27 gennaio la Giornata della Memoria.
Massa: durante le celebrazioni l'irruzione dei militanti del Comitato per la Palestina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 gennaio 2009 00:25
27 gennaio la Giornata della Memoria.<BR>Massa: durante le celebrazioni l'irruzione dei militanti del Comitato per la Palestina

Firenze– Sterminarono oltre 17 milioni di persone, tra cui 6 milioni di Ebrei, 3 milioni di prigionieri di guerra Sovietici, oltre 2 milioni di Slavi, 2 milioni di Polacchi, oltre 1 milione di dissidenti politici, 200.000 disabili, oltre 15.000 Testimoni di Geova, fino a 15.000 omosessuali, e 500.000 Rom.
Alle 15 del 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, uno dei simboli mondiali dell’orrore e della degenerazione umana. 64 anni dopo, alla stessa ora, gruppi di turisti sciamano, entrando ed uscendo dai ‘Block’ del campo alla ricerca di una risposta a tutto questo.

In maggioranza sono ragazzi. E tra questi anche gli oltre 550 studenti toscani del Treno. Una prima risposta è stampata all’entrata di uno dei ‘Block’, il numero 5, quello che ripercorre le modalità di sterminio. La frase è del filosofo, scrittore e poeta spagnolo George Santayana. “Chi non sa ricordare il passato è condannato a ripeterlo”. Di sicuro una risposta non sta nelle parole che danno il ‘benvenuto’ al campo: “Il lavoro rende liberi (Arbeit macht frei)”. Un crudele inganno, per tantis simi dei suoi sfortunati ospiti.

Prova a dare una risposta anche l’assessore alla cultura Paolo Cocchi, durante la cerimonia di commemorazione della liberazione, davanti al Muro della Morte. Accanto al ‘Block 11’, quello dove venne rinchiuso e trovò la morte Massimiliano Kolbe, il frate francescano santificato che si sacrificò per salvare la vita ad un altro internato, il polacco Francesco Gajowniczek. «Come è possibile che sia accaduto tutto ciò? Lo riteniamo ancora oggi inconcepibile, incredibile, davvero difficile da spiegare», si chiede l’assessore.

«Possiamo oggi, a stento, comprendere le ragioni di una guerra. Ma ancora oggi trovare il perché alla dimensione di questo sterminio resta difficile. Sei milioni di persone uccise, ognuna con la propria storia. Qui la ragione si ferma e prende un senso diverso». Lo scopo del Treno è non tanto riuscire a rispondere al quesito quanto piuttosto fare in modo che il numero più alto di persone visitino questi luoghi e trasmettere ad altri la memoria di un periodo cupo che non si ripeta mai più.

«Vedendo questi luoghi – prosegue Cocchi - possiamo però sapere a cosa può portare un’ideologia di stato. E magari possiamo vaccinarci affinché l’ideologia non sfoci di nuovo nella follia. Questo credo sia il segnale più importante, più che una risposta ai nostri interrogativi. Spero perciò che voi, ragazzi, di fronte ad un coro scandito in uno stadio, di fronte ad un simbolo, possiate capire da che parte stare. Che questa esperienza possa sensibilizzarvi davvero. Le persone sopravvissute a questo inferno sono qui con noi per fare in modo che non si dimentichi».

Durante la cerimonia sono state poi lette da alcuni studenti delle preghiere del religioso e poeta Davide Turoldo, una poesia ebraica ed una preghiera in romanè da parte del rappresentante della comunità rom di Firenze Demir Mustafà. In serata alcuni dei testimoni che hanno preso parte al viaggio, insieme ad Ugo Caffaz, hanno partecipato ad una trasmissione trasmessa in diretta da RTV38 dagli studi della tv polacca Tvn.
“Ebrei e cattolici, rabbini e sacerdoti, suore di clausura e tipografie dentro conventi: nella giornata che ricorda gli orrori dell’Olocausto tornano alla mente storie di uomini di fedi diverse che dedicarono e rischiarono la loro vita per salvare la vita di altri uomini.

Sarà il caso di ricordarlo anche di questi tempi in cui si stanno infiammando di nuovo i rapporti fra ebraismo e cattolicesimo”. Lo sottolinea, in una dichiarazione, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini. “Erano eroi nascosti e silenziosi – prosegue Nencini - ai quali sentiamo il dovere di rendere omaggio proprio in questa giornata, dedicata ad una delle più grandi tragedie dell’umanità. Fra i tanti penso prima di tutto a Giorgio Nissim e Gino Bartali: uno sconosciuto ragioniere ebreo, la cui storia è stata solo di recente rivelata, che a Pisa, con l’aiuto di una rete di sacerdoti cattolici, si trasformò in salvatori di ebrei e uno specialissimo postino, grande campione, autore di vittorie storiche al Tour de France e al Giro d’Italia, che nascondeva nella canna della sua bicicletta i documenti falsi, stampati per tanti perseguitati da suore di clausura in tipografie dentro conventi”.

Nencini conclude sottolineando “l’importanza di un atteggiamento ‘laico’, di tolleranza, dialogo e memoria, per evitare che anche in una giornata come quella odierna le ragioni dello scontro e dell’incomprensione riprendano vigore e forza”.
“Due popoli, due terre, due stati, due libertà. Sono d’accordo, ma in una sede insignita della medaglia d’oro al valor militare nella lotta di Resistenza il termine fascista non ha diritto di cittadinanza”. Così il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, ha replicato alle contestazioni di un gruppo di persone della sinistra radicale, che nel Palazzo Ducale di Massa manifestavano a favore del popolo palestinese e protestavano contro gli arresti alla manifestazione di ieri.

Una breve protesta, che ha ritardato solo di pochi minuti l’inizio della seduta solenne in occasione del Giorno della Memoria. “La Toscana non fu migliore - ha sottolineato il presidente nella sala degli Svizzeri gremita di gente e Gonfaloni – Due campi di concentramento, quaranta campi di internamento, dimostrano che i rastrellamenti ci furono davvero, alimentati da delazioni, tradimenti, calunnie”. Un dramma cui seguì un secondo dramma, quello della guerra civile, con eccidi altrettanto feroci, che si sviluppò parallelamente alla guerra di Liberazione.

“Giornate come questa hanno un senso – ha concluso Nencini – se alimentano iniziative ed azioni, come il treno partito per Auschwitz ed i bambini di Gaza curati negli ospedali toscani. Giornate come queste hanno un senso se non scambiamo il ruolo dei carnefici con quello delle vittime. Giornate come queste hanno un senso se ci fanno conoscere le diversità, che hanno fatto ineguagliabile la cristianità di Occidente, nella quale la libertà deve sostituirsi alla tolleranza”. Le “trappole dei revisionisti” che ogni giorno riscrivono una storia nuova e “lavorano alacremente per trovare una giustificazione anche al più efferato delitto della storia”, sono state al centro dell’intervento del sindaco di Massa, Roberto Pucci.

“Il passato ha bisogno che le nostre celebrazioni lo sottraggano all’oblio, o che almeno contrastino la grande opera di rimozione in atto – ha affermato - Il passato ha bisogno della nostra memoria, perché il passato non si difende da solo come si difendono il presente ed il futuro, e la gioventù chiede di conoscerlo”. “Così come non possiamo negare la verità storica della Shoà ha aggiunto Osvaldo Angeli, presidente della provincia di Massa-Carrara - così non possiamo negare la verità di chi aveva fatto la scelta giusta e chi no, le genti della Resistenza, da una parte e le forze nazifasciste dall’altra”.

“L’orrore ha già vissuto sulla terra – ha concluso – Noi dobbiamo dire sempre e comunque ‘mai più’ a questo ed altri orrori, avendo presente il monito di Primo Levi: ‘è accaduto e può accadere di nuovo’”.
"Un atto vergognoso e incivile - spiega Pollina - inscenato proprio nel corso di una ricorrenza particolare e sentita che il Consiglio celebra, annualmente, con una seduta solenne. È triste, continua Pollina, prendere atto che ancora oggi ci sono associazioni e personaggi che cercano lo scontro e predicano la cultura dell'odio e della violenza.

Forse con troppa superficialità si è consentito una sceneggiata del genere. Per questi motivi - conclude Pollina - ho deciso di abbandonare la seduta in netto segno di contrarietà con quello che veniva gridato nel momento in cui il Consiglio celebrava il ricordo dei morti delle barbarie".
Domani, mercoledì 28 gennaio dalle ore 15.30, Seduta Straordinaria del Consiglio provinciale in occasione della Giornata della Memoria. Interverrà il Vicepresidente dell’ANED Alessio Ducci. A seguire, alle ore 17.00, nella Sala Luca Giordano “E tutto è sempre ora” (T.

S. Eliot), il Concerto dei Nuovi Eventi Musicali per il Giorno della Memoria 2009. Un trio d’eccezione reinterpreta musiche Yiddish e dei grandi compositori ebrei (Messiaen, Schulhoff, Bloch). Accanto al pianista Matteo Fossi ed al flautista Luciano Tristaino, ci sarà Enrico Fink, grandissimo interprete della musica e della cultura ebraica.
Nuovi Eventi Musicali, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Provinciale e la Comunità Ebraica di Firenze, il 28 gennaio alle ore 17 (ingresso libero) nell’intima Sala Giordano di Palazzo Medici Riccardi presentano “E tutto è sempre ora” (T.S.Eliot), concerto su musiche Yiddish e di grandi autori di origine ebraica: Messiaen, Schulhoff, Bloch.

Ad interpretarli, un trio d’eccezione: accanto al pianista Matteo Fossi ed al flautista Luciano Tristaino, Enrico Fink, noto interprete della musica e della cultura ebraica, con all’attivo produzioni e incisioni che vanno dal jazz alla musica contemporanea, dalla musica di strada alla musica sacra; cantante, attore, flautista e corista, definito da Moni Ovadia il suo erede, “un tessitore che cerca di ricucire l’infranto…”. Vite spezzate come quella del compositore cecoslovacco Erwin Schulhoff; vite miracolate come quella di Messiaen, o clandestine come quella di Ernest Bloch: far rivivere la loro musica significa oggi ricordare al mondo intero che la Bellezza e l’Idea, l’amore e l’altruismo non sono stati vinti dalla follia dell’uomo.

I linguaggi usati sono assai vari: Schulhoff attinge spesso alla musica popolare ebraica mentre il linguaggio ironicamente modale di Bloch sembra uno sguardo indietro che Messiaen sospinge invece verso il futuro, il primo ricercando nel timbro del flauto una memoria antica e suggestiva ed il secondo cogliendone l’aspetto onomatopeico. Tre giganti del passato fra i quali si snoda un artista poliedrico e di spessore acclamato come Enrico Fink, fiorentino, autore degli arrangiamenti tratti da melodie di culto originali e proprie dei riti praticati nelle sinagoghe di diverse città italiane.

I Nuovi Eventi Musicali sono un’associazione che continua a guardare alla grande musica d’oggi, convinta della necessità e dell’urgenza di rivolgere lo sguardo, l’ascolto, le menti alle grandi opere maestre di oggi, naturale prosecuzione delle grandi opere maestre del passato.
Saranno gli studenti appena rientrati dalla Polonia con il “Treno della memoria” i protagonisti della Giornata della Memoria 2009 che si svolgerà nell’auditorium dell’Istituto Superiore “F. Enriques” di Castelfiorentino (via Duca d’Aosta) sabato 31 gennaio 2009, con inizio alle ore 11.00.

La manifestazione, promossa dal Comune di Castelfiorentino e dall’Istituto superiore nell’ambito del “progetto memoria” (progetto che contempla appunto fra le sue attività il pellegrinaggio ai campi di sterminio nazisti), vedrà infatti gli studenti portare la loro testimonianza e le loro riflessioni sull’esperienza e sulle visite effettuate all’interno dei principali lager tedeschi come ad esempio Auschwitz-Birkenau, teatro di numerose atrocità e principale luogo in cui fu data attuazione alla “soluzione finale” che prevedeva lo sterminio del popolo ebraico.

Come è noto, la rappresentanza degli studenti dell’Istituto Superiore “F. Enriques” è particolarmente consistente e qualificata. Della delegazione dei comuni del Circondario Empolese Valdelsa infatti, composta da 25 studenti, ben 19 (accompagnati da 3 insegnanti) provengono dalla scuola superiore di Castelfiorentino. Per questo motivo, si è ritenuto opportuno dare voce soprattutto alle loro impressioni. All’iniziativa di sabato, aperta a tutti i cittadini, sono stati invitati i rappresentanti dell’ANPI, ANC, ANCR (Combattenti e Reduci) e altre associazioni di Castelfiorentino.

Interverranno il Dirigente Scolastico, Prof. Giacomo d’Agostino, il Sindaco di Castelfiorentino, Laura Cantini, ed infine Virgilio Rovai in rappresentanza dell’ANED (Associazione Ex Deportati Politici nei campi nazisti) di Empoli. Prevista anche la proiezione di un filmato.

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