Nel ventunesimo secolo il lavoro manuale è svanito o è solo diventato invisibile? “Workingman’s Death”, lo straordinario documentario dell’austriaco Michael Glawogger, offre due ore di immagini di rara potenza per rendere visibile un mondo oggi completamente ignorato, quello degli operai. Il film verrà proiettato all’Istituto Stensen di Firenze (Viale Don Minzoni, 25) martedì 28 novembre alle 21 come anteprima della 47esima edizione della rassegna documentaristica “Festival dei popoli”.
L’evento anticipa il workshop con il regista offerto dal festival, che si terrà nei giorni 30 novembre, 1 e 2 dicembre (le iscrizioni scadono domani, martedì 28 novembre, e potranno effettuarsi direttamente allo Stensen durante la proiezione).
“Workingman’s Death”, un viaggio nel lavoro attraverso “le latitudini della fatica”, si apre in Ucraina, dove negli Anni '30 i minatori sovietici tentavano di emulare il record di Stachanov: ora nei pozzi della miniera di carbone abbandonata ci sono gli "Eroi" (il titolo del primo capitolo) della nuova Russia, tre disoccupati che cercano di sopravvivere.
Seconda tappa è l'Indonesia, sul cratere del vulcano Kawah, da dove centinaia di «Fantasmi» trasportano a valle pezzi di zolfo incandescente con carichi pesanti dai 70 ai 100 kg. In Nigeria va in scena una sanguinosa mattanza di capre e tori destinata alla vendita sul posto: i lavoratori di Port Hancourt, veri «Leoni», scuoiano e tagliano con frenesia. Con «Fratelli» si giunge in Pakistan, dove poveri musulmani rottamano vecchie petroliere con mezzi arcaici, mentre in un’acciaieria della Cina del boom economico prevale la speranza di un «Futuro» capitalistico.
L’ “Epilogo” è ambientato in Germania, a Duisburg, con un ex altoforno trasformato in parco giochi. Un presente che vuol essere futuro.