Firenze, 22 maggio 2009- Dopo gli scioperi degli ultimi due giorni, anche oggi si sono rinnovate le astensioni dal lavoro dei pochi dipendenti che ancora non sono stati messi in cassa integrazione.
Inoltre si è verificato un episodio che ha rischiato di far degenerare la già precaria situazione. L’azienda, contrariamente agli impegni presi la settimana scorsa con il Comune di Firenze e la Provincia, ha cercato di mandare altri stampi e attrezzature nello stabilimento Vitrablok a Duchcov, nella Repubblica Ceca.
“Stampi e attrezzature sono determinanti per imparare a produrre in Repubblica ceca i vetro mattoni di qualità che si fanno solo a Firenze,” dichiara la RSU Seves.
La reazione dei lavoratori, cassaintegrati e non, è stata immediata. Nel giro di pochi minuti si sono schierati davanti ai vari punti di accesso allo stabilimento di via Reginaldo Giuliani, impedendo a stampi e attrezzature di lasciare Firenze e rimanendo a presidiare le entrate fino a quando i camion non si sono allontanati. La direzione di Seves giustifica lo spostamento dei materiali tecnici con l’esigenza di rispondere tempestivamente a richieste di mercato che non possono essere differite, tanto più in una situazione di crisi.
A giudizio dei lavoratori, invece, le spiegazioni dell’azienda sono risibili.
“Se non faranno chiarezza al più presto e se non avranno un atteggiamento più oculato tramite i loro rappresentanti dirigenziali in azienda,” dichiara Luca Paoli, segretario generale della FILCEM CGIL di Firenze, “Ergon, Vestar e Athena rischiano di fare una brutta figura, gestendo in maniera scriteriata questa crisi principalmente finanziaria dopo non essere stati capaci di tenere sotto controllo i loro interessi in Consiglio d’Amministrazione nei mesi scorsi e aver lasciato che i costi del magazzino lievitassero a dismisura.
In questa fase,” continua Paoli, “tutti, sindacato compreso, devono avere senso di responsabilità e nervi saldi. Evitando magari di dire una cosa alle istituzioni e farne un’altra il giorno dopo. Così si perde solo di credibilità.” Nel frattempo giunge notizia che Pasquale Viespoli, sottosegretario al Ministero del Lavoro, incontrando alcuni dipendenti di Seves con il candidato a sindaco del Comune di Firenze Giovanni Galli, avrebbe auspicato lo spostamento della trattativa dalle sedi istituzionali fiorentine a quelle ministeriali, assicurando il suo impegno per una rapida approvazione della cassa integrazione straordinaria.
“Forse il sottosegretario non sa quello che dice oppure pensava ad altro, “è il commento del sindacalista della FILCEM CGIL.
“Da mesi i lavoratori di Seves rifiutano la cassa integrazione straordinaria e lottano per avere garanzie occupazionali e tecnologiche e il sottosegretario Viespoli che dice? Invece di impegnarsi per attivare un tavolo al Ministero dell’Industria, con l’intento di salvaguardare un pezzo del patrimonio industriale italiano e impedire una speculazione meramente finanziaria ai danni di centosettanta persone, si schiera a favore delle richieste avanzate dall’azienda e promette la cassa integrazione straordinaria, anticamera del licenziamento! Tutti sanno,” conclude Luca Paoli, “che in vista delle elezioni ogni promessa è lecita, ma le promesse converrebbe calibrarle per prenderli i voti, non per perderli.”