Strage via Mariti: scoprimento della targa in ricordo dei lavoratori

La sindaca Funaro: “Firenze si stringe intorno alle famiglie delle vittime, come un anno fa continueremo a farlo sempre”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2025 18:23
Strage via Mariti: scoprimento della targa in ricordo dei lavoratori

Un anno dopo la tragedia di via Mariti una targa ricorda i lavoratori che hanno perso la vita, Luigi Coclite, Mohammed El Farhane, Taoufik Haidar, Bouzekri Rahimi, Mohamed Toukabri. Lo scoprimento questa mattina domenica 16 febbraio, alla presenza della sindaca Funaro, in una cerimonia silenziosa.

“È passato un anno, quanto accaduto è una ferita aperta: quello di oggi è un atto simbolico ma di forte vicinanza alle famiglie, in ricordo dei lavoratori che non ci sono più, un segnale per dire ancora una volta che la nostra città c’è e ci sarà sempre e che sul tema della tutela e della sicurezza del lavoro ci deve essere sempre un’attenzione altissima. – ha detto la sindaca Funaro– Firenze si stringe intorno ai familiari delle vittime, come lo abbiamo fatto un anno fa continueremo a farlo sempre”.

Dopo lo scoprimento un corteo è arrivato fino ai pressi del cantiere dove è stata deposta una corona di alloro e si è tenuto un momento di preghiera, è intervenuto anche l'imam di Firenze Izzedin Elzir ed è stato letto da Monsignor Corti, vicario generale dell’Arcidiocesi, un messaggio dell’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli. Tra i presenti, legali e familiari delle vittime, molti rappresentanti dei comuni dell’area metropolitana, dei sindacati, di Prefettura e Questura, il presidente ANMIL Alessandro Lari, il provveditore della Misericordia di Firenze Bernardo Basetti Sani Vettori, assessori e consiglieri comunali. A seguire la messa nella chiesa vicina al cantiere. La targa è stata realizzata dal Comune di Firenze in collaborazione con l'Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. 

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Alla commemorazione istituzionale hanno partecipato per la Cgil Firenze i membri della segreteria Giancarla Casini ed Elena Aiazzi.

Giancarla Casini (segreteria Cgil Firenze): “Oggi abbiamo portato al vicinanza della città e della Cgil alle famiglie delle vittime, che non saranno dimenticate. Un anno dopo la strage sul lavori di via Mariti, sulla lotta alla sicurezza sul lavoro non è cambiato nulla, c’è ancora molto da fare, è arrivata la patente a punti ma non sta funzionando, si sta continuando a non voler fare leggi e norme a tutela della sicurezza sul lavoro, per questo la sicurezza sul lavoro è un tema al centro dei referendum che abbiamo promosso”

Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze): “La prassi degli appalti e subappalti, sopratutto se al massimo ribasso, spesso ricade sulla pelle di lavoratrici e lavoratrici. Il Testo sugli appalti dovrebbe essere reso più stringente, con più controlli, ma purtroppo il Governo tende ad allargare le norme”

Mirko Lami (dipartimento Sicurezza sul lavoro Cgil Toscana): “Quante volte abbiamo sentito di parlare di formazione continua a partire dalle scuole. Cosa buona e giusta ma non sufficiente perché i ragazzi nelle scuole imparino velocemente cosa significhi applicare le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro; una volta cresciuti ed entrati nel mondo del lavoro, devono fare i conti con la realtà di tutti i giorni. Quella realtà che ti mette di fronte al mercato e di conseguenza al profitto, e quindi tutto quello che hanno imparato a scuola viene messo da una parte perché l’azienda deve rispettare i tempi di consegna, perché se non stai al passo, via, tanto fuori c’è la fila di chi vuol lavorare, tanto fuori ci sono lavoratori che l’azienda può sfruttare perché là fuori c’è chi viene stritolato dal sistema e deve pagare le bollette, la retta della scuola dei figli, l’affitto o il mutuo per avere una casa dove vivere.

Si, è questa la realtà che conosciamo tutti, una realtà che non si corregge lavandosi le mani dicendo che si deve partire dalle scuole, dobbiamo creare un sistema che prosegua dopo l’istruzione. Sistemi che già ci sarebbero ma che non vengono applicati perché i tagli del risparmio portano ad avere pochissimi ispettori, portano a contratti in subappalto, portano a chiedere giornate di lavoro in nero, tanto i controlli chissà se verranno e poi al limite si pagherà una multa. Negli anni Ottanta nacque il contratto di formazione lavoro, dove un lavoratore per due anni lavorava a fianco ad un anziano che gli insegnava.

Ha dato buoni risultati ma è stato cancellato. Dobbiamo tornare a quello, per far crescere i ragazzi, e poi il sistema deve punire penalmente chi, sulla pelle dei lavoratori, risparmia denaro e tempo o manomette i sistemi di sicurezza. Il profitto non deve venire prima della tutela de lavoro”. 

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