PISA- "Un toscano su quattro è affetto da almeno un fattore di rischio cardiovascolare. Occorre dunque fare di più per la prevenzione e la cura dei malati di cuore, soprattutto per i pazienti cronici". L'appello arriva, alla vigilia del settimo congresso nazionale dell'Arca - la federazione che unisce le Associazioni Regionali dei Cardiologi Ambulatoriali - dal dottor Carlo Panesi, cardiologo dell'Usl di Pisa e presidente toscano dell'Arca che, insieme al dottor Giovanni Battista Zito, presidente nazionale Arca e agli altri presidenti regionali della stessa associazione, proporrà da domani al 17 giugno l'importante iniziativa che sarà realizzata in collaborazione con Pfizer Italia e che verrà ospitata al Centro Congressi di Pisa.
"Oggi purtroppo - lamenta il dottor Panesi - il malato cronico, che molto spesso è un anziano con diversi problemi di salute, finisce per essere trascurato perché è più facile, ad esempio, fare un'angioplastica piuttosto che un semplice elettrocardiogramma. In moltissime realtà, anche della Toscana, per la prima servono pochi giorni, per il secondo esame aaddirittura diversi mesi. Eppure la popolazione toscana sta invecchiando, ha bisogno di aiuto. Anche sul fronte dell'assistenza domiciliare si dovrebbe fare di più".
Secondo la recentissima inchiesta Pfizer Cardio 360 - Gfk Eurisko fra la popolazione adulta della Toscana, vale a dire fra chi ha dai 18 anni in su, circa il 25%, complessivamente 700.000 individui, soffre di ipercolesterolemia e ipertensione. Il 5% di questi soggetti, 120.000 individui, è affetto da entrambi i fattori di rischio.
"Prevenire è meglio che curare - dice Panesi - e questo il settimo congresso nazionale dell'Arca tenterà di ribadire trattando, da domani al 17 giugno, dei fattori di rischio cardiovascolari in generale, di quelli cosiddetti emergenti, della prevenzione primaria e secondaria, degli scompensi cardiaci e delle sindromi coronariche acute, delle cardiopatie ischemiche e di altro ancora".
Tornando ai numeri Panesi, in qualità di presidente regionale dell'Arca precisa: "Il modello di prevenzione nel nostro Paese, Toscana compresa, è ancora molto debole: molte persone non hanno mai sentito parlare di prevenzione cardiovascolare.
Occorre lavorare perché la 'staffetta' specialista-medico di famiglia-popolazione operi al meglio per informare ed educare, ancora prima che curare. In un sistema salute, che guarda sempre più al fattore economico come unico criterio premiante della scelta terapeutica, questo sguardo a 360 gradi consente, inoltre, di risparmiare sui farmaci e utilizzare meglio e con maggiore efficienza tutte le risorse che la medicina può mettere oggi in campo a vantaggio della salute".
Il congresso dell'Arca farà incontrare allo stesso tavolo, per la prima volta, anche i membri della Società Italiana di Cardiologia, dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, della Mayo Clinic e della Società Italiana Cardiologia Ospitalità Accreditata.