Le antiche Scuderie del museo Stbbert, adesso in stato di abbandono, saranno completamente restaurate e ospiteranno una sala conferenze e una biblioteca. I lavori costeranno 1,2 milioni di euro e dureranno 2 anni. Lo prevede il progetto preliminare curato dalle Belle arti del Comune e approvato dalla giunta. Il museo Stibbert, per volontà testamentarie e dopo la rinuncia del Governo inglese, è passato al Comune ed è gestito dall’ente ‘Opera Museo Stibbert’ ma, data la scarsità di fondi di quest’ultima, l’amministrazione interviene con propri finanziamenti per la manutenzione e il restauro del complesso. Le Scuderie sono state edificate intorno al 1853 e non sono mai state oggetto di restauri, tanto che nel tempo hanno subito un forte deterioramento a causa soprattutto delle infiltrazioni di acqua dal tetto. Il progetto approvato dalla giunta ha un duplice scopo: restaurare e consolidare l’edificio e riqualificarlo alle nuove detinazioni d’uso richieste dall’Opera.
In particolare, al piano terra, dal lato sud, saranno realizzate una sala conferenze e una biblioteca, con bagni per il pubblico, mentre le sale a nord rimarranno destinate a deposito. Al primo piano l’attuale abitazione del custode diventerà sede di uffici dell’Opera mentre nella zona a nord - adesso completamente inagibile - sarà realizzato un miniappartamento per il guardiano. E’ previsto un intervento di restauro e di risanamento totale: dal consolidamento strutturale al recupero dell’ala non agibile, alla messa a norma degli impianti con l’inserimento di un ascensore di collegamento tra i due piani, all’inserimento di nuovi bagni per il pubblico.
In particolare, il fabbricato sarà oggetto di un accurato consolidamento che interesserà le fondazioni, i muri, i solai. Il tetto, fatiscente per le infiltrazioni d’acqua, sarà completamente risanato. L’intervento sarà completato con il ripristino delle facciate e il restauro degli infissi, dei grandi portoni e delle decorazioni. Nel novembre scorso un elemento di un capitello dell’arco dei Lorena in piazza della Libertà cadde a terra a causa delle forti piogge e la struttura fu transennata per motivi di sicurezza.
Lunedì prossimo partiranno i lavori di manutenzione straordinaria e di ricognizione della superficie. Non saranno montati ponteggi: l’intero intervento, che durerà una ventina di giorni e costerà 50 mila euro, sarà realizzato da tecnici-alpinisti di una ditta di Milano, esperti in lavori e restauri di alta quota. L’intervento prevede la ricognizione dei paramenti murari e delle decorazioni per assicurarne la conservazione, eliminare gli stati di degrado in atto e al contempo prevenire i possibili rischi per la sicurezza della pubblica incolumità.
La struttura infatti, spiegano dalle Belle arti, è fortemente igroscopica e forti piogge o sbalzi repentini di temperatura la possono mettere a rischio. L'arco, progettato dall'architetto lorenese Jean Nicolas Jadot, fu costruito per salutare il solenne ingresso a Firenze di Francesco Stefano di Lorena, che veniva a prendere possesso del Granducato di Toscana. I lavori iniziarono il 16 dicembre 1738 e, per quanto condotti a tappe forzate (vennero utilizzati 4.000 uomini in quattro turni giornalieri e notturni), non furono finiti in tempo.
All'arrivo del Granduca, avvenuto il 19 gennaio 1739, la muratura giungeva all'altezza dei tre archi; la parte superiore fu temporaneamente sostituita con strutture in legno e tele dipinte, raffiguranti l'intero progetto dell'arco, comprendente anche una parte plastica costituita da statue e bassorilievi. Terminate le cerimonie per il Granduca, si pensò di non demolire l'arco, che venne quindi portato a termine e decorato con l'imponente apparato attualmente esistente, realizzato tra il 1740 e il 1759. L’opera di “piazza della porta a San Gallo”, divenuta poi “piazza Cavour”, oggi “della Libertà”, fu il primo arco trionfale a carattere permanente costruito in Italia in epoca moderna e mostra evidenti richiami a modelli di archi trionfali romani. La decorazione plastica è costituita da quindici figure allegoriche, un fregio con motivi araldici, quattro trofei d'armi, sei bassorilievi con episodi della vita di Francesco Stefano e, sulla sommità, una statua equestre dello stesso Granduca.