Firenze, 22 luglio 2008- Oltre 100mila imprese manifatturiere (un terzo del totale e il 15% in più dell'anno precedente) sono le prime attrici del balzo in avanti compiuto dall'export italiano nel 2007. Con 359 miliardi di euro di valore di vendite all'estero di beni e servizi e una crescita dell'8% rispetto al 2006, il Sistema Italia è salito così al quarto posto nella classifica dei Paesi esportatori nell'Europa a 27. Prima nella graduatoria è la Germania, con un valore delle esportazioni quasi tre volte superiore a quello italiano, quindi la Francia e i Paesi Bassi.
Sebbene il 2008 non presenti davvero gli stessi venti favorevoli dello scorso anno, alcuni territori e alcuni settori sembrano avere le carte in regola per mantenere performance consistenti. Tra questi, Firenze, che tra il 2006 e il 2007 ha messo a segno un incremento delle vendite all'estero dell'11,1% e è risultata terza nella guaduatoria delle province italiane per valore dell'export del Sistema Moda con oltre 3 miliardi di euro di venduto e 13ª in quella del settore alimentare.
Ma quali strategie stanno seguendo le imprese italiane per restare competitive sui mercati internazionali pur in presenza di un evidente aumento della concorrenza? Di questo si è discusso oggi a Firenze, nel corso della presentazione pubblica dell'ultimo numero della rivista di Unioncamere, Sviluppo.
All'incontro hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio, Luca Mantellassi, l'ambasciatore Luigi Guidobono Cavalchini e Paola Bottelli, Capo redattore de Il Sole 24 Ore.
"Sviluppo nasce per essere strumento di dibattito e di confronto con tutte le componenti istituzionali, economiche e sociali italiane - ha spiegato Luca Mantellassi - Vuole essere un "luogo" aperto, nel quale le diverse anime all'interno del sistema camerale o che con esso si confrontano sono invitate ad offrire una lettura dei fatti e degli avvenimenti che interessano il mondo produttivo italiano e l'intera società.
Non a caso tra gli argomenti dell'ultimo numero di Sviluppo figura l'evoluzione politica della Serbia, Paese che offre grandi opportunità d'affari alle nostre imprese, e l'esperienza maturata all'interno di alcuni settori economici fondamentali per il Made in Italy, capaci di affermarsi sui mercati mondiali grazie ad una miscela sapiente di creatività e qualità. In questa fase delicata per l'economia nazionale, la crescita dell'export, confermata anche dalle più recenti rilevazioni dell'Istat, costituisce uno dei pochi segnali positivi provenienti dal nostro sistema economico.
E' però un segnale di vitalità delle imprese italiane che le Camere di Commercio intendono continuare a sostenere nei loro percorsi di crescita".
Alcuni interessanti spunti sulle specializzazioni produttive che hanno consentito all'Italia di assicurarsi un buon successo all'estero emergono dalla lettura dei dati provinciali, elaborati dal Centro studi di Unioncamere, riguardo a quattro macro settori di eccellenza: l'alimentare, il sistema moda, il legno-carta, la metalmeccanica.
A guidare la classifica delle province che hanno esportato di più prodotti alimentari è Cuneo, seguita da Milano, Verona e Salerno.
Firenze in questo ambito si posiziona al 13° posto, con quasi 400milioni di euro di venduto. Milano, seguita da Vicenza e da Firenze si afferma capitale della moda anche nel 2007 quanto a volume di vendite all'estero. Da segnalare, però, la forte componente che questo settore rappresenta all'interno dell'economia fiorentina, dove le esportazioni del sistema moda incidono per il 38,8% sul totale dell'export a livello provinciale. Alle spalle di Firenze si incontra Treviso, quindi Prato, dove addirittura la quota di vendite all'estero del settore pesa per l'85,3% sul totale delle esportazioni.
E' ancora Milano, seguita da Lucca e Torino a trainare le esportazioni nel 2007 del settore del Legno e della carta.
Milano Torino e Brescia infine si sono affermate anche per le vendite all'estero del settore Metalmeccanico.
A fare da sfondo alla dibattito sulla competitività all'estero delle nostre imprese sono alcuni articoli pubblicati sull'ultimo numero di Sviluppo.
In particolare, quello realizzato da Paola Bottelli, capo redattore de Il Sole 24 Ore, dedicato al felice incontro tra artisti internazionali e produttori di mobili e arredi. Connubio che ha consentito di realizzare produzioni del segmento luxury in grado di far lievitare fatturato e esportazioni dell'intero settore.
Alla situazione politica ed economica della Serbia e alle notevoli opportunità d'affari per il nostro sistema produttivo è invece dedicato il Dossier della rivista, costituito dagli articoli dell'ambasciatore Luigi Guidobono Cavalchini, che ricostruisce la travagliata storia di questo Paese ed il suo progressivo avvicinamento all'Europa, e di Paolo Quercia, esperto di relazioni internazionali, che censisce i singoli settori produttivi che potrebbero trovare occasioni di business nel Paese slavo.
Nella sezione Economia, invece, il presidente dell'Enea, Luigi Paganetto, traccia la roadmap per l'efficienza energetica.
Paganetto mette in luce come le tecnologie possano fornire un apporto considerevole all'uso dell'energia compatibile con l'ambiente. La strada che porta ad un'energia che costi meno al cittadino e alla natura si articola quindi attraverso un modello evolutivo che favorisce il processo di aggregazione a livello locale e offre la possibilità di stabilire nuove sinergie in tutta la filiera degli attori coinvolti: dagli utenti ai produttori, dai gestori ai finanziatori, dalla Pubblica amministrazione al mondo della ricerca.
In quale stato sono le infrastrutture italiane? A descriverlo nella sezione Territori è Roberto Zucchetti del Gruppo Clas traendo spunto dallo studio di Unioncamere dedicato agli sviluppi della politica infrastrutturale e delle deficienze da cui continua ad essere afflitto il nostro Paese.
Andrea Monorchio, ordinario di Contabilità dello Stato presso l'Università di Siena, si concentra invece sulle local utilities, evidenziandone le criticità: divario tra Nord e Sud, elevata consistenza degli affidamenti diretti, modesta partecipazione del capitale privato.
Dal 2001 ad oggi, scrive il presidente della Fondazione I-Csr Luciano Gallino, nella sezione dedicata alla responsabilità sociale delle imprese, il concetto di Corporate social responsibility ha conosciuto molti sviluppi.
Singoli governi ed organizzazioni internazionali hanno prodotto documenti che estendono la prima definizione della Commissione europea e che palesano un sistema ampio di indicazioni riconducibili alla Rsi. La riflessione sta facendo emergere un quadro di valori e di comportamenti che trascendono le legislazioni vigenti nei singoli Paesi.
Infine, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, anticipa su Sviluppo le sue considerazioni sul mecenatismo d'impresa nella Firenze e nella Siena dei mercanti.
L'articolo andrà a costituire l'introduzione al volume, promosso da Unioncamere e dalle Camere di commercio, "Arte e territorio. Il patrimonio delle Camere di Commercio".