Di Barbara Cremoncini
Firenze- Microimprese che fanno della piccola dimensione un punto di forza, che hanno imparato a fare squadra mettendo in comune funzioni e servizi, realtà tradizionali che puntano su prodotti nuovi e vincono la sfida del mercato, società ad alto contenuto tecnologico competitive a livello internazionale, enti e aziende pubblici che hanno saputo aprirsi ai cittadini e rendere più efficienti assistenza agli anziani, tutela della salute, gestione dei rifiuti. E ancora: territori che scoprono vocazioni e risorse proponendosi a modello di rispetto dell'ambiente e promozione del turismo e dell'artigianato.
Sono solo alcune di quelle che, in gergo, si chiamano buone pratiche: esempi virtuosi di cui la Toscana è ricca e che, a dispetto della crisi in atto, ci parlano di una regione che ha tutte le carte per uscire dal tunnel e, soprattutto, per uscirvi più forte e mo derna di come ci è entrata. Non è un generico invito all'ottimismo ma uno studio documentato quello che l'Istituto per la programmazione economica in Toscana propone oggi sul tema, appunto, “Buone pratiche nelle imprese, nei servizi pubblici e nella società”.
Un'analisi preziosa, come ha sottolineato il vicepresidente della Regione nel suo intervento di saluto all'incontro organizzato a Palazzo Strozzi Sacrati, che si inserisce nel percorso tracciato con il progetto Toscana 2020, promosso Regione e Irpet proprio per rispondere all'esigenza di uno sguardo “lungo” sul futuro. Uno sguardo che si pensa oggi di allungare ulteriormente, per arrivare almeno al 2030. Ecco perchè, avverte il vicepresidente, la Regione e le pubbliche amministrazioni, mentre affrontano l'emergenza sostenendo concretamente imprese e cittadini, devono avere la capacità di prospettare politiche in grado di andare oltre la crisi.
I l vice presidente ha sottolineato come l'ideogramma cinese che indica la parola crisi contenga sia il concetto di crisi che quello di opportunità. E' questa la strada che la politica deve seguire, secondo il vicepresidente, perchè la crisi porta un cambiamento che la politica ha la responsabilità di governare e trasformarlo in un modello economico più forte e duraturo. I ricercatori Irpet si sono concentrati sulle realtà di successo, studiandole a fondo con l'obiettivo di rendere queste esperienze il più possibile replicabili e diffuse.
Casi come quello dei Consorzi Sintek e Vera pelle conciata al vegetale, reti di imprese piccole e piccolissime, che hanno messo in comune depuratori e altri servizi con effetti positivi su bilanci e capacità di penetrazione e internazionalizzazione. Ma ci sono anche settori più tradizionali che hanno saputo reinventarsi, lanciando sul mercato prodo tti nuovi. E il caso, citato dai ricercatori Irpet, della Perini Navi, mentre sul versante della ricerca è positiva l'esperienza della Siena Biotech, che opera sul problematico fronte del legame ricerca-impresa.
Ma le eccellenze non si fermano al settore privato. Il vicepresidente si è soffermato sull'importanza delle buone pratiche nella pubblica amministrazione. Fra gli altri, Irpet ha messo a fuoco nel suo lavoro i casi di Fabbrica Europa (cultura), dell'Asl 11 (prevenzione), quello del Parco della Val di Cornia (valorizzazione dell'ambiente) e di Siena ambiente (gestione dei rifiuti ). Le aziende pubbliche, come ha sottolineato il vicepresidente, hanno un ruolo chiave nell'orientare e facilitare l'innovazione del sistema e nel sostegno alla ricerca e al trasferimento tecnologico.
Primo terreno essenziale è quello delle infrastrutture, del miglioramento nei trasporti di cose, persone, informazioni. La Regione è impegnata nel dare u na svolta in questo senso: basti pensare allo sforzo per la semplificazione amministrativa, al sistema di incentivi e premi a favore della sostenibilità sociale ed ambientale, ai sistemi di certificazione, al sostegno alla ricerca sancito oggi anche dalla prima legge regionale in questa materia, alle misure per favorire il superamento del digital divide, alla costruzione di un sistema di formazione più vicino alle esigenze di innovazione e qualificazione delle imprese, al sistema di apprendimento lungo l'intero arco della vita (lifelong learning).
Sono tutti strumenti, come osserva il vicepresidente, per rendere più competitivo, coeso ed attraente l'intero territorio regionale, incrementando i livelli di benessere e qualità della vita di chi vive e lavora in Toscana.
Sono 438 le richieste di sostegno complessive pervenute a Fises in questi mesi. In questo dato si sommano le domande sul plafond piccole aziende, il bando camerale e l’attività ordinaria. «Le necessità sono davvero tante – fa notare Luigi Borri, presidente della Finanziaria Senese di Sviluppo - A questo punto, viste le richieste pervenute, Fises ha già impegnato tutti i propri fondi a disposizione.
Un tema da affrontare anche vista la funzione strategica che la società può giocare per investire in settori ad hoc, come lo sono le energie rinnovabili». Su un plafond di 15 milioni di Euro finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi, secondo le indicazioni dei soci della Fises, 8,5 milioni sono destinati a piccole aziende (industriali, commerciali e agricole e artigiani). Circa 1000 i posti di lavoro salvaguardati nelle piccole e medie imprese grazie al plafond e 250 le domande che saranno finanziate per le piccole aziende.
«Per ogni pratica - sottolinea Borri - si riesce a tutelare la solidità dell’impresa e il livello occupazionale per un numero di quattro-cinque persone.
Un risultato davvero importante per tutto il territorio. Da sottolineare il grandissimo impegno di tutta la struttura operativa di Fises che si è posta l’obiettivo di esaminarne 70/80 al mese».
La parte restante del plafond è impiegata per l’attività ordinaria, di questa fa parte anche il bando della Camera di Commercio per il contributo in conto abbattimento interessi coperto per circa 5,5milioni di Euro sul quale sono 34 le domande arrivate.
Considerando tutti i settori di attività (plafond piccole aziende, bando camerale e attività ordinaria) sono pervenute a Fises 176 richieste, per 15milioni e 390mila Euro, dai settori industria e artigianato.
169 sono le domande arrivate da commercio e turismo per 10.265.000 Euro. Ed ancora, dall’agricoltura sono 81 le domande per 4.960.000 Euro e dai servizi 12, per 1.250.000 Euro.
Entrando nel dettaglio, le richieste complessive pervenute sul plafond delle piccole imprese sono state 380, domande che hanno superato complessivamente i 20 milioni di Euro. 250 sono quelle finanziabili attraverso piccole operazioni (40/50mila euro di media per ciascun intervento).
«A conferma della diffusione della crisi – osserva Borri - va notato che le domande provengono da tutto il territorio senese e interessano tutti i settori con prevalenza di commercio e artigianato che assorbono circa il 70%».
Infatti, commercio e turismo ricoprono una fetta del 38%, per 145 richieste di intervento e complessivi 7.600.000 Euro.
L’artigianato occupa il 33% delle domande: 126 richieste di intervento per 6.600.000 Euro. Ed ancora, l’agricoltura occupa una fetta del 19%: 72 richieste per 3.800.000 Euro, l’industria il 7%, ovvero 26 richieste di intervento per 1.400.000 Euro. Infine i servizi: 3% delle domande, cioè 11 richieste, per 600.000 Euro. Per quanto riguarda il bando della Camera di Commercio, per la concessione di un contributo in conto abbattimento interessi, dal settore industria e artigianato sono 16 le richieste di intervento per 5.170.000 Euro.
Dall’agricoltura, 7 richieste per 660.000 Euro. Dal commercio, 11 domande per 315.000 Euro. Quindi il totale è di 34 per 6.145.000 Euro.
Infine, le richieste sull’operatività ordinaria pervenute sono 8, per un totale di 2.200.000 Euro, dai settori industria e artigianato. 2 sono le richieste, per complessivi 500.000 Euro, dall’agricoltura, 13 domande, per un totale di 2.350.000 Euro, dal commercio e 1 pratica, per 650.000 Euro, dal settore servizi.