Adesione massiccia, superiore al 75%, in tutta la Toscana allo sciopero unitario di oggi nel cui ambito ci sono state ben 15 (dieci capoluoghi di provincia più Empoli, Borgo san Lorenzo, Garfagnana, Versilia, Piombino) iniziative, presidi sotto le prefetture, assemblee, anche cortei a Firenze e Livorno. Qualche esempio (dati disponibili alle ore 17.13): Firenze: Starhotel 60% Menarini 50% Ferragamo 60% Galileo 70% Pignone 90% IMER - 100% operai ICET - 100% impiegati Coop Via Susini chiusa Gruppo Bitossi 80% Coop Certaldo chiuso Coop Empolese Falegnami 100% operai 65% impiegati VIBAC 100% operai 50 % impiegati Pisa: nelle principali aziende metalmeccaniche - Piaggio (in contemporanea presenza di cig) produzione pressochè ferma, Continental 93%, Smith 95%, Asso Werke 94%, Novicrom 100%; nel settore commercio - in tutte le Coop 92%, gruppo Pam 93%, Carrefour 68%; nel settore conciario del distretto di S.
Croce si registrano adesioni del 90%; nel settore farmaceutico- Farmigea 95%. Pistoia: Adesione in media superiore all'80% con punte superiori al 75% nell'industria. Di seguito alcuni dati analitici: Calzaturificio Parlanti 90%, Calzaturificio Natalini 80%, Calzaturificio Meg 95%, Saint Gobain 80%, Calzaturificio Flora/Gucci 80%, Polli Alimentari oltre 70%, CIMA 95%, Trafilerie Niccolai 80%, Ricciarelli 75%, Ansaldobreda 50% Lucca: kme barga 85% - salt camaiore 75%. Evangelisti (Idv): in piazza per dire no alle scelte inique Questa mattina Italia dei Valori è scesa in piazza in tutte le città della Toscana a fianco dei lavoratori e a sostegno dello sciopero unitario indetto da Cgil, Cisl e Uil. “Siamo scesi in piazza - spiega il Segretario regionale Idv, on.
Fabio Evangelisti, alla guida della delegazione fiorentina – perché, in un momento di eccezionale gravità per la situazione economica italiana, la manovra Monti rischia di creare una grave e insanabile frattura sociale nel Paese: vi è rigore in quel provvedimento, ma mancano completamente solidarietà, equità e una prospettiva di sviluppo”. “C’è un Paese sull’orlo del baratro, lo sappiamo”, continua il Segretario Idv. “Siamo tutti chiamati a evitare il fallimento e con esso la caduta dell'euro.
Noi di Idv siamo convinti che restare in Europa sia un bene e un dovere per l'Italia, certo, ma vogliamo restarci con la dignità di un grande Paese che difende e rispetta il valore del lavoro e dello stato sociale. Vogliamo rimanere europei e proprio da europei diciamo che non si può fare cassa sui più poveri e sui contribuenti onesti. Perché questa è la vecchia politica targata Berlusconi, quella che minando coesione sociale ed equità ci ha portati al dissesto attuale”. “Nella manovra presentata dal Governo Monti, infatti – continua Evangelisti – non vi è traccia di interventi strutturali per la crescita e appare incerto il risultato stesso del risanamento.
Ciò che è certo, invece, è che a pagare saranno sempre gli stessi: i lavoratori, i piccoli imprenditori, i pensionati e i pensionandi, gli artigiani. Insomma, tutti coloro che finora hanno pagato il conto più salato delle tre manovre estive varate dal Governo Berlusconi”. “Il dato più preoccupante, infatti – aggiunge Evangelisti – è la continuità tra l’azione del precedente Esecutivo e il Governo Monti: si continuano a favorire le rendite finanziarie e le speculazioni, ma non si prevede una politica industriale capace di rilanciare i grandi asset produttivi del nostro Paese, cito per esempio qui in Toscana le realtà della Ansaldo Breda e della Lucchini.
Non vi sono, poi, politiche di sostegno all’uscita dalla precarietà, né di aiuto per i giovani”. “Per questo motivo – conclude Evangelisti – domani mattina a Montecitorio, abbiamo convocato una conferenza stampa per presentare, con il nostro Presidente Antonio Di Pietro, una contro-manovra fondata certo sul rigore, ma anche sull’equità e lo sviluppo. Una contro-manovra tesa al recupero dei capitali in Svizzera, alla tassazione al 10% di quelli scudati, al taglio delle spese militari e all’abbattimento dei costi della politica.
Una contro-manovra che non si limiti a raschiare il fondo del barile per far cassa, ma offra al tessuto economico, imprenditoriale e sociale del nostro Paese il sostegno necessario per ritornare a crescere”. Della delegazione Idv intervenuta a Firenze facevano parte, anche il Responsabile regionale del Dipartimento Lavoro, Roberto Rizzo, il Coordinatore provinciale Idv Firenze, Alessandro Cresci e la Coordinatrice cittadina Cinzia Niccolai. Meloni (Pd): “Protesta contro la finanziaria, democratici vicini ai lavoratori” “Siamo vicini alla protesta dei sindacati – spiega Elisa Meloni, segretaria del coordinamento territoriale del Pd di Siena che ha partecipato, con una propria delegazione, alla manifestazione di questa mattina davanti alla prefettura – in una manifestazione che ha, per di più, il merito di ricomporre quell’unità sindacale che è un presupposto irrinunciabile per garantire un futuro migliore ai lavoratori italiani.
Il Pd chiede al Governo Monti che siano introdotte modifiche alla finanziaria nel segno di una maggiore equità: i lavoratori e i pensionati hanno sopportato finora la maggior parte dei sacrifici. Adesso deve pagare chi finora ha pagato poco o niente, a cominciare dagli evasori. La tracciabilità fino a mille euro non è sufficiente: occorre adeguarla a quello che accade negli altri Paesi europei. Così come non basta far pagare il 4 percento sui capitali scudati: si tratta di risorse esportate in maniera illecita, che in altri Paesi europei sono state tassate ben più pesantemente.
Stesso discorso vale per i grandissimi patrimoni: anche qui chiediamo al Governo più coraggio, così come sulle frequenze tv. Al Governo diciamo chiaramente che né su questo punto né su altri possono valere i veti di nessuno. Non è pensabile, infine, non agire sul tema del taglio agli sprechi della politica e ai privilegi – conclude Meloni – se vogliamo essere credibili agli occhi dei cittadini e non alimentare ulteriormente la distanza nei confronti della società civile”. Le dichiarazioni di Marina Staccioli e Dario Locci (Gruppo Misto) “Adesso il Governo imporrà a un esercito di anziani di aprire un conto in banca.
Ecco il risultato di un governo di banchieri”. Così i consiglieri regionali Marina Staccioli e Dario Locci (Gruppo Misto) commentano uno degli interventi contenuti nella bozza della “manovra Monti”, che metterebbe fine al pagamento in contanti delle pensioni superiori a 500 euro, per una questione di tracciabilità del denaro. “Sono i pensionati i più colpiti da questa manovra – incalza il consigliere Dario Locci – ma ci vogliamo ricordare che questo è un Paese di persone anziane? In questo ambito la Toscana detiene il record, in quanto regione a più alto tasso di anzianità”. “Il costo medio di un conto corrente è di 250 euro l’anno – ricorda Staccioli – e parliamo solo di un dato medio.
Senza contare la spesa derivante dalla reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, che vedrà un aumento del 60%. Incremento che però vale solo per i privati cittadini: la rivalutazione delle rendite per gli istituti di credito, invece, subirà una variazione pari al 20%”. “E’ dalla politica che bisogna cominciare a tagliare – conclude la consigliera -: stop ai vitalizi subito e linee guida per il contenimento delle spese che valgano per tutte le Regioni, comprese quelle a Statuto speciale”. Il segretario del Pd Empolese Valdelsa Brenda Barnini interviene sulla finanziaria proposta dal governo: «La manovra Monti è necessaria, ma è possibile concordare alcune importanti modifiche, anche se i saldi devono rimanere invariati.
Da un lato il recupero dell’inflazione da estendere a tutte le pensioni almeno tre volte la minima, fino alle pensioni di 1500 euro. Per quanto riguarda l’Ici/Imu la franchigia deve salire , devono essere esentati coloro che hanno solo la casa di proprietà come bene, una casa di dimensioni normali, su cui non si può pagare un salasso. Per reperire risorse è possibile alzare il tasso sui capitali scudati , che si può portare al 2,5% o anche la 3%, e non sarebbe certo uno scandalo. O ancora trovando un accordo per tassare i capitali custoditi nei cosiddetti “paradisi fiscali”.
Se gli aumenti della benzina vanno realmente a finanziare il trasporto pubblico locale, che sta chiudendo in molte città, per evitare che aumenti il biglietto dei mezzi pubblici, allora i cittadini potranno digerirli meglio. Per tutte queste ragioni capiamo le ragioni dei sindacati che hanno indetto per oggi uno sciopero unitario, dobbiamo prestare attenzione alle richieste delle parti sociali. Ma la politica deve fare la sua parte e quindi i tagli agli stipendi dei parlamentari devono essere, come afferma anche il presidente Rossi, una conditio sine qua non per l’approvazione della manovra. I sacrifici devono essere uguali per tutti ». Alcuni scatti della Giornata di manifestazione a Massa Carrara