Firenze– Tre Centri di eccellenza regionali – Le Scotte di Siena, l'Opa di Massa e il Meyer di Firenze - e un pool interdisciplinare di specialisti (neonatologi, emodinamisti, cardiochirurghi, cardiologi pediatri ) impegnati in sinergia per curare una bambina nata prematura con un quadro clinico molto critico e affetta da una gravissima cardiopatia congenita. E' la testimonianza della capacità di collaborazione ed efficienza della rete sanitaria toscana per offrire risposte di alta specializzazione.
La piccola venuta alla luce dopo 25 settimane di gestazione, con una caparbia vitalità , pesava soltanto 740 grammi. Su di lei pesava l'incognita della grave cardiopatia congenita in quel momento non operabile per la sua immaturità. Dal consulto fra i team del professore Franco Bagnoli (Neonatologia), il dottor Carlo Pierli (Emodinamica – Siena policlinico le Scotte-, il dottor Bruno Murzi (Cardiochirurgia) e Riccardo Moschetti ( Anestesia Pediatrica) dell'OPA –Massa , è emersa l'esigenza di individuare un programma personalizzato affinchè la bambina potesse crescere raggiungendo quell'equilibrio necessario per sottoporla agli interventi fondamentali per curare la forma di cardiopatia di cui era affetta.
Con una terapia farmacologica endovena che si è protratta per quattro mesi, il team della Terapia Intensiva Neonatale di Siena è riuscito nel doppio intento di raddoppiare il peso della piccola e nello stesso tempo di mantenerla stabile sotto il profilo clinico. Un risultato che già di per sé rappresenta un caso unico nella letteratura scientifica italiana e probabilmente mondiale. Ai primi di gennaio la piccola pesava 1 chilo e 400 grammi e, dopo un consulto interdisciplinare fra cardiochirughi, neonatologi e cardiologi pediatrici si è deciso di sottoporre la bambina ad intervento cardiochirurgico.
L'operazione, avvenuta all'Opa di Massa il 15 gennaio, come spiega il dottor Murzi, "è consistita nel creare un collegamento con un tubicino di Goretex di 3 millimetri tra l'arteria succlavia e quella polmonare, così da permettere l'afflusso di sangue al polmone ".
In pratica le è stato costruito un Dotto di Botallo artificiale, cioè l'apertura che porta sangue dall'aorta in arteria polmonare e che si richiude naturalmente dopo la nascita del neonato. Tre giorni dopo la piccina, che aveva bisogno di una struttura dotata non solo di Cardiochirurgia Pediatrica ma anche di Terapia Intensiva Neonatale è stata trasferita all'Ospedale Pediatrico Meyer dove è attualmente in cura dallo staff neonatologico diretto dal dottor Patrizio Fiorini, in attesa di essere di nuovo trasferita , una volta superata la fase postoperatoria, presso la Neonatologia di Siena del Professor Bagnoli.
La piccina dovrà fare ancora molta strada chirurgica per la risoluzione delle sue problematiche, ma questo fortunatamente avviene in un quadro di forte sinergia all'interno di una rete sanitaria, quella toscana, che sa offrire risposte di alta specialità a problematiche complesse e talora eccezionali. Il tutto nel segno della salute dei bambini.