Firenze- Funzionario della Repubblica di Salò in Svizzera, tentò di salvare migliaia di ebrei, è morto ieri e Firenze; solo nel 1999 la sua storia inedita venne alla luce. Bruno Kiniger durante l’ultima guerra rivestì il ruolo di incaricato d’affari della Repubblica Sociale Italiana in Svizzera: in questa veste rispose a un appello del Vaticano per far espatriare migliaia di civili detenuti nel nord Italia. Nell’estate del 1944 Kiniger, allora ex delegato commerciale di Salò a Zurigo, divenuto nel frattempo rifugiato politico, tra ogni genere di ostacoli e contrattempi, tentò la prima missione di salvataggio generale di ebrei dai campi di concentramento di un paese dell’Asse su indicazione “riservata” di Papa Pio XII.
L’operazione però fallì nel gennaio 1945.
“La morte di Bruno Kiniger riporta alla memoria una pagina di storia coraggiosa e ricca di slancio verso tanti ebrei costretti nei campi di concentramento”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, ha commentato la morte, avvenuta ieri sera a Firenze, del novantaduenne Kiniger, che durante la Seconda guerra mondiale fu incaricato dal Vaticano di una missione segreta per cercare di salvare 10 mila persone, in gran parte ebrei, dalle deportazioni naziste.
“La vicenda di Kiniger, paragonata a quella del tedesco Oskar Schindler, è arrivata alla ribalta della cronaca un decennio fa grazie allo storico Marino Viganò – ha commentato Nencini – ed è una storia da tramandare alle giovani generazioni, per renderle consapevoli del sacrificio di tanti uomini e donne, che hanno speso le loro vite per la libertà e la giustizia”.