E' dei giorni scorsi la pubblicazione del volume (cm 17 × 24, xviii-410 pp. con 158 figg. n.t. e 32 tavv. f.t. a colori € 55,00) nella collana di Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana per Olschki Editore.
Tra i più maestosi edifici ecclesiastici di Siena, la chiesa di San Martino appare, per le sue vicende storiche e lo straordinario patrimonio artistico che ancora conserva, un prezioso laboratorio di ricerca sul patrimonio culturale di questa città: già cardine del sistema ecclesiastico altomedievale senese, la chiesa divenne il naturale riferimento per l’espansione urbanistica nel Terziere cittadino che da essa ancora prende nome. Nella prima età comunale fu affidata dall’episcopato ai canonici regolari di San Frediano di Lucca, che ne ressero le sorti fino al 1523, quando gli agostiniani della congregazione osservante di Lecceto la acquistarono per farne la propria sede più prestigiosa.
Questa lunga e articolata vicenda spiega la presenza di attestazioni artistiche eccezionali: dalle poche – ma significative – sopravvivenze tardomedievali, ai capolavori del primo Rinascimento senese, da Jacopo della Quercia al Sassetta sino a raggiungere, nella prima età moderna, un apice della maniera italiana come la Natività di Domenico Beccafumi. Solo nella seconda metà del Cinquecento, a causa di profonde trasformazioni architettoniche, San Martino, affacciata sulla piazza dei Piccolomini, acquisì un assetto definitivo, dotandosi di tele di artisti celeberrimi, quali Guido Reni e Guercino, e vedendo decorati molti suoi altari secondo i più alti modelli artistici del barocco romano.