Pisa – Il panorama italiano dell’osteoporosi fornisce da solo l’idea dell’emergenza sanitaria che accomuna ormai i Paesi occidentali: 5 milioni circa di pazienti conclamati in stato più o meno grave e altri 3 milioni di malati latenti o inconsapevoli. Un fenomeno fin qui quasi esclusivamente femminile, che si sta estendendo ai maschi come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione. Oggi il rapporto donna-uomo e di 3 a 1, con cifre assolute che lievitano di anno in anno insieme alla relativa spesa sanitaria, pari ormai a 600 milioni di euro per i soli costi ospedalieri delle fratture del femore.
“E’ dunque evidente che, senza vaste e immediate campagne di prevenzione, non ci sarà alcuna possibilità di trattare con i farmaci l’enorme numero di malati che si prospetta”, hanno spiegato stamani alla stampa il presidente SIOMMMS Maria Luisa Brandi (endocrinologa dell’Università di Firenze), gli organizzatori del congresso Ombretta Di Munno e Claudio Marcocci (reumatologa e endocrinologo della Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana), e il professor Aldo Pinchera, che a Pisa coordina il Centro Interdisciplinare specializzato in Osteoporosi e Malattie Metaboliche dell’Osso.
Che l’allarme sia giustificato, lo dicono del resto le proiezioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che da qui a 50 anni attribuiscono all’Italia 24 milioni di osteoporotici.
Prevenzione come? Nei vari capitoli del congresso questa indicazione strategica è declinata sotto varie forme, a cominciare dalle relazioni di alcuni tra i più noti studiosi mondiali, lo svizzero René Rizzoli, l’inglese John Kanis, gli americani Dennis Black, Ernestina Schipani, Stewart Silverman.
Circa il potere preventivo di diete e stili di vita appropriati, il congresso fa comunque proprie le raccomandazioni dell’OMS, che all’alimentazione ha dedicato la Giornata Mondiale 2006 dell’Osteoporosi. Appena il mese scorso, del resto, la SIOMMMS ha lanciato due nuove pubblicazioni, Buon appetito osso!, primo ricettario al mondo studiato espressamente per prevenire l’osteoporosi, e Bone Appetit! prodotto dalla International Osteoporosis Foundation.
Prevenzione significa anche contrastare il deficit di Vitamina D (così importante per tener lontana la malattia), che accomuna noi italiani a tante altre popolazioni, a causa di un’insufficiente esposizione ai raggi ultravioletti indispensabili, appunto, per produrre questa particolare sostanza.
Toscana e Veneto sono alcune delle Regioni che negli ultimi anni hanno varato programmi per somministrare Vitamina D agli anziani. I risultati più brillanti in Veneto dove le fratture al femore sono state abbattute del 20%.
Si può fare di più, ha però insistito la professoressa Di Munno, invocando la necessità di uno studio epidemiologico a livello nazionale e programmi adeguati per correggere il deficit vitaminico nazionale. E’ il primo dei due messaggi destinati al governo. L’altro riguarda i rimborsi delle spese sanitarie.
Fin qui concessi solo ai pazienti di provata osteoporosi, dal 2007 dovrebbero beneficiare anche le persone a semplice rischio. Dopo lunghe trattative, la SIOMMMS ha raggiunto un accordo con il Ministero della Salute, ma le difficoltà di bilancio potrebbero rinviarne sine die l’applicazione. “Sarebbe un disastro”, insiste ora il congresso, “Solo aiutando chi è sano a non ammalarsi possiamo fare vera prevenzione e far risparmiare così il sistema sanitario”.