“Uno degli errori, che la storia ci invita a non ripetere, è quello di introdurre barriere protezionistiche per arrestare o rallentare il processo di integrazione economica e finanziaria in corso a livello mondiale”. Lo ha detto Lorenzo Bini Smaghi, membro esecutivo della Banca Centrale Europea (BCE), durante il convegno dal titolo “Dal Fiorino all’Euro. Dialogo sulla finanza internazionale” . L’evento, inserito nell’ambito del Genio Fiorentino e tenutosi oggi in Sala Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi, è stata occasione per fare il punto delle politiche economiche necessarie ad affrontare l'attuale situazione.
"L’esperienza - ha continuato il banchiere fiorentino - dimostra che tali misure sono dannose per la crescita economica e tendono a peggiorare le situazioni di crisi.
La crisi del 1929 fu caratterizzata non solo dall’intensità della recessione ma anche dall’errore di politica economica commesso in quel periodo, che ha consistito nell’elevare barriere protezionistiche per proteggere le economie nazionali dalla concorrenza internazionale”. Per quanto riguarda le turbolenze finanziarie in atto sull’economia mondiale, Bini Smaghi ha detto che "Ci vorrà del tempo prima che gli operatori finanziari recuperino fiducia nella possibilità di far ricorso a fonti di finanziamento stabili e di ridurre il loro appetito per la liquidità.
Alcuni strumenti finanziari rimarranno poco liquidi, fin quando non emergerà l’aspettativa di guadagni in conto capitale per chi li acquista. Non si potrà comunque tornare ai livelli di remunerazione del rischio così bassi come negli ultimi anni. Le aziende di credito dovranno ripensare i loro business model, per valutare meglio le opportunità di crescita in base alla disponibilità di capitale. Ci vorrà del tempo prima che l’offerta di materie prime possa reagire alla domanda in modo tale da calmierare i prezzi”.