punti percentuali”. E’ questo il commento di Franco Ceccuzzi al risultato dei referendum. “Il successo del referendum - prosegue Ceccuzzi - dovrebbe essere anche una lezione per chi, come i Radicali, in questi anni ha abusato nel ricorrere a questo importante strumento, rischiando di indebolirlo. Gli elettori oggi hanno bocciato il governo sul fronte della politica energetica e della privatizzazione senza regole dei servizi pubblici, visto che questo esecutivo oltre al decreto Ronchi ha anche soppresso le autorità di ambito, limitando di fatto il coinvolgimento dei cittadini sui processi decisionali per servizi essenziali come quello dell’acqua o dei rifiuti.
Gli italiani, inoltre, hanno bocciato la politica delle leggi ad personam, dicendo chiaramente che l’articolo 3 della Costituzione non si tocca e che la legge è uguale per tutti. Sono stati, dunque, sconfessati i comportamenti dissennati del premier ed escono rafforzate le istituzioni di garanzia come la Presidenza della Repubblica e la Corte Costitizionale che, con sapienza politica, hanno retto le sorti del Paese e consentito agli italiani di votare di fronte all’irresponsabilità di Berlusconi.
Nel giro di poche settimane il governo è stato sfiduciato due volte, con le amministrative e con i referendum, e il parlamento, oggi, è retto da un gruppo di deputati trasformisti. Il Paese chiede un cambiamento, sta al Pd e al centrosinistra costruire un nuovo progetto di governo per gli italiani”. Acqua; nucleare; legittimo impedimento: per il gruppo provinciale di Rifondazione comunista la grande partecipazione popolare ai quesiti referendari "ottiene una straordinaria vittoria che né il governo Berlusconi né tutto il neoliberismo potranno ignorare".
"Vince la Costituzione Repubblicana nata dalla lotta di liberazione - si legge in una nota firmata da Andrea Calò, Lorenzo Verdi e Riccardo Seghezzi - Le privatizzazioni portare avanti in questi decenni dal Centrodestra e dal Centrosinistra subiscono una pesante battuta di arresto". Il mercato, le imprese e i grandi interessi economici "fondati sul profitto e la mercificazione dei beni comuni hanno una risposta di classe: prima di tutto l’ambiente, i diritti, la salute. Un altro mondo è possibile.
Basta volerlo". Rifondazione comunista "ringrazia tutti i cittadini, i comitati promotori dei referendum e per la partecipazione e per l'impegno. Da oggi costruiamo un futuro migliore". I Giovani Democratici della Toscana festeggiano per il risultato del referendum. “Un dato storico che rilancia il futuro di questo Paese - dice Andrea Giorgio, segretario regionale dei Giovani Democratici della Toscana –. Vogliamo scrivere noi il nostro futuro, la grande partecipazione dei ragazzi al voto dimostra che questa è ormai un’ambizione generazionale: finito il tempo del disimpegno e dell’antipolitica, chiamiamo i giovani a raccolta per dimostrare che la politica può essere diversa e migliore attraverso l’impegno di tutti noi”.