Tanti cittadini, sia adulti che bambini, hanno affollato oggi i Musei di Scienze Naturali, gli Orti Botanici e le altre strutture che hanno partecipato all’iniziativa Biodiversa-mente, voluta da WWF e Associazione Nazionale Musei Scientifici per evidenziare l’importanza e il ruolo delle strutture dedicate alla conoscenza, alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio naturale. Fra le strutture che hanno partecipato in Toscana citiamo: Museo di Storia Naturale Sezione Orto Botanico di Firenze, Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici e Orto Botanico di Siena, Museo di Storia Naturale della Maremma di Grosseto, Aquarium Mondo Marino di Massa Marittima, Museo Etrusco di Bientina, oltre alle Oasi WWF di Bosco Rocconi, Burano, Orbetello, Orti Bottagone, San Felice, Stagni di Focognano. “E’ una ennesima conferma di quel desiderio e di quel bisogno di natura, scienza e cultura che è presente fra i cittadini - hanno dichiarato il presidente del Museo di Storia Naturale Giovanni Pratesi e Guido Scoccianti Consigliere nazionale WWF Italia ed il ricercatore dell’Università di Firenze Stefano Cannicci, in occasione della conferenza stampa indetta presso l’Auletta di Botanica dell’Orto Botanico del museo di Storia Naturale di Firenze - e che si scontra però con una crisi sempre più grave delle Strutture dedicate a questo settore, dovuta ad una cronica ridotta disponibilità di fondi diventata oggi assoluta emergenza a seguito dei tagli previsti dalla manovra economica 2011-2012 varata dal Governo” Alcuni numeri: taglio del 50% dei finanziamenti ai Parchi Nazionali (25 milioni di euro in meno alle aree protette); taglio di oltre il 60% dei trasferimenti da entrate erariali alle Regioni ed Enti Locali, pari per il complesso delle Regioni a 4 miliardi di euro nel 2011, tagli che colpiranno fortemente i settori Ambiente e Cultura; grave riduzione dei fondi destinati al Ministero per l’Ambiente che passano dai circa 1.700 milioni di euro garantiti nel 2008, ai 590 milioni di euro del 2011; i fondi per la ricerca ogni anno scendono.
Dal 2004 al 2009 (anno dello stanziamento su cui si stanno definendo le graduatorie dei progetti dell’anno in corso) abbiamo perso 32 milioni di euro con i fondi destinati alla ricerca dal Ministero dell’Università e della Ricerca che sono passati da 137 a 105 milioni di euro, perdendo un quarto della sua entità. E a livello regionale cosa succederà? Dai primi documenti che la Regione sta approntando per arrivare alla definizione della legge di bilancio 2011, si conferma una situazione assolutamente critica.
La Regione Toscana vede infatti ridursi i suoi introiti dallo Stato centrale di ben 320 milioni di euro. Ciò sta implicando una manovra di pesanti tagli e ridimensionamenti delle strutture regionali, degli enti collegati e delle loro attività, ma questo, che già potrà causare gravi difficoltà su vari aspetti, potrà coprire comunque solo una frazione della cifra complessiva. Il resto della riduzione di spesa non potrà che abbattersi direttamente sui vari settori, fra cui si citano già esplicitamente cultura, ambiente, agricoltura, stato sociale. I parchi e il sistema delle aree protette nel suo complesso rischiano la paralisi e l’inefficacia. Giovanni Pratesi, Presidente del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze ha dichiarato: “I musei sono depositari di un patrimonio unico e irripetibile, di testimonianze che devono essere conservate e adeguatamente valorizzate.
E i beni naturalistici - che fanno parte della più ampia categoria dei beni culturali - sono da considerarsi beni sociali irrinunciabili. Se non vogliamo perdere la nostra identità e se vogliamo conservare questi fondamentali strumenti di educazione e sensibilizzazione, dobbiamo garantire una vita dignitosa a tutte le istituzioni museali”. Nel contempo l’Università con la riforma Gelmini in discussione vede sempre più ridursi gli spazi per una ricerca degna di questo nome. Il taglio dei fondi pubblici e l’ipotesi che vi si possa far fronte con i fondi dei privati evidentemente mette in ginocchio la ricerca di base e in particolare quella sulla biodiversità, laddove la ricerca è finalizzata allo studio e alla conservazione di aspetti che hanno un valore reale anche enorme (come l’ambiente e le sue componenti) ma non un tornaconto economico immediato, che è ciò che il privato cerca.
“I Ricercatori italiani, - ha dichiarato Stefano Cannicci, ricercatore dell’Università di Firenze - senza più fondi e senza prospettive di futuro, hanno aperto un fronte di protesta in tutta Italia che sta chiedendo cambi di direzione urgenti e precisi, senza però ottenere alcuna risposta concreta. E non si tratta solo della protesta di una categoria, ma del segno di una Università Pubblica (quella di tutti i cittadini, quella dei nostri figli e nipoti, quella che dovrebbe fornire le idee per un futuro migliore) che muore.” Mentre si riducono i finanziamenti pubblici per la conservazione della Natura e per la ricerca il Governo e le Regioni adottano la Strategia Nazionale per la Biodiversità, in attuazione dell’art.
6 della Convenzione Internazionale sulla biodiversità. Senza risorse finanziarie nei bilanci del Ministero dell’Ambiente e delle Regioni dedicate alla sua attuazione la Strategia Nazionale per la Biodiversità rischia di restare però solo una dichiarazione d’intenti priva di ogni concreta operatività. La conservazione della natura, come la sanità, l’istruzione, la cultura, rappresenta un bene pubblico collettivo e deve essere garantita da una adeguata spesa pubblica. “In previsione dell’approvazione della nuova Legge Finanziaria e dei bilanci regionali, il WWF Italia unito oggi all’ANMS nella comune iniziativa Biodiversa-mente - ha dichiarato Guido Scoccianti consigliere nazionale del WWF Italia - lancia l’appello “Metti in conto la natura” per il finanziamento pubblico alla ricerca scientifica e alla conservazione della bidiversità, chiedendo al Governo ed alle Regioni di assicurare: adeguati finanziamenti che siano gestiti su scala nazionale dal Ministero dell’Ambiente e in ambito locale dagli Assessorati regionali all’ambiente per realizzare gli obiettivi e gli interventi previsti nella Strategia Nazionale per la Biodiversità e nei Piani d’azione delle Regioni; le risorse indispensabili per la gestione delle aree naturali protette, superando il taglio del 50% dei finanziamenti ai Parchi Nazionali già nella prossima Legge Finanziaria; adeguate risorse per sostenere la ricerca scientifica per la conservazione della biodiversità; il monitoraggio delle specie e degli habitat; la gestione dei musei scientifici, degli ecomusei, degli orti botanici e dei centri per la conservazione ex situ; incentivare l’innovazione nella progettazione e realizzazione degli interventi sul territorio; le risorse indispensabili per sostenere l’educazione ambientale, mantenendo operativo il sistema INFEA (la rete dei centri di educazione e formazione ambientale) delle Regioni; accrescere le competenze tecniche; garantire l’informazione diffusa ai cittadini.
La conservazione della natura è il migliore degli investimenti che un Paese moderno e civile può fare nell’interesse dei suoi cittadini e delle generazioni future”. La foto è tratta dall'album di shadowfax2008 su Flickr.