Da dove nasce l’idea di Europa? È una risposta radicale alle due guerre mondiali che l’hanno insanguinata nel corso del secolo XX, oppure affonda le proprie radici in un passato più lontano?
E’ per trovare una risposta a interrogativi come questi che Il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux e l’Istituto Universitario Europeo hanno organizzato per i giorni 17-18 novembre prossimo un grande convegno internazionale sul tema La parola Europa. L’iniziativa riprende quella che è ormai una tradizione per il Gabinetto Vieusseux curatore nel 2001 del convegno La parola Italia, ideato dall’allora Presidente Enzo Siciliano, e nel 2005 de La parola Democrazia (vi parteciparono da Massimo D’Alema a Gustavo Zagrebelsky a Paul Ginsborg).
I problemi che riguardano l’unità europea, oggi che il processo di integrazione sembra arrestarsi di fronte all’opposizione espressa dai referendum popolari di Francia e Olanda, sono di stringente attualità.
È possibile trovare una risposta alla crisi attuale tornando alle origini del progetto europeo, alle motivazioni che spinsero gli ideatori e i padri dell’Unione Europea ad intraprendere quel cammino? È possibile che dentro quell’ispirazione fondativa siano racchiuse le indicazioni per riscoprire la necessità storica e la carica innovativa di un’Europa più convincente, più matura, più capace di rispondere alle sfide che il mondo globale le propone?
È in questa chiave che è nata l’idea del convegno, dove testimoni, studiosi, politici ricostruiranno le fasi salienti del primo periodo del processo di integrazione (grosso modo compreso tra 1949 e 1956) con un occhio ai problemi attuali: la politica agricola, il ruolo nelle relazioni internazionali, il progetto di costituzione.
L’ordine dei lavori comprende tre mezze giornate e una tavola rotonda conclusiva.
La prima sessione, presieduta da Yves Mény (Presidente dell’Istituto Universitario Europeo), vedrà le relazioni di grandi protagonisti del progetto europeo: Carlo Azeglio Ciampi (Presidente della Repubblica Italiana dal 1999 al 2006, Governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1993 al 1994 e Ministro del Tesoro) dal 1996 al 1999); Valéry Giscard d’Estaing (Presidente della Repubblica Francese dal 1974 al 1981, Presidente della Convenzione Europea durante i lavori di elaborazione del Trattato Costituzionale Europeo); Joschka Fischer (leader storico dei verdi tedeschi, Ministro degli Esteri e Vice-Cancelliere nel governo Schröeder), Jorge Sampaio (Presidente della Repubblica Portoghese per due mandati, dal 1996 al 2006), Costas Simitis (Primo Ministro della Repubblica Greca dal 1996 al 2004), ed Helmut Schmidt (Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1974 all’ ottobre 1982).
È la prima volta che questi leader politici europei, appartenenti a diverse generazioni e a diverse stagioni dell’Europa, si ritrovano tutti assieme – liberi da pressanti e contingenti preoccupazioni politiche – per ragionare sul futuro di una creatura che in modi diversi hanno tutti contribuito a far crescere.
Le successive due sessioni, presiedute da Enzo Cheli e Giovanni Gozzini (Presidente e Direttore del Gabinetto Vieusseux), sono dedicate al contributo di importanti studiosi su particolari aspetti della vicenda europea: Luisa Passerini Antonio Varsori, Nicola Verola, Giuseppe Mammarella, Piero Graglia, Gianluigi Tosato, Girolamo Strozzi, Jacques Ziller e Marcello De Cecco parleranno dell’idea d’Europa nella storia della cultura europea, discuteranno momenti e problemi del processo di integrazione e delle idee e delle persone ad esso più legate, verranno toccati gli aspetti costituzionali e la sfera delle politiche economiche e monetarie.
Conclude il convegno una tavola rotonda dedicata alle attuali difficoltà del processo di integrazione europea e ai possibili modi di uscirne. Alla tavola rotonda, presieduta dal Ministro dell’Interno Giuliano Amato, prenderanno parte Enrique Barón Crespo, Emma Bonino, Bruno De Witte, Antonio Maccanico, Andrea Manzella, Stefano Rodotà e Valdo Spini.
Il convegno è realizzato grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Banca Toscana