Acqua: respinta in Consiglio regionale la proposta di ripubblicizzazione

Redazione Nove da Firenze
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22 novembre 2006 14:24
Acqua: respinta in Consiglio regionale la proposta di ripubblicizzazione

Firenze, 22 Novembre 2006- Non passa in Aula la proposta di legge di iniziativa popolare, corredata da oltre 42mila firme, che chiedeva la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Hanno votato a favore Prc, Pdci e Verdi, contro Ds, Margherita, Udc, Forza Italia, An e Sdi.
Il documento, articolato in dieci punti, toccava temi definiti dalla maggioranza dei consiglieri “importanti e sui quali occorre continuare a discutere”. Tra questi, il comitato promotore focalizzava l’attenzione sul come “pubblicizzare” la gestione, garantendo il 100 per cento della proprietà pubblica, come assicurare strumenti innovativi di partecipazione e controllo da parte dei cittadini, come tutelare meglio un bene prezioso e strategico come l’acqua, come raggiungere l’obiettivo del dimezzamento dei prelievi per uso non potabile e del riciclo completo delle acque reflue o del recupero dell’acqua piovana.
A sostegno della proposta di legge, si è espresso il gruppo di Rifondazione comunista, che ha precisato come sull’acqua sia cambiato in questi anni il modo di pensare, grazie ad una nuova consapevolezza, secondo la quale il governo mondiale dell’acqua non può essere affidato alla legge di mercato.
Il gruppo Ds ha evidenziato come proprio il terreno della nuova legge sui servizi sia “il terreno migliore sul quale dibattere e sul quale far confluire le importanti richieste avanzate dalla proposta di legge popolare”.
Per i Verdi, il dato concreto è che l’acqua è entrata in una logica privata con clausole micidiali.

E invece la logica deve essere pubblica proprio per evitare le micidiali applicazioni in ambito locale che producono disparità di tariffe fra diverse zone della nostra regione. Il gruppo ha anche proposto di riportare il provvedimento in commissione.
Secondo An, invece, la ripublicizzazzione del servizio idrico appartiene ad una delle amenità che la politica sloganistica utilizza per affermare un concetto che già esiste: l’acqua è pubblica e non è mai stata privata. Ciò a cui tendere è la vera industrializzazione del sistema, la sua liberalizzazione con una forte regolazione e controllo pubblico anche attraverso autorità indipendenti.
Per Forza Italia, “si scontrano due scuole di pensiero, quella del libero mercato, e quella della quantità minima di acqua, vestiti o riscaldamento che la storia ha condannato”.

Il gruppo azzurro ha poi proposto di intervenire invece sulle fasce sociali più deboli, con agevolazioni tariffarie. Ma il suo ordine del giorno è stato respinto dall’aula.
Per il gruppo Udc il documento, così come è stato articolato, “rappresenta un passo indietro rispetto alla legge Galli” e “non è rappresentativo degli oltre tre milioni di cittadini toscani”.
Secondo la Margherita, in Toscana la gestione dell’acqua ha sicuramente dei problemi ma è un bene comune e un patrimonio naturale da consegnare alle generazioni future.

Il gruppo si è detto favorevole a inserire nella nuova normativa uno strumento di partecipazione degli utenti e dei cittadini consumatori, di controllo e di monitoraggio dell’uso dell’acqua e delle gestioni.
Per i comunisti italiani, si sta chiudendo la porta in faccia a chi ci chiede la partecipazione alle scelte che sono rilevanti per la collettività: è necessario, qui come su altri temi, tornare all’equità, alla solidarietà, alla considerazione degli interessi reali della gente.

“Sull’acqua la maggioranza regionale va a fondo.

Sui servizi pubblici, ed in modo particolare sulla gestione del ciclo idrico integrato, la sinistra toscana non ha una visione unitaria né tanto meno condivisa. Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani contro DS e Margherita. Forza Italia è per l’introduzione delle regole della concorrenza, con specifiche ed incisive tutele per le fasce sociali più deboli, anche nella gestione di tutti i servizi pubblici in favore di tariffe più basse e di una migliore qualità del servizio. La storia ha dimostrato che solo il mercato, moderato da interventi di tipo sociale, può assicurare tutto ciò.” Così il Presidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Dinelli sulla bocciatura della proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da oltre 40.000 cittadini toscani, e sostenuta anche da esponenti regionali dei DS, di Rifondazione, PdCI e Verdi. “Ma il voto ideologico tra le due fazioni della sinistra toscana ha finito per affossare anche l’Ordine del Giorno presentato da Forza Italia che proponeva l’introduzione di tariffe agevolate per le fasce sociali più bisognose e più deboli.

Una proposta – continua Dinelli - di pura equità sociale e di alto valore umanitario che questa sinistra ha ritenuto di affossare, con l’astensione di Verdi e Comunisti Italiani (nuova frattura nella maggioranza), per semplici ragioni strumentali ed ideologiche, solo perché – attacca l’azzurro - Forza Italia si è permessa di intervenire in difesa delle fasce più bisognose; una classe sociale che DS e Rifondazione ritengono ‘casa propria’.” “Ancora una volta la lotta politica a sinistra finisce per penalizzare le famiglie più povere che, – conclude Maurizio Dinelli - con l’introduzione delle ATO e delle società di gestione uniche volute dalla stessa sinistra, sono costrette, come tutti gli altri cittadini, a pagare tariffe rincarate anche del 400%.”

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