“Giovedì non potrò essere alla manifestazione di Piombino ma sarò a Roma negli uffici del ministero dello sviluppo economico e chiederò al governo un impegno diretto per il polo siderurgico di Piombino, in particolare per lo stabilimento della Magona”. E’ quanto sottolinea l’assessore alle attività produttive della Toscana, Gianfranco Simoncini. I sindacati hanno infatti lanciato l’allarme: la multinazionale Arcelor Mittal, proprietaria della Magona, sembrerebbe intenzionata o a chiudere lo stabilimento o a venderlo, nel caso ci fosse qualcuno interessato.
E così hanno proclamato per il 28 giugno uno sciopero di tre ore. Alla Magona lavorano in 550, a cui si aggiunge l’indotto: cinquecentocinquanta lavoratori già coinvolti dalla cassa integrazione e dai contratti di solidarietà, per una crisi legata in parte al mercato ma soprattutto ai costi di produzione troppo alti, al prezzo delle materie prime e dell’energia. Tra Lucchini, Magona e Dalmine l’intero polo siderugico di Piombino dà lavoro a cinquemila persone, indotto compreso. “Occorre dare prospettive serie ad un polo industriale strategico ed importante non solo per la Toscana ma per l’Italia intera” dice Simoncini.
“Come Regione – aggiunge – continueremo naturalmente a fare la nostra parte, ma è necessario che anche il governo si attivi immediatamente nei confronti di Alcelor Mittal convocando un incontro per verificare le volontà del gruppo e chiedere garanzie sulla continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento di Piombino”.