Osteoporosi: nuova molecola, creata da un’azienda di Firenze, strategica nella lotta alla malattia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2007 14:00
Osteoporosi: nuova molecola, creata da un’azienda di Firenze, strategica nella lotta alla malattia

Firenze – Mentre l’osteoporosi si diffonde in Occidente in parallelo al progressivo invecchiamento della popolazione, soprattutto femminile, il mondo della ricerca continua a produrre terapie sempre più raffinate e mirate. Il Ranelato di Stronzio, una molecola di ultima generazione, brevettata dalla società farmaceutica fiorentina Stroder, si sta per esempio affermando per la particolarissima capacità di ricostruire con una doppia azione le ossa logorate dall’osteoporosi: ovvero stimola la produzione sia di nuovo osso, sia di Osteoprotegerina (Opg), una proteina che blocca il processo di erosione delle ossa all’origine delle fratture nelle donne in post menopausa.

Questi exploit del Ranelato di stronzio sono stati oggi al centro di analisi e dibattito nel corso del 7° congresso Siommms che riunisce a Firenze 1500 specialisti italiani di malattie dello scheletro, dai denti ai reumatismi, dall’osteoporosi al metabolismo. Coordinata dall’endocrinologa Maria Luisa Brandi e dal reumatologo Silvano Adami, la sessione ha presentato tra l’altro i risultati, fin qui inediti, di tre importanti studi clinici internazionali, che dimostrano senza ombra di equivoci l’efficacia della molecola.

Allo studio dell’epidemiologo belga Olivier Bruyere, appena pubblicato sulla rivista scientifica inglese Current Medical Research Journal, hanno contribuito Giovanni Carlo Isaia, internista dell’Università di Torino, e Sergio Ortolani, presidente della Lega Italiana Osteoporosi (Lios) nonché direttore a Milano del Centro per le Malattie Metaboliche dell’Osso dell’Istituto Auxologico. Il risultato è che il Ranelato di Stronzio aumenta la massa ossea (misurata con la MOC) e che per ogni 1 % di miglioramento il rischio di fratture del femore si riduce del 7%.

Secondo lo studio del reumatologo francese Christian Roux, al quale ha di nuovo partecipato il professor Isaia, la molecola dimezza il rischio di fratture vertebrali (-47%) anche in donne da poco in menopausa (età 50-65 anni). Infine, per lo studio condotto sempre in Belgio dall’endocrinologo Jean-Ives Register il Ranelato di Stronzio è il primo farmaco per l'osteoporosi con una riduzione del rischio di fratture del femore pari al 43% anche dopo 5 anni di terapia. Sia Isaia che Ortolani hanno partecipato con due relazioni alla sessione Siommms, insieme ad altri noti specialisti come Ranuccio Nuti (Università di Siena) e Carmelo Elio Fiore (Università di Catania), secondo i quali questi ultimi studi confermano i dati di due grandi trials (Soti e Tropos) dedicati al Ranelato di Stronzio: ovvero una riduzione del rischio sia delle fratture vertebrali (-49% già entro il primo anno di terapia), che di quelle non vertebrali, femore incluso (-36% a 3 anni).

“L’aspetto ancora più sorprendente di questa molecola”, spiega la professoressa Brandi, “è che aumenta la produzione di Osteoprotegerina, proteina legata a un recettore, detto rank, che blocca l’attivazione degli osteoclasti, le cellule che distruggono le ossa. Una scoperta che apre alla ricerca sull’osteoporosi scenari inaspettati”. Secondo Ortolani un ulteriore aspetto positivo del Ranelato di Stronzio è che è stato studiato in tutte le fasce di età, pazienti giovani e ultraottantenni.

“La ricerca”, spiega, “si interessa finalmente anche alle donne molto anziane, più colpite dall’osteoporosi e più soggette a cadute, al punto che registrano il 30% di tutte le fratture per fragilità ossea e il 60% delle fratture dell’anca”. Le over 80 sono in costante aumento e determineranno il maggior costo della spesa pubblica, vista l’alta incidenza di fratture di femore in questa fascia di età. “Farmaci come il Ranelato di Stronzio”, ricorda il professore, “sono dunque fondamentali per ricostruire l’osso perduto e proteggere queste pazienti dal rischio di fratture.

Bisogna iniziare il trattamento appena compaiono i primi segni e basta una MOC per stabilire il grado di salute del proprio scheletro”.

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