Tramvia: nuovo presidio e acqua nel cantiere in viale Morgagni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2007 15:21
Tramvia: nuovo presidio e acqua nel cantiere in viale Morgagni

Firenze, 23 ottobre 2007- Fiotti d'acqua appena la ruspa scava per estrarre uno dei ceppi degli alberi tagliati venerdì scorso in Viale Morgagni. Si ripete quanto accaduto a Luglio nel primo minicantiere. I cittadini sospettano che l'acqua provenga da una falda che, nella precedente perdita, fu inizialmente indicata dagli operai. In seguito, invece, la perdita fu attribuita alla rottura di un tubo dell'acquedotto. "Nell'attesa che sia verificato se la provenienza delle perdite sia veramente dall'acquedotto -affermano dal comitato Stoptramvia- non ci resta che sperare che qualcuno indichi alla ditta appaltatrice gli alloggiamenti dei sottoservizi".
“Il cinema italiano è spesso in crisi ed allora l’amministrazione comunale di Firenze per risollevarne le sorti ha pensato bene di girare una miniserie di 10 episodi con protagonista la tramvia fiorentina”.

Così Guglielmo Picchi commenta l’annuncio fatto dal Comune di Firenze di realizzare una miniserie sulla tramvia e mandarla poi in onda sulle televisioni locali. “Dal momento che l’amministrazione non è riuscita a concludere la linea 1 nei tempi previsti, è indagata dalla procura per il danneggiamento degli alberi storici della prima guerra mondiale, non ha preservato il patrimonio artistico della città e ha garantito una permante congestione del traffico cittadino, adesso si affida alla propaganda per cercare di distogliere l’attenzione dei cittadini dai suoi fallimenti.

Secondo Matulli sarebbe normale spendere il 10% del budget della Tramvia, cioè circa 70 milioni di euro, per spiegare ai cittadini il progetto, credo che sarebbe stato più utile spenderli per fare sottopassi diritti, minore inquinamento acustico ed ambientale, preservare i ritrovamenti archeologici ed una maggiore velocità di esecuzione dei lavori. Anziché dedicarsi al Cinema forse Domenici e Matulli dovrebbero incontrare i cittadini e dialogare con loro risparmiando così i soldi spesi nella miniserie.

La soluzione è a questo punto chiara: Matulli le cui dimissioni sono ormai inevitabili comincia già a dedicarsi alla sua futura occupazione di produttore cinematografico”.
“Già nel 1988 si ricominciò a parlare della tramvia a Firenze, spiega il Presidente dell’API Rualdo Martini, soprattutto in funzione dell'allora mal collegata Scandicci, con un progetto che merita l'appellativo di "sempreverde": pur essendo oggi notevolmente migliorati i collegamenti, il progetto è rimasto immutato da quei tempi! Intendiamoci: siamo più che favorevoli alla realizzazione di un moderno ed ecologico sistema di trasporto, che sia realmente integrato con quanto già esistente, continua il Presidente Martini, ma soprattutto che tenga presente la struttura urbanistica di Firenze, con le sue strade strette ed i suoi numerosi monumenti.

Non ci vogliamo certo sostituire a chi ha progettato (forse troppo "a tavolino") la tramvia, ma ci sentiamo di esprimere alcune considerazioni in merito. Non sempre quanto viene detto circa tempi e luoghi delle linee tramviarie è tempestivo, aggiornato o esauriente: le informazioni vengono "centellinate" nella loro diffusione, lasciando affiorare il sospetto che forse anche gli Amministratori cittadini abbiano le idee poco chiare (esiste una simulazione veritiera dei vari percorsi della tramvia e della loro incidenza sui flussi del traffico?).

La nostra città quanto sarà ancora "verde" dopo il taglio di tutti gli alberi che "ostacolano" le linee (si parla di 300 piante solo per la linea 3)? Certo, saranno ripiantati! Ma quanti anni dovranno passare per ritrovare un aspetto simile a quello odierno? Tutto questo costa, e non solo in termini economici! Ci chiediamo inoltre come mai non sia stato adeguatamente valutato, e se lo è stato, come mai non ne è stata data informazione del progetto realizzato e presentato alcuni anni fa dall'Università di Firenze (meno invasivo).

Per costruire la linea A della metropolitana di Roma furono impiegati più di trent'anni: ma in quel caso si trattava di un percorso quasi tutto in galleria e che aveva a che fare con resti romani noti e ignoti. Dovremo aspettare anche noi il 2018?”

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