FIRENZE– Ritiro della procedura di mobilità per 160 dipendenti della Targetti e riapertura del confronto sindacale per approfondire, utilizzando ammortizzatori diversi dalla mobilità, un confronto sul futuro dell’azienda e sui contenuti del piano industriale. Questa la proposta avanzata dall’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini accolta dai vertici della Targetti Sankey nel corso dell’incontro di oggi, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali aziendali e di categoria, il presidente della Provincia Andrea Barducci, l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze Sara Biagiotti.
“Pur ribadendo le difficoltà che l’hanno portata ad attivare la procedura di mobilità gruppo – ha detto Simoncini – si è detta disponibile al confronto con i sindacati sull’attuazione del piano industriale e a riconsiderare, ritirandolo, l’uso della mobilità. I sindacati, condividendo la mia proposta, hanno apprezzato l’apertura manifestata dall’azienda”. L’incontro si è concluso con un verbale d’incontro da tutti sottoscritto, che rimanda al tavolo sindacale la definizione di un accordo, che potrà prevedere l’utilizzo di contratti di solidarietà.
La durata degli ammortizzatori darà tempo per approfondire il percorso e verificare le tappe del piano industriale al quale l’azienda si affida per superare le attuali difficoltà. L’incontro sindacale sarà convocato nei prossimi giorni per definire un accordo per la proroga dei contratti di solidarietà e degli accordi precedentemente in vigore e il percorso di verifica del piano industriale. Le istituzioni sono disponibili ad accompagnare azienda e sindacati nel rapporto con il ministero del Lavoro e con Inps per le procedure necessarie a dare corso all’accordo. “Il Ministro dello sviluppo economico ci deve dire nel dettaglio in cosa consiste il piano di salvataggio dell’acciaieria Lucchini presentato l’11 settembre scorso dal commissario straordinario Piero Nardi e quali sono gli impegni del Governo per salvare la siderurgia di Piombino, tutelare l’occupazione e le imprese dell’indotto”.
Sono queste alcune delle richieste avanzate da Federico Gelli deputato del PD eletto in Toscana, contenute in una interrogazione parlamentare presentata nei giorni scorsi al Ministro Flavio Zanonato sulla vertenza dell'acciaierie Lucchini di Piombino (Li). “Piombino non può essere dismessa – ha dichiarato Gelli – ma il rischio diventa ogni giorno più concreto soprattutto se non si fa niente. Fino adesso del piano di salvataggio sappiamo poco tranne qualche indiscrezione giornalistica. Invece se a fine novembre sarà spento l’altoforno si perderanno oltre 1000 posti di lavoro, una situazione drammatica che metterà in ginocchio questa città nata sull’acciaio mentre in pratica l’Italia perderà il suo secondo polo siderurgico.
In un momento di crisi come questo – ha aggiunto - chiudere una industria così importante che opera in un settore strategico come la siderurgia è inaccettabile soprattutto in vista della tanto auspicata ripresa. In più sulla Lucchini in questi anni sono successe cose poco chiare. Per questo motivo ho chiesto al Ministro di fare delle verifiche sulla cessione della maggioranza del gruppo Lucchini nel 2010, quando era proprietaria la russa Severstal leader mondiale nella produzione di acciaio, ad una società di diritto cipriota facente capo a Mordashov, presidente della stessa società russa per il valore di un euro.
Da quel momento invece del rilancio ci sono stati solo patti disattesi e false promesse. Così il debito della Lucchini è arrivato all’inizio dell’anno alla cifra astronomica di oltre 1 miliardo e trecento milioni con l’arrivo dell’amministratore straordinario. Inoltre – ha continuato Gelli nell’interrogazione - chiedo al Ministro se non si ritenga urgente verificare la possibilità di disporre la momentanea sospensione dell'IRAP per l'anno 2012 a carico delle imprese dell’indotto creditrici della Lucchini Spa, in quanto già notevolmente esposte nei confronti di quest'ultima e con pagamenti la cui riscossione appare, ad oggi, piuttosto incerta.
Infine – conclude il deputato democratico - voglio sapere se i tagli ai costi portati avanti nella gestione commissariale dell’acciaieria, non abbiano riguardato, anche in maniera indiretta, aspetti importanti come quelli ambientali e sulla sicurezza del lavoro, anche alla luce dei numerosi fenomeni di emissioni diffuse in questi ultimi tempi e il grave infortunio dello scorso 30 agosto”. “Lo sciopero del 3 ottobre è l'ultima chiamata per il futuro della Lucchini e di un territorio che vive da mesi con l'angoscia di cadere in un baratro sociale e occupazionale senza precedenti.
Sinistra Ecologia e Libertà giovedì sarà in piazza, a Piombino, al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie per ribadire, ancora una volta, il no alla chiusura dello stabilimento siderurgico e per chiedere un intervento decisivo da parte del Governo, chiamato a risolvere una volta per tutte una situazione che si trascina da troppo tempo”. A dichiararlo sono il coordinatore regionale di SEL, Giuseppe Brogi, e il coordinatore provinciale livornese, Andrea Ghilarducci, che preannunciano una presenza importante di militanti ed esponenti del loro partito alla manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL.