Il mercato azionario USA anche questo mese rimane il favorito di Soprarno SGR. Il potenziale apprezzamento del mercato azionario USA è pari al 18,4% in presenza di un premio al rischio pari al 2,90%, sul tasso trentennale. Tale valore è inferiore alla media semestrale (3,19%) e superiore a quella annuale (2,53%). Gli utili aziendali impliciti delle aziende nello S&P® 500 sono in calo del 9,60% dai livelli attuali, valore inferiore sia all'incremento storico dell'ultimo anno (-2,13%) che alla media del dato implicito nel mercato nell'ultimo anno (-3,19%).
Tale valore è inferiore alla media semestrale (3,36%) ma superiore a quella annuale (2,81%). Gli utili aziendali impliciti nel Nikkei 225® sono in calo del 18,54% dai livelli attuali, valore quest'ultimo di molto inferiore al tasso di incremento storico dell'ultimo anno (+2,97%) e del valore medio implicito nel mercato nell'ultimo anno (-15,19%).
Per noi di Soprarno SGR il MERCATO È SOPRAVVALUTATO del 5,7% in presenza di un premio al rischio pari al 3,17% sul tasso trentennale.
Tale valore è inferiore sia alla media semestrale (3,76%) ed in linea alla media annuale (3,58%).
Gli utili aziendali impliciti nel mercato sono a
a -1,47% valore, quest'ultimo, inferiore al tasso di incremento storico dell'ultimo anno (8,04%) e del valore medio implicito nel mercato nell'ultimo anno +0,78%).
- Il mercato azionario preferito è quello statunitense che rappresenta anche l'allocation principale della quota di rischio.
A seguire equity giapponese, Bund 10 anni. Short su mercato obbligazionario USA e short su mercato azionario Europa.
- Il mercato con le aspettative più pessimistiche sulla dinamica degli utili è quello Giapponese, che peró vede ridursi la sottovalutazione. L'unico mercato con una dinamica virtuosa (quotazioni, fondamentali, tassi reali, premio al rischio) è quello Statunitense.
- Rispetto al mese precedente il mercato europeo è tornato ad essere sopravvalutato essenzialmente per un incremento dei tassi reali, non interamente recuperato dal calo del premio al rischio riconosciuto dal mercato ai compratori, unitamente ad un incremento delle quotazioni azionarie, accompagnato ad un calo degli utili attesi.
Eclatante anche la riduzione della sottovalutazione del mercato azionario Giapponese, dovuto anche qui a un movimento del mercato unitamente ad un calo degli utili aziendali ed un incremento corposo dei tassi nominali, non interamente recuperato dal calo del premio al rischio.
Il premio al rischio è tornato ai minimi dal 2004:
Il RIMBALZO È FINITO
teniamoci forte perché la fuga in avanti di aprile, non corroborata da incremento degli utili e diminuzione dei tassi reali, sarà inesorabilmente pagata dagli investitori con cali accentuati delle quotazioni!
Oltre tutto qui il calo degli utili aziendali c’è già stato in termini di aspettative di mercato.
Un mercato senza mezze misure.
Il premio al rischio è ai massimi storici degli ultimi 20 anni a fronte di depresse aspettative sugli utili societari.
Come per gli Stati Uniti, con una ulteriore moderata rivalutazione degli indici.
È quindi svanito uno dei motivi che ci portava a vedere un forte rally del mercato Giapponese, anche se va ricordato che, a nostro avviso, il potenziale calo degli utili effettivi si colloca attorno ad un 5,6% mentre il mercato sconta un calo del 18%.
- Occorre inoltre derivare la curva di domanda aggregata nell'ipotesi che i prezzi non siano più rigidi ma flessibili
- Poiché vogliamo isolare il solo effetto dei prezzi sulla AD manterremo costanti tutte le altre variabili che generalmente la influenzano (spesa pubblica, tassazione, aspettative, etc.)
- Supponiamo di fissare un certo livello dei prezzi P0 e assumiamo che a tale livello dei prezzi venga costruita la curva LM.
Dato lo stock di moneta nominale sarà il livello dei prezzi a determinare lo stock di moneta reale che è dato da M/P
L'inclinazione negativa della nuova AD può essere così spiegata:
- una riduzione di Priduce la domanda di moneta nominale (oppure aumenta l'offerta di moneta reale, il che non fa nessuna differenza)
- il tasso di interesse deve diminuire per mantenere in equilibrio il mercato monetario
- al diminuire di i gli investimenti e quindi Y aumentano
- ne consegue che una riduzione di P provoca un ↑ di Y
- Ogni mutamento, che non sia una variazione di P, che provoca spostamenti delle curve IS o LM determina spostamenti anche della curva AD
- Pertanto spostano la curva AD:
- di spesa pubblica G
- variazioni dell'offerta nominale di moneta (M)
- variazioni nella fiducia dei consumatori (c0)
- variazioni di T
- Se queste variazioni sono di tipo espansivo la curva AD si sposta verso destra e Y aumenta.
Se le politiche sono restrittive e, pertanto, fanno diminuire Y, la AD si sposta verso il basso e verso sinistra
- La funzione dell'offerta aggregata (AS) mostra il valore dei beni e servizi che le imprese di un sistema economico desiderano offrire ai vari prezzi
- Per derivare la curva AS bisogna partire dal mercato del lavoro (come nel modello macroeconomico neoclassico)
- Con prezzi e salari flessibili, muta di continuo il salario reale per avere piena occupazione nel mercato del lavoro
- Date le risorse, se vige la concorrenza perfetta, le imprese hanno interesse a utilizzare tutte le risorse disponibili e producono la massima quantità di output
- La AS sarà verticale al livello dell'output potenziale
- Si noti che con un'offerta aggregata verticale, nessuna manovra di politica economica ha effetti sul livello dell'output.
Se la politica fiscale è di tipo espansivo, la AD si sposta verso destra ma, siccome l'offerta è data, il livello dell'output rimane invariato
- Un aumento dell'offerta di moneta (politica monetaria espansiva), comporta una eguale variazione percentuale nel livello dei prezzi e nei salari nominali, per cui il salario reale, il tasso di interesse reale, il prodotto e l'occupazione rimangono costanti
- La curva di offerta keynesiana ha invece l'andamento opposto a quella neoclassica
- Infatti è fondata sull'ipotesi di risorse produttive disoccupate (involontariamente) per cui l'offerta può variare e rispondere agli stimoli della domanda aggregata
- In tale caso estremo la offerta è orizzontale e spostamenti della domanda aumentano l'output ma non i prezzi
- funzione di produzione: Y = N
- relazione tra costi e prezzi sulla base della regola di mark up
- i salari e i prezzi non si modificano istantaneamente per equilibrare i mercati
- gli spostamenti della curva dipendono da un processo di revisione delle aspettative di inflazione che influenza la determinazione dei salari futuri
- Se l'aggiustamento di prezzi, salari e aspettative fosse istantaneo la AS sarebbe verticale
Offerta aggregata AS Se l'economia produce in Y esiste disoccupazione.
La forza contrattuale dei lavoratori è bassa. I salari sono più bassi e i prezzi sono più bassi (punto B)
In Soprarno SGR, osserviamo come negli Stati Uniti l'economia è stata sottoposta a 2 shock:
dal lato dell'offerta, aumento dei prezzi delle materie prime con spostamento a sinistra della curva AS
dal lato della domanda, crisi sub-prime con spostamento a sinistra della domanda aggregata
La scommessa della FED è che il progresso tecnico che nell' ultimo decennio ha influenzato pesantemente la AS spingendola verso destra e/o il rientro dello shock delle materie prime porti nel tempo AS' a diventare AS''
da E → E' → E'' → E'''
Ecco perchè la Fed non ha paura dell' inflazione pensa e/o che lo shock sia temporaneo e/o che la curva AS del sistema Statunitense sia con una bassa inclinazione.
dal lato dell'offerta, aumento dei prezzi delle materie prime con spostamento a sinistra della curva AS : impatto negativo sul prodotto e incremento dei prezzi.
L'equilibrio è infatti passato da E ad E'.
Probabilmente ritiene che la curva AS in Europa sia talmente inclinata che il sacrificio in termini di calo del gdp sia trascurabile rispetto al vantaggio di un cospicuo abbassamento del livello dei prezzi.
Il livello finale E'' è infatti caratterizzato da prodotto invariato e prezzi in calo cospicuo.
In caso di riassorbimento dello shock l'equilibrio finale può essere E'''.
Ecco perché la BCE di fatto ha oggi tassi interbancari più alti rispetto all'inizio dello shock, non ha paura del calo del prodotto e pensa e/o che la curva AS del sistema sia con una alta inclinazione.
Ma ha ragione la BCE?
SÌ, HA RAGIONE!
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