Continua il festival estivo dei Chille de la balanza a San Salvi. Due momenti singolari, assolutamente speciali aprono e chiudono questo fine settimana.
Si comincia venerdì 26 giugno con "Nel dentro del dentro", spettacolo dei Chille dal libro (mai pubblicato) di lettere dal manicomio di Firenze tra grottesco e tenerezza. Giuseppe Fioravante Giannoni, psichiatra negli anni '70, così le presenta: "Sono lettere ritrovate nelle cartelle di ricoverati nel manicomio di San Salvi, di Firenze.
Furono trascritte e commentate da me a trovare la verità nascosta, a dare un senso alle loro parole che a prima vista possono sembrare assurde avendo, chi commenta, conosciuto, frequentato quelle persone ed anche raccolto a suo tempo le loro confidenze. I nomi sono stati cambiati e volutamente non è stata messa la data precisa alle lettere perché nel manicomio il tempo era senza tempo; il delirio, le allucinazioni, si avvitorcolavano su di sé senza fine; l’ambiente, cristallizzato e cristallizzante, reificava anche la mente; la rendeva immota, inutile, pur nel suo vorticare di verità che non trovava ascolto e passava come priva di senso.
Scrivevo queste pagine intorno al ‘980 ma sono anche oggi attuali dato che la psichiatria ufficiale sa soltanto fare manicomi, dovunque metta piede".
In scena, a leggere questa singolare corrispondenza spesso mai spedita, il gruppo storico dei Chille - Claudio Ascoli, Sissi Abbondanza e Vincenzo De Caro - guidati dal diversamente giovane psicihatra Giuseppe Fioravante Giannoni.
Ecco un piccolo, incredibile esempio di cosa scrivevano nel 1970 i "matti" di San Salvi spesso indirizzandosi ad autorità esterne: il Papa, il Presidente della Repubblica o...
"Alla Segreteria generale del Partito Comunista dell'Armata Rossa. Al Segretario Generale della Zona di Firenze. Mi rivolgo con questa lettera alle Eccellenze Vostre per esporre la mia situazione e chiedere al Partito di estrarmi dal luogo dove io sono chiuso e di arruolarmi nell’Armata Rossa del Partito Comunista Bolscevico Italiano. Io che vi scrivo questa lettera sono chiuso in uno speciale reclusorio nel quale si può venire rinchiusi dalle polizie clericali senza aver commesso alcun reato o inosservanza delle leggi.
Tali reclusori gestiti da clericali vengono detti manicomi civili, oppure, per idiozia ed ipocrisia vengono detti: Ospedale Psichiatrici e sono diretti da beghine e da giente in mala fede, da veri bulli e da stronzi dirigenti di conventi. Io sono il sig. Giachomho Taranthinhi qui conosciuto come Tarantini Giacomo o come Giacomo Tarantini nobile e generale in epoche antiche, nemico tuttora e sempre dei clericali e della chiesa. Io mi rivolgo a Voi Eccellenze del Partito Comunista e dell’Armata Rossa Bolscevica e chiedo che i clericali, i preti e le donne vengano eliminate con opportune azioni di guerra da Voi e dalle vostre Forze Armate; è necessario che voi adoperiate meno la parola e più il cannone e che diate la morte a tutti i porci che mi circondano".
Per questa singolare serata l'ingresso è libero.
Non meno rilevante è l'appuntamento di lunedì 29 giugno con "La filosofia di Andy il futurista", di e con Luigi Rigoni, definito dal critico Franco Cordelli "la cosa migliore che si sia vista nei teatri romani di questa stagione." Cordelli così prosegue nella recensione dello spettacolo: "E' la stralunata, paradossale, nichilistica filosofia di Andy Warhol.
Che uso ne fa Luigi Rigoni? Prima di tutto, eccezionale è il suo modo di dire le fulminante battute dell'artista americano, le dice in modo salmodiante, o strascicato, alla romana, senza accento romanesco, senza interruzione alcuna. Quando si interrompe è per cambiare registro. Warhol, trasportato in italia, si fa futurista. Rigoni torna ad essere se stesso. Le sue telefonate ai teatri romani in cerca di una produzione sono di una irresistibile comicità. La vita, come Warhol dimostra, è dura.
Ma, come Rigoni rivela, mai abbastanza perché non la si possa prendere per il collo, deriderla fino allo scherno, cioè fino alla sopravvivenza".
Uno spettacolo da non perdere assolutamente, una perla di divertimento surreale con un attore-artista che, un tempo devoto di Carmelo Bene e suo appassionato seguace nella ricerca sulla phonè, ha ormai raggiunto la piena maturità.
Ingresso 8 euro. Posti limitati. Si consiglia la prenotazione.