Lucignano (AR), 18 novembre 2006: Sarà dedicata al tema del Rischio cardiovascolare nel paziente iperteso la settima Giornata dedicata alla Evidence based medicine nella Valdichiana. L'evento medico scientifico, promosso con la collaborazione di Pfizer Italia, verrà ospitato sabato 18 novembre presso il palazzo comunale di Lucignano, in provincia di Arezzo. Al convegno, presieduto dal dottor Paolo Ricciarini, medico di medicina generale, prenderanno parte, fra gli altri, il dottor Paolo Verdecchia della Cardiologia di Perugia ed esperto di ipertensione apprezzato a livello internazionale, il dottor Franco Cosmi, direttore di zona del Distretto Valdichiana dell'Usl 8 di Arezzo,il dottor Mario Aimi, responsabile della Medicina d'Urgenza al Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Margherita Valdichiana", il dottor Fabio Angeli della Cardiologia di Perugia, i medici di medicina generale Piero Angori, Marco Gallinella, Alfredo Mariangeloni e Roberto Nasorri che presenteranno il protocollo dello studio Cooperate-Valdichiana sull'automisurazione della pressione arteriosa.
Secondo la recente ricerca Pfizer Cardio 360° - Gfk Eurisko, in Toscana il 17% della popolazione adulta, circa 480mila soggetti, soffre di ipertensione, che è uno dei rischi cardiovascolari più gravi. Il 44% dei pazienti ha scoperto di essere iperteso perché aveva già disturbi. Al 52% dei pazienti ipertesi il medico ha consigliato regole di vita più sane o comportamenti salutistici.
"Purtroppo l'ipertensione è un fattore di rischio privo di sintomi - spiega il dottor Franco Cosmi - L'unico modo per sapere se si è ipertesi è, infatti, quello di misurare la pressione arteriosa.
E quando si è in cura è bene non abbandonare le terapie, fenomeno che registra un certo aumento percentuale secondo le statistiche degli ultimi anni, ma che è estremamente pericoloso perché fa aumentare esponenzialmente il rischio per i pazienti. Le recenti ricerche, poi, hanno mostrato come sia importante attuare fin dall'inizio della terapia un trattamento aggressivo. L'ipertensione - prosegue il dottor Cosmi - di solito è dovuta ad abitudini di vita non corrette. Per questo, fin dalla giovane età è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili seguendo alcune semplici regole di comportamento.
Anzitutto non fumare. Il rischio cardiovascolare aumenta per ogni sigaretta fumata e non c'è differenza, al contrario di quanto si pensava in passato, tra fumo di sigaretta, di pipa o di sigaro. Durante il fumo di sigaretta la pressione arteriosa aumenta di 5-10 mmHg. Riguardo l'alimentazione si consiglia di mangiare meno, di non eccedere con il sale, di mangiare molta frutta e verdura, almeno 5 porzioni al giorno, di moderare il consumo di caffè, di praticare regolarmente attività fisica per almeno 30 minuti al giorno.
Infine rilassarsi quando si è arrabbiati, eccitati, impauriti, sotto stress".
Com'è noto le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti, mentre gli accidenti cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori.
Chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico.
La malattia modifica la qualità della vita e comporta notevoli costi economici per la società. In Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille (dati Istat).