Firenze – Una rivoluzione silenziosa a favore di milioni di italiani si è consumata in questi giorni in materia di osteoporosi. Dopo anni di attesa, il Ministero della Salute ha finalmente aggiornato la Nota 79, ovvero le disposizioni che regolano l’accesso ai rimborsi terapeutici, includendo adesso anche i pazienti che, pur in assenza delle forme conclamate della malattia (fratture), presentano importanti fattori di rischio.
Ne ha dato notizia oggi a Firenze l’endocrinologa Maria Luisa Brandi, presidente della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (Siommms), l’associazione scientifica in cui confluiscono i vari specialisti delle molte patologie delle ossa.
“E’ una svolta importante”, ha spiegato, “L’Italia si allinea alla Francia che ha appena adottato le stesse misure.
In questo settore sono i due Paesi all’avanguardia. Grazie anche alle nuove tecniche diagnostiche, questa novità di ordine economico ci consentirà di fare vera prevenzione. Dio solo sa se ce ne bisogno. Occorre semmai rendere uniformi in tutto il Paese criteri diagnostici e terapie. Su questo argomento, noi specialisti chiediamo di essere consultati. Non abbiamo autorità, ma abbiamo autorevolezza scientifica”. L’aggiornamento della Nota 79 avviene in effetti in uno scenario che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non esita a definire allarmante: solo in Italia l’osteoporosi affligge circa 4 milioni di persone (per tre quarti donne), mentre si stimano in 3 milioni i pazienti latenti o inconsapevoli, oltre ai soggetti che, per cause genetiche, stile di vita e particolari vicende sanitarie, sono più a rischio.
Queste cifre lievitano comunque di anno in anno insieme alla relativa spesa sanitaria, pari ormai a 600 milioni di euro per i soli costi ospedalieri delle fratture del femore.
“E’ dunque evidente”, ha detto la professoressa Brandi, “che senza serie e immediate campagne di prevenzione, non ci sarebbe alcuna possibilità di trattare con i farmaci l’enorme numero di malati che si prospetta. Secondo l’Oms, in Italia saranno infatti ben 24 milioni da qui a 50 anni”.
I benefici della nuova Nota 79 si estendono a 1,2 milioni di pazienti, ovvero 7-800 mila in più di quanti tutelati dalle precedenti disposizioni.
Ognuno risparmierà di soli farmaci 5-600 euro all’anno, cifra ora a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma destinata a essere compensata dalla progressiva riduzione delle fratture e dal conseguente abbattimento degli ingenti costi ospedalieri, nonché dall’introduzione sul mercato di farmaci ‘generici’.
La Nota 79 identifica anche i soggetti ad alto rischio, persone in genere con bassa densità ossea, che si caratterizzano per una serie di fattori favorevoli all’osteoporosi: menopausa precoce, malattie reumatiche, età avanzata, terapie a base di cortisone, familiarità, magrezza, ma anche fumo e alcool.
L’importanza di questi fattori è stata oggetto di numerose ricerche ed è emersa con evidenza anche nel recente congresso nazionale della Siommms (Pisa, 22 – 26 novembre 2006). “Adesso che le spese per la prevenzione primaria sono rimborsabili”, ha detto la professoressa Brandi, “è bene che soprattutto le donne valutino con attenzione questi elementi”.
Contestualmente ai rimborsi, il Ministero della Salute ha peraltro emanato anche i LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza nazionali per la densitometria ossea.
Si tratta di un test che sarà operativo da fine febbraio: è consigliato a tutti i pazienti che presentano fattori di rischio per l’osteoporosi, in particolare alle donne over 65.