del Consigliere Provinciale UDC, Federico Tondi
Per i prossimi anni Firenze continuerà a essere oggetto di numerosi e importanti interventi infrastrutturali legati alla mobilità: i lavori per la terza corsia autostradale, il sotto attraversamento ferroviario dell’Alta Velocità, le linee due e tre della tramvia, solo per citare le opere certe, mentre andranno assunte decisioni in merito alla mobilità su gomma come ad esempio la realizzazione del cosiddetto “tubone” e andrà sciolto il nodo legato allo sviluppo dell’aeroporto Amerigo Vespucci.
Indipendentemente dalle posizioni che le forze politiche hanno assunto in vista dell’imminente referendum sulla tramvia, il dato certo è che, il giorno dopo, ognuno sarà chiamato per la propria parte a compiere un gesto di responsabilità: chi amministra la città a portare avanti i progetti contenuti nei programmi elettorali legittimati dal voto popolare, chi sta all’opposizione a proseguire nell’opera di verifica e controllo sugli errori, ritardi e lievitazione dei costi.
Tutto ciò premesso, nel rispetto dei ruoli tra maggioranza e opposizione, ritengo auspicabile che le forze politiche fiorentine ascoltino il messaggio che arriva dalle realtà economiche e sociali del territorio: mi domando, in sostanza, se sia possibile fissare non più di tre o quattro paletti da assumere come valore condiviso e sui quali istituire un “tavolo dei volenterosi “nell’interesse di Firenze e del suo territorio. Quali potrebbero essere questi punti?
discutere sulle possibili modifiche ai tracciati tranviari ancora da realizzare con particolare attenzione ai passaggi accanto al Duomo;
condividere l’idea che un sistema di mobilità urbana non possa prescindere da una valutazione di area metropolitana, non riguardante il solo comune di Firenze, bensì proiettata verso le zone più interessate dal fenomeno del pendolarismo, dai comuni della Piana fino a Prato e Pistoia, ma rivolta anche alle zone dell’Empolese e del Chianti;
in questa ottica verificare le possibili integrazioni tra ciò che è stato già deciso e nuove realizzazioni come il progetto del micro metrò, i cui ideatori hanno evidenziato la non incompatibilità ad esempio con il sistema tranviario;
riflettere sull’opportunità di realizzare una circonvallazione stradale fiorentina per alleggerire i viali dall’insostenibile carico di traffico che quotidianamente sopportano.
Le forze economiche e sociali hanno in vario modo ribadito la necessità di trovare un minimo comune denominatore sui punti di interesse strategico per il futuro di Firenze.
Mi auguro quindi che terminata la fase elettorale referendaria e nel pieno rispetto del voto a cui i cittadini saranno chiamati, persone di buona volontà trovino le forme e i modi appropriati per dare avvio a questa fase non più rimandabile di dialogo responsabile.