L'assessore regionale al welfare Salvatore Allocca (Federazione della Sinistra - Verdi) è salito ieri sul tetto dell'Albergo Popolare sito in via della Chiesa, in Oltrarno, per denunciare l'attacco senza precedenti del Governo allo stato sociale, ai diritti di cittadini e lavoratori. L'assessore ha dichiarato: "Il Governo fa macelleria sociale: i cittadini e i lavoratori sono parte lesa, così come Regioni ed enti locali. Sul tetto per denunciare una situazione insostenibile che chiede anche agli amministratori il massimo di contrasto e mobilitazione". Allocca ha anche dichiarato di aver avvertito il presidente della Regione Enrico Rossi: "l'ho chiamato mentre stavo salendo, mi ha raccomandato di non farmi male". Questa notte, a dormire sul tetto assieme all'ex senatore del Prc, c'erano anche Luca Ciabatti, ex consigliere regionale del Prc, e Paolo Marini, consigliere regionale (Fds-Verdi).
Quest'ultimo stamane è sceso e il suo posto è stato preso da un altro esponente del partito. Riportiamo di seguito il comunicato diffuso ieri. I cittadini ed i lavoratori sono, insieme alla Regione Toscana, parte lesa. Il decreto legge n. 78 del 2010 "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica"arriva dopo una crisi economica a lungo negata che ha impoverito le famiglie e colpito il tessuto produttivo del paese. L'impianto della manovra non ha alcuna posta destinata allo sviluppo ed alla equità, ma ha come unico riferimento la riduzione della spesa pubblica di Regioni ed EE.LL.
e, con essa, la riduzione della quota destinata agli interventi sociali, al trasporto pubblico, al sostegno dell'occupazione, il non rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, alla sanità, alla scuola. Una riduzione drastica che arriva alla fine di un triennio in cui il governo Berlusconi aveva già messo ripetutamente le mani nelle tasche degli Enti Locali e quindi dei cittadini a cui sono destinati i servizi. Basti ricordare: il Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS), trasferito alla Regione, passato dai 62,677 milioni di euro del 2007 ai 24,904 del 2010 ed erogati ad oggi solo al 50%, le risorse per la salute incrementate di percentuali molto al di sotto dell'inflazione sanitaria, il ridimensionamento del fondo per il sostegno agli affitti fino ad una cifra nettamente inferiore ad un premio del superenalotto, il perdurare dell'assenza di una concreta politica per la casa. E' alla fine di questa cura che arriva, con il Decreto 78, il taglio per la Regione Toscana di 320 milioni di euro per il 2011 e di 360 milioni per il 2012.
Una somma a cui si aggiunge quanto negato a Province e Comuni dello stesso territorio. Una somma che chiama la Giunta Regionale ad uno sforzo enorme per chiudere in pareggio e senza esercizio provvisorio, il bilancio di previsione 2011. Un pareggio da conquistare attraverso l'eliminazione virtuosa degli sprechi, attraverso la riduzione drastica dei costi di funzionamento della macchia amministrativa e della rappresentanza politica, attraverso la razionalizzazione della erogazione dei servizi, ma un pareggio che non può non prevedere, vista la consistenza della diminuzione delle entrate, inevitabilmente misure dolorose per i lavoratori e per gli utenti. Ogni servizio lascia sul campo una fetta importante di risorse, mentre il "patto di stabilità" impedisce anche l'utilizzo di somme presenti nei bilanci ed altrimenti immediatamente disponibili producendo ritardi ingiustificabili nella riscossione di somme dovute agli enti locali, alle imprese di servizi, ai fornitori. La condizione di "pareggio" può essere raggiunta oggi superando il limite della sostenibilità sociale, ma come ulteriore elemento di preoccupazione, dovendo ricorrere anche a misure una tantum, non può essere riprodotta per più di un esercizio senza spingersi molto oltre questo limite. Occorre quindi non assuefarsi alla cura Tremonti e rilanciare l'iniziativa affinché siano chiare le responsabilità dei tagli ed affinché si determino le condizioni per un cambio di politiche che mettano finalmente mano alla ridistribuzione della ricchezza ed al rilancio dei consumi interni compressi dalla crisi. Lavoratori e famiglie non possono continuare a vedere peggiorare la loro condizioni di vita attraverso il combinato disposto della diminuzione del reddito e dei servizi erogati. Occorre un netto profilo di opposizione al Governo di destra ed alla sua politica economica. E' necessario impedire che l'applicazione del "federalismo" divenga un nuovo centralismo a trazione leghista e che le Regioni vedano garantito un efficace sistema di perequazione insieme ad un reale spazio di autonomia impositiva. In questi mesi centinaia e centinaia di lavoratori sono saliti sui tetti per difendere assieme al loro posto di lavoro, le fabbriche delocalizzate, i diritti e la dignità di tutti. Lo hanno fatto i lavoratori! Può farlo anche qualche amministratore, a Firenze come in altre città, qualsiasi sia l'istituzione in cui esercita il proprio compito.
Può farlo denunciando i problemi senza rinunciare a cercare le quotidiane soluzioni. Può farlo in Toscana come altrove, per chiedere una svolta nel governo dell'economia, per chiedere da subito lo scorporo delle spese sociali dal patto di stabilità, per chiedere che si impegnino risorse per rispondere alla emergenza casa, per chiedere che mentre aumenta la febbre della crisi non si diminuiscano gli interventi di sostegno, che non si separi l'obiettivo della ripresa economica da quello del mantenimento della coesione sociale, per chiedere che si salvaguardi la reale autonomia dei territori. Dobbiamo chiederlo, possiamo ottenerlo. Salvatore Allocca, Assessore Regione Toscana Condivisione e sostegno all'iniziativa dell'assessore Allocca è giunta anche dalla consigliera comunale De Zordo.