Firenze, 17 Gennaio 2007– Un invito alla Giunta regionale affinché sia predisposto “un atto di indirizzo generale” che indichi con chiarezza “le modalità di attuazione degli obiettivi previsti dal patto Governo – Regioni, e a predisporre “una relazione sulle modalità di attuazione delle azioni previste dal Psr” circa la riorganizzazione del sistema di emergenza ed urgenza. È quanto prevede la mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale al termine del dibattito sui ticket sanitari innescato da due interrogazioni: una presentata dalla capogruppo del Prc, Monica Sgherri, e l’altra dalla consigliera Anna Maria Celesti (FI).
La mozione approvata, presentata dal gruppo del Pdci, ha recepito un emendamento presentato dai Ds che impegna la Giunta regionale ad adoperarsi “affinché siano modificate le norme della Finanziaria” che prevedono “il pagamento di una quota fissa di 10 euro a ricetta” e, in secondo luogo, “affinché siano riviste le norme che regolano la compartecipazione dei cittadini al servizio sanitario nazionale, ispirandosi a criteri di salvaguardia delle fasce deboli della popolazione” e di chi è affetto da patologie più gravi.
Respinte, invece, altre tre mozioni, presentate, in maniera distinta, da Forza Italia, An e Udc.
Tutti – aventi diritto all’esenzione e non, bambini e non, anziani e non, pazienti cronici e non – dovranno pagare il ticket di 10 euro se definiti codici bianchi quando si recano al pronto soccorso. Così ha deciso oggi l’aula del Consiglio regionale bocciando la mozione con cui Alleanza Nazionale – primo firmatario il componente della Commissione sanità Marco Cellai seguito dal Capogruppo Maurizio Bianconi e dai Consiglieri Andrea Agresti, Marcella Amadio, Giuliana Baudone e Roberto Benedetti – chiedeva alla giunta di «sospendere l’operatività dei provvedimenti sul ticket-codici bianchi in attesa di un chiarimento complessivo su tutta la materia» e di «garantire comunque le fasce più deboli, rispettando i diritti all’esenzione».
L’assessore alla Sanità, Enrico Rossi, è intervenuto avviando dibattito sui ticket introdotti in materia di sanità pubblica, dalla Finanziaria del governo, oggetto di due interrogazioni presentate da Forza Italia (prima firmataria Anna Maria Celesti) e Rifondazione Comunista (prima firmataria la capogruppo Monica Sgherri) e collegate a quattro mozioni. Rossi, riguardo ai 10 euro previsti su ogni ricetta, ha chiarito che essi dovrebbero assicurare 820 milioni di euro circa per il Servizio sanitario nazionale, e 50 per il servizio sanitario regionale della Toscana.
“La responsabilità di questi provvedimenti – ha chiarito Rossi – ricade interamente sul Governo, e dovrebbe contribuire alle entrate per circa 2 miliardi, che si sommano ai 96 del Fondo sanitario nazionale: il governo ha promesso alle Regioni maggiori entrate o minori spese”. Per l’Assessore, tuttavia, vi è un’incongruità che andrebbe rivista: è quella per cui “alcune importanti prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale rischiano di finire fuori mercato e di rendere più conveniente rivolgersi alle strutture private”.
“Sono certo che il Governo non vuole questo – ha proseguito l’Assessore – ma è necessario che provveda a questa incongruità, tenendo fede all’impegno di aumentare di 820 milioni le entrate che sono in Finanziaria”. Secondo l’Assessore “è opportuno rivedere il sistema delle compartecipazioni: le Regioni – ha detto – sono disponibili a discutere con il Governo”. Rossi ha ricordato al riguardo sia il decreto ministeriale del ministro Livia Turco (n.109) per l’individuazione del reddito allargato, sia il decreto 194 del 1998, dell’allora ministro Rosy Bindi che, ha detto l’assessore, “provava a dare ordine al sistema delle compartecipazioni”.
Minore rilevanza, secondo Rossi, ha la questione dei 10 euro richiesti per le prestazioni non urgenti al Pronto Soccorso (i cosiddetti “codici bianchi”). In questo caso, infatti, non c’è nessuna urgenza: “noi abbiamo pensato che fosse comunque opportuno dare risposte al cittadino che si rivolge al Pronto Soccorso, destinando i 10 euro chiesti all’apertura di un ambulatorio con un medico destinato a rispondere alle richieste dei cittadini che avrebbero potuto trovare le risposte gratuitamente anche presso i medici di famiglia”.
Secondo l’assessore, “o si applica la disposizione in Finanziaria che prevede 25 euro per i codici bianchi dei cittadini non compresi nelle categorie esentate, o si applica la delibera regionale che si configura come una misura sostenibile, visto che non ci sono state riduzioni negli accessi là dove è stata applicata”.
Anna Maria Celesti (Fi) ha definito le parole di Rossi “sorprendenti in senso negativo”. “In Toscana, negli ultimi anni – ha proseguito – si è proceduto a chiusure degli ospedali, riduzione dei posti letto e di giorni di degenza nelle strutture ospedaliere, senza creare sul territorio strutture di compensazione capaci di dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini”.
La capogruppo del Prc, Monica Sgherri, si è dichiarata d’accordo con Rossi sulla eventualità che la Regione svolga un ruolo promotore in sede di conferenza Stato-Regioni per rivedere il meccanismo della compartecipazione, considerando “ineludibile il tema dell’equità sociale”. “E’ certamente più iniquo – ha detto – non chiedere i 10, 15, 25 euro di ticket a una persona benestante che rientra nella categoria di esenzione (sopra i 60 anni, ndr) e chiedere gli stessi 10, 15, 25 euro a una persona di 30 o 40 anni disoccupata che non rientra in nessuna fascia di esenzione”.
Infine, Sgherri ha espresso come “punto di maggior preoccupazione” per il ticket per i codici bianchi applicato anche ai minori, e specialmente ai bambini in tenera età.
Marco Cellai (An), ha citato dichiarazioni comparse sulla stampa del capogruppo della Margherita Alberto Monaci, secondo le quali il ticket unico si configura come una “gabella insostenibile” e ha quindi denunciato che una delle mancanze della politica sanitaria regionale è che “i punti di primo soccorso sul territorio non sono stati fatti”.
Cellai ha insistito “per la garanzia di salvaguardia delle fasce più deboli”, chiedendo a Rossi “di sospendere l’operatività dei provvedimenti sui ticket, in particolare per i codici bianchi, in attesa della revisione del disciplinare regionale”.
La consigliera diessina Rosanna Pugnalini ha richiamato i concetti di “sostenibilità e appropriatezza”. “Da una parte - ha detto - occorre contenere gli accessi impropri alle strutture di Pronto Soccorso, dall’altra c’è la necessità di non rimandare nessuno a casa”.
Pugnalini si è dichiarata d’accordo per impegnare la Giunta ad adoperarsi con il Governo per modificare le norme in Finanziaria sui 10 euro a ricetta, che rischiano di collocare fuori mercato una serie di prestazioni presso il Servizio sanitario pubblico.
Marco Carraresi (capogruppo Udc) ha evidenziato che “mentre si chiede ai cittadini di pagare un ticket sui codici bianchi, non si agisce per creare sul territorio dei servizi efficienti, per imporre ai medici di famiglia la effettiva disponibilità, per mettere in piedi un servizio di guardia medica degno di questo nome”.
Anche Carraresi ha evidenziato il rischio “della fuga verso il privato” insito nella disposizione del governo centrale che ha inserito la “gabella” riferita alla quota ricetta, “tornando indietro nel tempo, e facendo impennare il costo delle prestazioni”.