Il sistema bancario toscano e le sfide dell'economia globalizzata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 marzo 2006 19:16
Il sistema bancario toscano e le sfide dell'economia globalizzata

Era il del convegno, tenutosi ieri pomeriggio a Firenze.
Il mercato mondiale è cresciuto negli anni novanta a ritmi del 6-7% annuo, ma i maggiori vantaggi si sono orientati verso i paesi emergenti.
Le stime IRPET sulla competitività comparata dei sistemi regionali in Europa collocano la Toscana al 23° posto (la Lombardia è 17°), confermando un solido modello di sviluppo con differenziali da cercare nella struttura produttiva e nella capacità di vendere. È sul primo punto che la Toscana presenta la sua debolezza: se si considera la variazione delle esportazioni negli ultimi 15 anni, la specializzazione settoriale ha contribuito negativamente sull’export finale (-27% in meno rispetto alla media italiana), mentre ancora buona è la capacità di vendere delle imprese superiore alla media italiana (di +24%).

Il risultato complessivo è stato comunque negativo (-4%).
La nostra regione dunque sta attraversando una fase di particolare difficoltà economica, alla cui base vi sono la specializzazione settoriale, la piccola dimensione d’impresa, la carenza di economie esterne positive da infrastrutture e servizi innovativi e la persistenza della polarizzazione degli insediamenti. Ad accentuare le difficoltà concorrono poi le grandi trasformazioni strutturali; i cambiamenti del contesto internazionale, in particolare degli equilibri del commercio mondiale; l’evoluzione demografica che definisce l’insieme delle risorse umane disponibili per lo sviluppo; i processi di trasformazione del sistema produttivo.

IL SISTEMA PRODUTTIVO
Le opportunità del sistema produttivo regionale sono quindi condizionate fortemente dalle sue caratteristiche strutturali.
In Toscana si verifica un processo di terziarizzazione (che coinvolge anche le aree di distretto) piuttosto contenuto (+17,7% contro il + 33% dell’Italia tra il 91 e il 2001) e con forte variabilità di modelli evolutivi, dove hanno assunto un peso sempre maggiore i servizi ad alta rendita, come il turismo.
A questo si aggiunge un’industria che consolida verso il basso i comparti tradizionali: la moda riduce il suo peso sul VA industriale, tra il 1995 e il 2004, dal 31% al 25%, ed un peso sull’export dal 42% al 34%, mentre il peso della metalmeccanica passa dal 23% al 28% del VA industriale e dal 26% al 35% dell’export regionale.

Il settore agroalimentare regionale registra un graduale ridimensionamento nel settore primario (verso il 2%), con specializzazione in settori forti e in rafforzamento (prodotti di qualità agroindustriali) ed un peso sull’export cresciuto, tra il 95 e il 2004, dal 4% al 6%, così come quello del VA è salito dal 14% al 16%.
In definitiva emerge un quadro evolutivo del sistema produttivo di graduale terziarizzazione, di crescita lenta, dove le criticità principali sembrano stare in una tradizione manifatturiera di piccole imprese che stenta ad innovare e a favorire di economie di scala e di scopo.

Difficoltà che si trasferisce anche sul sistema terziario, meno innovativo che altrove.
In questo quadro evolutivo toscano il modo di far impresa oggi è molto simile a quello di 20 anni fa, e così, mentre in Lombardia, Veneto ed Emilia si sono registrati importanti segnali di cambiamento anche se molto diversificati tra loro, nella nostra regione le imprese manifatturiere sono rimaste molto simili a com’erano negli anni ’70, con un ridimensionamento industriale in termini di addetti registrato soltanto nelle piccolissime e nelle più grandi imprese, validando l’idea di un’ulteriore selezione delle componenti più solide e meno marginali del sistema, e mostrando allo stesso tempo come stenta ad attecchire un radicamento di imprese maggiori.


Le imprese sono dunque piccole e sottocapitalizzate (lo sono spesso anche le maggiori), hanno un elevato livello di indebitamento bancario (anche il Veneto) ed un’articolazione per forma giuridica che limita la possibilità di modificare le forme tradizionali di reperimento di risorse finanziarie.
Questo il contesto in cui si muove il sistema creditizio toscano oggi, un momento in cui assistiamo ad una accentuata difficoltà delle Banche a stare accanto agli operatori economici sul territorio visto che negli anni si è privilegiata una funzione essenzialmente finanziaria rispetto ad un accompagnamento dei vari operatori economici nelle loro difficili scelte di come stare su un mercato che cambia di giorno in giorno.

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