FIRENZE, 13 GIUGNO 2006- Il PIL toscano, nel 2005, è diminuito dello 0.2%, mentre quello italiano è rimasto sui livelli del 2004. Questo il contesto in cui anche il terziario -che fatto 100 il PIL toscano del 2005 incide per ben il 71.7%- avverte la crisi, con una crescita in termini reali pari soltanto allo 0,3%. Oltre al turismo, fra i servizi privati, si registrano valori positivi soltanto per le attività immobiliari (+0.7%) ed ai servizi legati ai trasporti ed alle telecomunicazioni (+2.6%).
In questo quadro, preoccupante, le esportazioni sono diminuite in termini reali del 2.3% (in Italia +0.4%), nonostante uno scenario esterno non sfavorevole, ed unica spinta positiva si conferma quella proveniente dal settore turistico, con un +6.4% delle spese degli stranieri (contro l'1.1% a livello nazionale); la spesa degli italiani in Toscana segna un +5.1%.
Si riducono ancora gli investimenti (-1%), soprattutto in macchinari (-0.9%) e mezzi di trasporto (-1.9%), mentre restano in crescita quelli in costruzioni ed opere pubbliche (+2.1%). Il settore industriale vede calare la propria produzione del 2.3%; il tessile ed abbigliamento perde il 5.2%, la concia, pelli e cuoio, calzature segnano -3.1% ed il lapideo, e la lavorazione dei minerali non metalliferi in genere, un -3.2%. Perdono in termini di produzione anche settori che in passato avevano retto maggiormente, come la carta ed editoria (-1.6%), la gomma-plastica e la chimica (entrambe -1.4%), i prodotti in metallo (-1%).
Le uniche note positive si registrano nel comparto della meccanica: meccanica strumentale +1.1%; mezzi di trasporto +0.6%. Anche per l'agricoltura, il 2005, è stato un anno segnato da un bilancio nel complesso negativo: - 5.9% in termini di produzione e -13% in valore aggiunto a prezzi correnti.
Le aree di distretto sembrano essere le più sofferenti in questa situazione; in termini occupazionali si registra una flessione della domanda di lavoro attivata di circa 6.700 unità ( -0.4%) in linea con quello medio nazionale, mentre il tasso di disoccupazione è passato dal 5.2% al 5.3%, quindi superiore a quello delle regioni del Nord Italia.
Per il biennio 2006-2007 le previsioni evidenziano una ripresa del ciclo su toni cauti, con una crescita che si dovrebbe attestare attorno all'1%.
Il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato la necessità di avviare rapidamente “politiche efficaci per la ricerca, l’innovazione e il capitale umano” commentando il rapporto Irpet-Unioncamere presentato oggi a Firenze. “Il quadro consuntivo del 2005 e le previsioni non esaltanti per quest’anno quali emergono dal rapporto Irpet – Unioncamere spingono tutti i soggetti del sistema economico della Toscana a compiere uno scatto deciso per rilanciare la crescita”: questo il commento del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, sul rapporto sulla situazione economica della Toscana presentato oggi nella Sala verde di Banca Cr Firenze.
“Siamo troppo lenti rilevano i ricercatori e dobbiamo cambiare marcia”, ha aggiunto Nencini, secondo il quale “occorre avviare il più presto possibile politiche efficaci per la ricerca, l’innovazione e il capitale umano”. Il Consiglio regionale – ha concluso il presidente dell’Assemblea toscana – “è chiamato a un grande impegno per definire cornici normative sempre più adeguate alle nuove sfide della competitività”.
Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini - Presidente di Unioncamere Toscana
"Il quadro economico presentato evidenzia nel 2005 il perdurare di una crisi che coinvolge tutti i settori di specializzazione della regione con particolare riferimento alle piccole imprese artigiane: nel contesto toscano la necessità di un rilancio del "motore" produttivo resta centrale per un ritorno su tassi di sviluppo più sostenuti.
Se il progressivo ridimensionamento della componente manifatturiera può rappresentare per le economie avanzate un sintomo di evoluzione, questo deve essere giudicato tale solo nella misura in cui si accompagni ad un processo di graduale crescita e qualificazione del terziario al servizio dell'intero sistema economico: sappiamo che in Toscana, complici alcune posizioni di rendita o sostanziali situazioni di monopolio legale, questa qualificazione deve ancora essere raggiunta. Il quadro relativo ai primi mesi del 2006 mostra condizioni favorevoli alla ripresa, con una accelerazione degli ordinativi esteri ed una ulteriore positiva novità relativa alla crescita degli ordinativi provenienti dal mercato interno.
I dati lasciano sperare nel prosieguo dell'anno in un graduale rafforzamento della domanda interna che riveste, soprattutto per la piccola e media industria toscana, un peso notevole: sul consolidamento a breve pesa tuttavia l'incognita di una eventuale nuova svalutazione del dollaro, che potrebbe condizionare la competitività di prezzo delle nostre imprese, così come l'aumento dei tassi di interesse a livello europeo dalla BCE. La via da percorrere per agganciare lo sviluppo passa dunque per la rimozione degli ostacoli alla crescita sul fronte della competitività nazionale ed internazionale delle nostre imprese.
Queste devono assumere una dimensione organizzativa tale da poter trarre opportunità concrete dall'emergere di nuovi trend tecnologici e potersi muovere agilmente nel nuovo ambiente competitivo, partendo proprio dall'offerta tradizionale toscana. Questa va sostenuta ed integrata in un sistema di servizi alle imprese funzionale e stabile che permetta di affrontare i temi dell'internazionalizzazione, aprendosi a nuovi mercati di sbocco in termini sia geografici che di prodotto, per presidiare gli spazi che si stanno aprendo nei mercati internazionali in forte espansione.
A questo proposito e in linea più generale si apprezzano gli indirizzi strategici individuati nel nuovo Programma Regionale di Sviluppo dove la qualità, l'innovazione ed il fare sistema vengono individuate come determinanti per il recupero della competitività della Toscana sui mercati mondiali".
«Più che un rapporto annuale, quello presentato oggi dall’Irpet è un bollettino di guerra». Parola del Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi, inorridito davanti ai dati del rapporto sull’economia regionale del 2005 stilato dall’Irpet.
«A parte il terziario che un po’ tira – osserva Bianconi – per il resto siamo dinanzi a un vero e proprio disastro, con un Pil regionale in calo contro il dato nazionale improntato alla stabilità, un export in caduta libera del 2,3 per cento, 9mila posti di lavoro andati persi nell’industria in un anno, una produzione agricola al -5,9 per cento.
Sono cifre da capogiro, che raccontano del baratro in cui l’economia Toscana è precipitata, spinta da una politica che definire miope è dir poco».
Anche perché il disastro era annunciato: «Sono otto anni – ricorda l’esponente di An – che ci sgoliamo ad avvertire questa sinistra che la politica dei distretti si sarebbe rivelata fallimentare, che la crisi era strutturale e non congiunturale e che insomma presto la Toscana avrebbe subito un contraccolpo economico drammatico. E loro ora fanno finta di cascare dalle nuvole, riciclando sul Prs di quest’anno le nostre idee di allora? Qui ci pigliano in giro, altro che.
Fortuna che siamo in democrazia. Da noi esiste il voto: sarebbe ora di usarlo».
Forse in passato ci siamo adagiati un po’ troppo immaginando che la Toscana fosse un’isola felice. Oggi, invece, occorre affrontare con più decisione i nodi strutturali che rallentano lo sviluppo della nostra economia. Tra questi , come già indica il nuovo Piano regionale di Sviluppo, c’è sicuramente la necessità di recuperare fortemente sul versante degli investimenti nel settore manifatturiero e industriale.
Senza una forte industria e un potente settore manifatturiero non ci sono le condizioni per il recupero di competitività del nostro sistema produttivo”. Così il consigliere regionale della Margherita Gianluca Parrini ha commentato il rapporto dell’Irpet sull’economia toscana.