Far crescere il territorio in termini di competitività, conoscere i problemi dell’area per dare le giuste risposte. Sono questi i due obiettivi centrali di Chiantimonitor, l’Osservatorio economico sociale voluto dalla Banca del Chianti Fiorentino di San Casciano Val di Pesa (FI), che si è avvalsa del supporto scientifico di Irpet (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana), e i cui dati saranno presentati e illustrati nel corso del convegno «Chi è Chianti» che si terrà sabato 8 marzo alle 9.30 a San Casciano Val di Pesa presso l’auditorium della Banca del Chianti Fiorentino.
«La Banca – spiega il direttore generale dell’istituto di credito chiantigiano, Andrea Bianchi – percorre i sentieri della community bank nei paesi del Chianti e nei quartieri di Firenze. Tutto quanto viene raccolto in queste zone viene reinvestito nell’area. La nostra mission è favorire la coesione dei cittadini e lo sviluppo delle pmi, per questo siamo una banca interessata al confronto con il territorio e con le sue dinamiche socioeconomiche». «Gli indicatori – continua – che emergono dall’Osservatorio sono un prezioso supporto per la Banca per avere un quadro più preciso, per avere gli elementi per capire quali siano i bisogni cui dare risposte, per poter rimuovere i vincoli ed incoraggiare le potenzialità locali».
Chiantimonitor si propone, dunque, di fornire un contributo fondamentale di conoscenza della realtà locale del Chianti, delle modalità con cui evolve il suo tessuto sociale e produttivo, delle prospettive di ulteriore sviluppo, delle criticità da eliminare. L’area interessata non è soltanto quella degli otto comuni «classici», senesi e fiorentini del Chianti, ma coinvolge 18 realtà che fanno parte dei sistemi confinanti, la Val d’Elsa, l’area empolese e la cintura fiorentina sud. In sostanza la ricerca di Irpet ha tenuto conto dell’articolazione territoriale dei sistemi economici locali (Sel) e ha interessato San Casciano V.P., Tavarnelle V.P., Impruneta, Greve in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Barberino Val d'Elsa, Poggibonsi e San Gimignano, Castelfiorentino e Certaldo, Montespertoli, Montelupo ed Empoli e infine Scandicci e Lastra a Signa.
In tutto 270mila abitanti in un’area ad alta incidenza occupazionale, 37% contro il 27% della media regionale.
«La ricerca mette in luce una realtà, quella del Chianti, - commenta Alessandro Petretto, presidente del comitato scientifico dell’Irpet - molto articolata e in continua evoluzione. I caratteri demografici e imprenditoriali riproducono con alcune specificità quelli della Toscana e ancor più quelli dell'area fiorentina limitrofa. L'elemento più specifico riguarda il ruolo del territorio come risorsa, in grado di attrarre attività economiche e favorire il radicamento di quelle esistenti.
Questo ruolo deve essere potenziato innalzando la competitività attraverso nuove strategie di qualità e di innovazione da parte delle imprese e delle istituzioni pubbliche»