La domanda di agriturismo è in costante aumento e sui diversi mercati, soprattutto esteri, si rafforza l’immagine del prodotto provinciale e regionale. L’offerta, però, non ha ancora ultimato quel processo di innovazione dei servizi per favorire l’integrazione con la filiera turistica, o per elevare il grado di interazione fra il turista e il settore agricolo.
Secondo i risultati dell’indagine, in Toscana la provincia di Firenze si colloca al 3° posto per dimensione dell’offerta, dopo Siena e Grosseto.
Negli ultimi 10 anni i posti letto sono cresciuti del +228% e la domanda del +260%, senza trascurare che l’agriturismo provinciale si presenta in maniera diversificata, sia per tipologia di prodotto sia per posizionamento sul mercato. E’ un segmento che ogni anno coinvolge circa 100 mila turisti, di cui il 75% provenienti da mercati stranieri, e rappresenta un punto di forza dell’ospitalità turistica provinciale: in termini di strutture incide per il 23% sul totale della ricettività, mentre per i posti letto la quota è del 10% circa.
La distribuzione provinciale risulta eterogenea. Il Chianti e l’Empolese Valdelsa sono le due aree dove si concentra il 57% delle strutture e circa i ⅔ del movimento. Seguono, in ordine di importanza, la Montagna fiorentina (17% di strutture), il Mugello (14% di strutture), l’Area fiorentina (8% di strutture) e il Valdarno (5% di strutture).
In questi anni gli imprenditori agrituristici hanno saputo rispondere alle sollecitazioni di una domanda che nel tempo ha registrato tassi di crescita elevati.
Oggi, però, devono confrontarsi con i cambiamenti del mercato, tanto da rendere l’aspetto qualitativo una variabile indispensabile per la prosecuzione dell’attività.
L’ospite dell’agriturismo oltre a cercare servizi e comodità è particolarmente attento ai valori tradizionali della natura, ma non vuole limitare la propria esperienza di vacanza nell’ambito dell’azienda. Spesso fa riferimento ai centri d’arte, con un intreccio di motivazioni che vanno dalle visite culturali all’intrattenimento, dall’enogastronomia alle tradizioni locali.
Da qui l’esigenza per il settore di valorizzare le proprie specificità, traducendole in elementi di attrazione, per rispondere a quella domanda che, oltre ai servizi ricettivi, è interessata alle proposte tipiche del contesto rurale ed agricolo. Anche sul fronte della commercializzazione del prodotto tramite intermediari emerge un cambiamento del mercato. Se da un lato continua a prevalere la forza della “marca” territoriale, che riesce a condizionare la scelta dei consumatori, dall’altro si registra un interesse delle agenzie di viaggio verso l’offerta delle aree con un’immagine meno affermata, sia per esigenza degli operatori di diversificare la gamma delle proposte, sia per la possibilità di ottenere prezzi più bassi rispetto a quelli praticati dagli imprenditori agrituristici delle aree più conosciute.
In particolare, questa manifestazione di interesse è maggiormente diffusa tra i tour operator tedeschi, olandesi e danesi.