E' morto in un ospedale di Mosca, al termine di una lunga malattia, Mstislav Rostropovich il celebre violoncellista e direttore d'orchestra, allievo di Pablo Casals, chiamato affettuosamente Slava (termine russo che vuol dire Gloria), nato in Azerbeijan, a Baku, nel marzo del 1927. Mstislav Rostropovich aveva appena compiuto ottant’ anni, festeggiati in clinica dove era stato operato per un tumore al fegato.
Profondo cordoglio del sindaco Leonardo Domenici a nome dell'intera città per la scomparsa di uno dei massimi musicisti contemporanei, che ha colpito anche il cuore del Maggio Musicale e del Teatro fiorentino, al quale era profondamente legato.
Era infatti il giugno del 1951 quando il ventitreenne violoncellista
arrivava a Firenze, insieme ad un manipolo di artisti “Premi Stalin” dell’Unione Sovietica – fra cui Gilels, Oistrackh e la Ulanova -, per i suoi primi concerti in Italia alla Sala Bianca di Palazzo Pitti e al Teatro Comunale, accompagnati da curiosità e polemiche, in piena guerra fredda.
Dalla fine degli anni Sessanta era stato poi ospite regolarmente del Festival e delle Stagioni.
In particolare, nel Maggio del 1980 aveva eseguito l’integrale delle Suites di Bach e diretto “Evghenij Onegin” con la regia di Pier Luigi Samaritani, fra i protagonisti la moglie Galina Vishnevskaja, ed una concerto incentrato su Cajkovskij e Prokof’ev; nell’83 era stato solista del Concerto di Penderecki, con l’autore sul podio; nel febbraio ’86 aveva interpretato le Variazioni Rococò di Cajkovskij con l’English Chamber Orchestra, e nel ’94 il Concerto di Dvorak con l’Orchestra di Bratislava diretta da Kakhidze.
A cinquant’anni esatti da quel lontano debutto italiano, nel maggio 2001, il grande “Slava” era tornato a Firenze, questa volta in veste di direttore d’orchestra al Teatro Verdi, con le due Quinte Sinfonie di Cajkovskij e di Sostakovic, in una serata resa indimenticabile anche dalla sorpresa di un inaspettato bis bachiano al violoncello; e nel 2005 aveva voluto suonare gratuitamente Dvorak a Bombay, con l’Orchestra del Maggio e l’amico Zubin Mehta sul podio, in due commoventi concerti dedicati alla Fondazione intitolata a Mehli Mehta per sostenere gli studi musicali di giovani indiani di talento.
Il 70° Maggio Musicale Fiorentino e Riccardo Muti gli dedicheranno
sabato 28 aprile la “prima” di “Orfeo ed Euridice” di Gluck; Il Maestro Muti personalmente lo ricorderà al pubblico dal podio, prima dell’inizio.
Il Sovrintendente del Teatro del Maggio Francesco Giambrone, addolorato, ricorda l’ultimo incontro avvenuto a Firenze nel 2006, per il conferimento della cittadinanza onoraria in Palazzo Vecchio: “in quella occasione il Maestro accolse con entusiasmo l’invito a ritornare ad esibirsi a Firenze, e diede il suo plauso all’idea di accogliere nella rassegna Maggio Off uno dei giovani che avevano seguito la sua masterclass, Stjepan Hauser, che suonerà il 7 giugno all’Auditorium al Duomo; questo particolare aggiunge un elemento di grande tristezza per la perdita di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi”; il Direttore Artistico Paolo Arcà rammenta la straordinaria collaborazione instaurata quando Rostropovich debuttò come direttore d’opera al Teatro alla Scala nel ’98, con “Mazeppa” di Cajkovskij e la regia del conterraneo Dodin.