Ornella De Zordo è docente di Letteratura inglese presso l’Università degli studi di Firenze e consigliera comunale del Gruppo Unaltracittà/Unaltromondo al Comune di Firenze. Nel gennaio del 2002 è fra i promotori dell’iniziativa cittadina per difendere la democrazia nel settore dell'informazione e della giustizia; da questa manifestazione nasce a Firenze l’esperienza del Laboratorio per la democrazia. Dal Laboratorio per la democrazia nasce nel 2004 Unaltracittà/Unaltromondo. Da allora Ornella De Zordo siede in consiglio comunale nei banchi dell'opposizione ed è voce attiva nella politica cittadina.
Il 6/7 giugno è candidata sindaco della lista che porta il suo nome.
E se i risultati al primo turno evidenziassero che i voti per la vostra lista sarebbero stati necessari allo schieramento di Spini, l'altro candidato di sinistra, per arrivare al ballottaggio?
Rifiuto di rispondere a una domanda che è inutile e provocatoria, perché presuppone una visione della politica che non ci appartiene. Abbiamo deciso di presentarci alle elezioni con perUnaltracittà con una scelta coerente e partecipata, che è l'espressione di nuove pratiche sociali che non sono rappresentabili dai partiti tradizionali.
Basta leggere il nostro programma per comprenderlo. perUnaltracittà pone al centro dell'azione la tutela della salute in una città in cui il sindaco è stato rinviato a giudizio per non avere contrastato adeguatamente l'inquinamento. PerUnaltracittà dice basta al consumo delle risorse mondiali, basta al vecchio modello di sviluppo, basato sul produttivismo e sulla finanziarizazione dell'economia, che hanno provocato l'attuale crisi. perUnaltracittà esprime nuovi stili di vita proposti in maniera esaustiva da intellettuali universalmente riconosciuti, le cui idee, sia pur parzialmente, si ritrovano citate nella politica della nuova nuova Amministrazione USA.
Proponiamo un cambiamento radicale in una città in cui è persino difficile installare pannelli solari sul tetto di casa. La mia esperienza consiliare negli ultimi anni è stata sconvolgente: grazie alle denunce dei cittadini ho raccolto una sequenza sterminata di esempi di malcostume amministrativo, di arretratezza sociale, di miopia imprenditoriale, ma sopratutto l'evidenza di una frattura della relazione tra città e amministrazione, che deve essere ricucita. Il Comune di Firenze deve tornare a progettare il futuro, senza bisogno di snocciolare il solito elenco di grandi opere fini a se stesse, come il sottoattraversamento dei Treni veloci, che esauriscono le risorse e peggiorano la vita di tutti.
Ricominciamo a pensare a quello che ci serve davvero: la manutenzione del patrimonio esistente, strade, scuole, rete idrica, fogne, risparmio energetico. Si calcola che a livello nazionale questa “rivoluzione” potrebbe offrire 350.000 nuovi posti di lavoro. E' prima di tutto una battaglia culturale, iniziata nella legislatura scorsa quando nelle prime settimane in Consiglio Comunale presentai la mozione contro le “Banche armate”.
Negli ultimi anni la preoccupazione principale della Giunta sono state le ristrettezze di bilancio.
perUnaltracittà come interverrebbe? E per quanto riguarda la gestione del personale del Comune di Firenze, la più grande azienda in Toscana?
Cominciamo dai costi della politica, le spese di rappresentanza, le consulenze esterne: da sole ci consentirebbero di recuperare due milioni e mezzo di euro. Negli scorsi anni il Comune di Firenze ha perduto una fortuna in errori progettuali, ritardi, penali contrattuali e progetti sbagliati, come Firenze Mobilità. Non sono sufficienti le risorse? Piuttosto sono state sperperate! Votare per perUnaltracittà significa porre fine alla cattiva gestione pubblica e liberare risorse per un nuovo bilancio comunale, da gestire in forma partecipativa.
Per quanto riguarda il personale, naturalmente vogliamo porre fine alle esternalizzazioni, compresi gli appalti alle cooperative, nelle quali gli stipendi sono inferiori 2/3 a quelli pubblici. E' necessario valorizzare i 5.000 dipendenti comunali, stabilizzare nel medio periodo i precari, riqualificare le risorse interne e recuperare buone relazioni tra loro e la città. Se si va a vedere, complessivamente il gioco delle esternalizzazioni ci è costato più del personale interno, erodendo progressivamente la qualità del servizio pubblico.
Negli ultimi mesi la cronaca politica locale si è trasformata in cronaca giudiziaria: la colpa è di un'opposizione fatta a colpi di esposti in Procura?
Piuttosto, il fallimento della politica fiorentina è da addebitare all'atteggiamento di una maggioranza consiliare vocata all'incomunicabilità.
Faccio l'esempio del Multiplex, il cui cantiere è stato infine sequestrato dalla Magistratura. Abbiamo condotto una battaglia politica per tre anni, fatta di interpellanze consiliari, di mozioni in commissione, sempre senza ricevere risposta, se non un atteggiamento di infastidito sussiego. Alla fine, per evidenziare i dubbi di legittimità, non ci restava che l'appello ai tribunali. Nella tutela dei diritti collettivi il ricorso alla Giustizia è l'esatto opposto della Democrazia partecipativa a cui noi guardiamo.
perUnaltracittà da anni invoca l'ascolto dei bisogni come discriminante. Se l'amministrazione uscente avesse esercitato questo dovere primario saprebbe che Firenze non è una città da ricostruire, magari con un progetto a Nord Ovest vecchio di 50 anni. perUnaltracittà guarda ad altri modelli europei, riduzione dei consumi e recupero dell'esistente.
Qual'è il risultato elettorale minimo che vi attendente?
Almeno il 4,5% dei voti per conquistare almeno un seggio. Per esprimere meglio la coralità delle 30 realtà sociali che formano perUnaltracittà sarebbe meglio ottenere due seggi.
Così non mi sentirei sola a sostenere il peso della legislatura e di un calendario delle attività consiliari che negli anni scorsi mi avrebbe imposto l'ubiquità. Contro la scarsa considerazione per le minoranze dimostrata per cinque anni nella redazione del calendario dei lavori la migliore risposta è una presenza adeguata in Consiglio e pure nei Consigli di Quartiere, dove perUnaltracittà mira ad ottenere almeno un seggio. Abbiamo candidati in tutti e cinque i Quartieri come pure in Provincia dove candidiamo Claudia Agati Presidente.
Come immagina i suoi prossimi anni di attività a Palazzo Vecchio?
Al centro della mia attenzione ci sarà la crisi economica, facendo attenzione a smarcarmi dalla classica dicotomia della sinistra italiana tra lavoro e ambiente, che possono essere sviluppati insieme senza contrasti.
Sempre che si sappiano valorizzare le piccole imprese, la tradizione fiorentina dell'artigianato, il microcredito: insomma economia solidale e difesa dei diritti come l'acqua potabile, che a Firenze è una delle più care d'Italia.
Nicola Novelli