Stamani si è svolto la manifestazione di sciopero indetto dai sindacati per mostrare la grave crisi che sta attraversando il settore siderurgico. Più di quattromila persone, operai, piccoli e medi imprenditori, commercianti, studenti e cittadini hanno partecipato alla manifestazione. “La Toscana non ha futuro senza l’industria manifatturiera. Quella della Lucchini è una vertenza simbolo per lo sviluppo della nostra regione e dell’intero paese, per il ruolo che la siderurgia riveste nell’economia nazionale e per il peso specifico dello stabilimento di Piombino.
Per questo siamo pronti a chiedere subito un intervento del nuovo governo”. Così l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione è intervenuto stamani alla manifestazione promossa a Piombino dai sindacati dei metalmeccanici che hanno indetto uno sciopero a sostegno della vertenza Lucchini. “Una vicenda – ha detto ancora l’assessore – che ha risentito non soltanto della crisi internazionale che ha colpito il settore, ma anche del fatto che, in tutti questi anni, il governo non ha mai messo i temi dello sviluppo e del lavoro al centro delle sue politiche, negando di fatto l’esistenza della crisi”.
Al governo, ha spiegato Simoncini, la Regione chiederà in particolare un impegno su due obiettivi. “Chiederemo di avere certezze sul percorso di asseveramento del piano di risanamento da parte delle banche e un impegno nella ricerca di un nuovo acquirente in grado di rilanciare lo stabilimento di Piombino”. La Regione, nel frattempo, continua a fare la sua parte. Simoncini a questo proposito ha ricordato le intese raggiunte, con l’apporto di parti sociali e istituzioni, per Lucchini e Dalmine e le garanzie fornite da Fidi Toscana per assicurare liquidità alle imprese dell’indotto.
L’assessore ha fatto sapere inoltre che, nei prossimi giorni, convocherà l’azienda per affrontare i problemi legati all’occupazione e in particolare quelli dei lavoratori a termine. “Il nostro impegno per la Lucchini e per la siderurgia toscana è pieno e costante – ha detto l’assessore – perchè siamo convinti che è da qui che passano il futuro dell’industria toscana e il rafforzamento del manifatturiero”. Anche l'Idv chiede al governo risposte immediate e concrete alla città di Piombino “Un forte invito al nascituro Governo Monti affinché non ripeta gli errori di assenteismo politico e industriale perpetrati da Berlusconi e dia risposte concrete per il rilancio e lo sviluppo del secondo polo siderurgico italiano, quello delle acciaierie Lucchini di Piombino, attraverso un Patto Sociale che garantisca non soltanto il futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento, ma anche uno sviluppo sociale, infrastrutturale e sostenibile dal punto di vista ambientale per l’intera città e per tutta la Val di Cornia”.
È l’appello lanciato, in una nota congiunta, dal Segretario regionale Idv Toscana, Fabio Evangelisti, e dal Responsabile del Dipartimento regionale Lavoro, Roberto Rizzo, al termine della manifestazione che ha attraversato questa mattina le strade della città toscana. “Un grande corteo – continua la nota – animato non soltanto dei lavoratori delle acciaierie Lucchini, ma da tutta la città di Piombino. Più di quattromila persone, operai, piccoli e medi imprenditori, commercianti, studenti e cittadini che hanno voluto mandare un segnale di allarme e di rischio non solo per il polo siderurgico ma per tutta l’economia della Val di Cornia e del comprensorio che va da Grosseto a Livorno”.
“Italia dei Valori – spiegano Evangelisti e Rizzo - ha partecipato e condiviso lo slogan ‘Chiusi oggi per stare aperti domani’ perché, in questa fase di importante cambiamento a livello nazionale, è fondamentale tornare a mettere al centro dell’agenda di Governo una vera politica industriale capace di valorizzare le eccellenze del territorio, difendere i posti di lavoro, offrire concrete prospettive di uscita dalla crisi. Da questi principi parte l’equità sociale necessaria a ridare slancio alle acciaierie, a Piombino e al Paese”.
“Lo straordinario successo e le diverse adesioni alla manifestazione di oggi – concludono Evangelisti e Rizzo - pongono le fondamenta per la realizzazione di quel Patto Sociale per Piombino che noi di Italia dei Valori invochiamo da tempo. Ovvero un impegno condiviso e comune tra Istituzioni nazionali e locali, parti sociali, mondo dell’università e della ricerca, cittadinanza e lavoratori per rafforzare il polo siderurgico attraverso l’individuazione di un investitore credibile e il rilancio dell’alto forno e realizzare una Piombino nuova, all’avanguardia dal punto di vista infrastrutturale, socialmente accogliente e rispettosa dell’ambiente”. Alla manifestazione ha partecipato anche Paolo Marini, presidente della commissione Emergenza occupazionale: “Sostengo con convinzione la richiesta che i lavoratori della Lucchini e i sindacati di Piombino hanno rivolto al governo che sta per nascere: aprire un tavolo nazionale sul futuro della siderurgia in Italia è una necessità che non può più essere rinviata”.
Lo ha dichiarato Paolo Marini (Fed. Sin-Verdi), presidente della commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale, che ha partecipato alla manifestazione in occasione dello sciopero dei lavoratori della Lucchini. “Al governo”, ha aggiunto, “i lavoratori, i sindacati e le istituzioni di Piombino chiedono anche, ed è una richiesta condivisibile, che a livello nazionale ci si occupi di più della vertenza Lucchini, anche per verificare se esistano possibili acquirenti intenzionati al suo rilancio”.
Marini ha definito la manifestazione che si è svolta a Piombino “molto riuscita”, perché ha visto la partecipazione anche “dei lavoratori di molte piccole e medie imprese della zona, dei commercianti e degli studenti”. Il presidente della commissione Emergenza occupazionale ha aggiunto che “quella della Lucchini è la vertenza principale della Toscana, perché si tratta di una grande impresa. Ripartire con un segnale positivo dalla Lucchini sarebbe il modo mgliore per avviare un percorso utile a riavviare lo sviluppo del modello manifatturiero della Toscana e dell’intera economia regionale”. Intanto il consiglio di amministrazione di Finmeccanica ha annunciato che procederà entro il 2012 a “finalizzare le cessioni” per 1 miliardo e al progressivo “deconsolidamento” di AnsaldoBreda, attraverso una partnership strategica e industriale. Il punto sui problemi delle aziende dell’indotto ferroviario che ruotano attorno alla Breda è stato fatto oggi nel corso di un incontro promosso dall’assessore alle attività produttive formazione e lavoro Gianfranco Simoncini e svoltosi nella sede della Provincia di Pistoia, al quale hanno partecipato anche Comune e Provincia.
L’assessore Simoncini ha voluto subito illustrare alle aziende le novità per l’accesso al credito introdotte da una delibera della giunta che sarà operativa da domani, data della pubblicazione sul Burt e che prevede agevolazioni ad hoc per favorire la liquidità delle imprese che vantano crediti nei confronti di aziende del settore ferroviario. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulle affermazioni rilasciate oggi alla stampa dall’ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi, l’assessore ha ribadito quanto già detto allo stesso Orsi dal presidente della Regione Enrico Rossi che, incontrando i rappresentanti del gruppo, aveva chiesto garanzie per l’occupazione e sollecitato un piano di risanamento e rilancio capace di consolidare la presenza di Breda in Toscana.
“Preliminare – ha spiegato Simoncini – al confronto sulla proprietà dell’azienda è comprendere, dal Governo, se l’industria ferroviaria è strategica per il paese e se si ritiene utile, in tale direzione, il mantenimento di Breda all’interno di un grande gruppo italiano come Finmeccanica, noi riterremmo di sì. In ogni caso, se si dovesse procedere a dismissione in parte od in toto della proprietà, questo deve avvenire con soggetti che non mettano il discussione il ruolo e la centralità dello stabilimento di Pistoia, le competenze professionali, progettuali e tecniche del gruppo, ed il rapporto con imprese qualificate dell’indotto”.
L’assessore ha ricordato che, a giorni, l’azienda dovrebbe presentare l’annunciato piano di risanamento e che, nel frattempo, la Regione, dopo la costituzione formale dei distretti tecnologici e un incontro, avvenuto la settimana scorsa, con i nuovi presidenti, continua a lavorare per rafforzare il distretto ferroviario, di cui fanno parte Breda e le numerose aziende dell’indotto insediate nell’area pistoiese. “L’obiettivo – ha spiegato Simoncini – è quello di arrivare presto alla realizzazione di un piano di distretto.
Dei problemi dell’indotto si parlerà anche nel corso dell’incontro che avremo fra quindici giorni con l’amministratore delegato di Breda”. “L’andamento negativo dei mercati di questi ultimi mesi e la congiuntura difficile che il paese sta attraversando non potevano non avere forti ripercussioni anche sul gruppo Finmeccanica -dichiara la Presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni- In questo contesto, però, le dichiarazioni rilasciate dall’A.D. Giuseppe Orsi suscitano estrema preoccupazione, perché ancora una volta sopraggiungono senza la necessaria chiarezza e trasparenza di obiettivi.
Non è ancora stato presentato, infatti, quel piano di risanamento e di rilancio promesso dall’azienda e che il territorio aspetta da troppo tempo. Come istituzioni ci sentiamo parti in causa nella vicenda e siamo al fianco dei lavoratori, che stanno vivendo momenti di forte apprensione e di incertezza per il futuro, ai quali va tutta la mia solidarietà. Non solo, a questa situazione si va ad aggiunge anche quella dell’indotto, che vanta pesanti crediti nei confronti dell’azienda e per il quale molto opportunamente si è attivata la Regione Toscana, con misure ad hoc.
A tale scopo l’Assessore Regionale Gianfranco Simoncini ha voluto incontrare proprio oggi le istituzioni e le associazioni di categoria pistoiesi, per verificare la situazione e i possibili sviluppi. Domani è stato indetto uno sciopero dei lavoratori di Ansaldobreda, al quale ho intenzione di partecipare, per testimoniare l’impegno delle istituzioni a difesa di un eccellenza e di un presidio industriale prezioso per lo sviluppo occupazionale e la crescita del territorio. Alla luce delle ultime affermazioni rilasciate, non possiamo credere che l’ A.D.
di Finmeccanica ritenga di dover portare il nostro paese fuori da un settore strategico come quello ferroviario, nel quale l’Italia ha sempre vantato una presenza forte, con prospettive di sviluppo reali e consistenti.”