Una monografia d’attore dedicata ad uno dei più straordinari interpreti della scena teatrale e cinematografica italiana, Toni Servillo e alla compagnia Teatri Uniti, che ha fondato insieme a Mario Martone, e di cui oggi è direttore artistico. Dai David di Donatello ai trionfi di Cannes, al premio Ubu 2008 per il migliore spettacolo della stagione, alle tournée teatrali che hanno incantato Mosca, Parigi, San Pietroburgo, Berlino, Toni Servillo non ha mancato in questi anni di riscuotere unanimi consensi percorrendo temi per forma e contenuti impegnativi e distanti dalla scontata popolarità.
Ancora oggi dopo Gomorra, affronta nuovamente la durezza della cronaca vestendo i panni di un ex feroce camorrista nel film Una vita tranquilla di Claudio Cupellini, giovane regista alla sua seconda prova cinematografica. A Firenze, alla Pergola, Toni Servillo è come sempre dal vivo e, sul palcoscenico mai tradito, propone, insieme alla Trilogia della villeggiatura di Goldoni, un omaggio a Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione.
Uno spettacolo legato alla sua terra e ai testi che hanno fatto la storia del teatro e della letteratura, un brano dopo l’altro sino a giungere alla più recente drammaturgia contemporanea che racconta l’oggi con la sua disincantata realtà. Letture napoletane è un viaggio nelle parole, da Lassammo fa’ Dio… di Salvatore Di Giacomo, Fravecature di Raffaele Viviani, Vincenzo De Pretore di Eduardo De Filippo, fino alla voce di Enzo Moscato, con il suo dialetto colto e allusivo.
Ne scaturisce un ritratto che rifugge dalle icone più obsolete della napoletanità ma, insieme, emerge il bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità forte, sedimentata da quattro secoli di letteratura. Dopo l’assolo napoletano, Toni Servillo presenta anche a Firenze lo spettacolo di più grande successo delle ultime due stagioni teatrali, da lui diretto e interpretato con la compagnia di Teatri Uniti: La trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni. Ad oltre mezzo secolo dalla messa in scena di Strehler del 1954, dove per la prima volta i tre testi Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura e Il ritorno dalla villeggiatura, concepiti da Goldoni come un’unica opera, componevano un unico spettacolo, Toni Servillo torna a riunire la trilogia in questo nuovo originalissimo allestimento che rappresenta un affresco “a puntate” della società settecentesca.
Tra i massimi capolavori della maturità goldoniana, La trilogia della villeggiatura è anche una macchina teatrale di eccezionale ampiezza e complessità. Toni Servillo affronta Goldoni e lo confronta con Eduardo, autore molto caro e ben frequentato dal regista campano, di cui ha già messo in scena Sabato, domenica e lunedì. Tanto Goldoni quanto Eduardo pongono al centro della propria esperienza teatrale l’indagine spietata dell’uomo medio italiano, le cui manchevolezze e miserie costituiscono il tessuto di una classe da sempre latitante nel nostro paese, la borghesia.
La Trilogia racconta una vacanza dalla vita che si rivela essere nient’altro che il contenitore di tutto l’orrore, le noie e le isterie della vita stessa. In tre commedie si racconta la triste educazione sentimentale di quattro giovani, colti nel momento dei folli preparativi per la villeggiatura, poi nel turbinio di vicende che li travolge sul luogo della vacanza, infine nell’ora del ritorno in città. Le ansie della partenza, il tempo disteso delle partite a carte, delle conversazioni estive, cui seguono i silenzi malinconici del rientro alla vita di tutti i giorni, hanno una scansione temporale, un movimento emotivo, un migrare sentimentale di attese e delusioni, speranze e conflitti, ottimismo e infelicità.
I protagonisti raccontano un oggi animato dalla necessità di “esserci” piuttosto che di “essere”, da una ricerca ostinata e nevrotica della felicità, dall’incapacità di intravedere, all’orizzonte, novità che sostituiscano le consuetudini. «I personaggi principali di queste tre rappresentazioni – scriveva Goldoni – sono di quell’ordine di persone che ho voluto prendere di mira; cioè di un rango civile, non nobile e non ricco, poiché i nobili e i ricchi sono autorizzati dal grado e dalla fortuna a fare qualcosa di più degli altri.
’ambizione de’ piccoli vuol figurare coi grandi, e questo è il ridicolo che io ho cercato di porre in veduta, per correggerlo, se fia possibile» Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45 domenica: ore 15.45 Prezzi biglietti interi: Platea: € 27 + € 3 (diritto di prevendita) € 30 Posto Palco: € 20+ € 2 (diritto di prevendita) € 22 Galleria: € 12,00 + € 2 (diritto di prevendita) € 15 -- Paola Pace