"Le modifiche del PNRR approvate da Bruxelles non risolvono i problemi dei piccoli Comuni, questioni sollevate da Uncem sin dal luglio 2020 quando è iniziato in Conferenza Interministeriale Affari Europei il lavoro sul PNRR. La logica municipalista che gli ultimi Governi hanno accettato, fortemente voluta da alcune lobbies e associazioni, per dare tutto a tutti, millantare efficienza, promettere il bello della partecipazione, impedisce accelerazione ed efficacia degli investimenti.
I Comuni rinunciano ai fondi. O non sanno come spenderli, come avviene per gli eccessivi voucher per la digitalizzazione della PA, capaci di sballare il mercato e portare il costo di un sito comunale da 5 mila a 35 mila euro. Come scrive il mio predecessore in Uncem, Enrico Borghi, 'aver lasciato i piccoli Comuni a se stessi, rinunciando a una vera riforma degli Enti locali in grado di assicurare efficienza e rappresentanza - si può fare, in Francia i Comuni sono 36.000 contro i neanche 8.000 dell'Italia, ma sono organizzati in 'comunità di aggregazione' territoriali, 'Communauté de communes', in modo obbligatorio - determina la perdita di investimenti per territori deboli.
In assenza della Politica, pagano sempre i più fragili. E senza le riforme per modernizzare il sistema-Paese, il PNRR rischia di essere una straordinaria occasione perduta'. Uncem ripete da un po' che dobbiamo finalmente affrontare la domanda: 'come si sta insieme', come riorganizziamo dall'alto, in modo duraturo, i Comuni, piccoli e grandi insieme, che lavorano insieme, città e paesi, montagna e zone di pianure. Insieme. E vale per le Regioni, come per per i Comuni. Alla domanda su come ci si aggrega, come si fa insieme, come si agisce in comunità, gli ultimi Governi non hanno risposto.
E così la frammentazione, il municipalismo che ha mosso tutti i bandi PNRR - tranne quello della Strategia delle Green Communities, con 135 milioni di euro, che abbiamo voluto e orientato - il municipalismo logica perversa del tutti contro tutti, non aiutano. Poi è arrivato il Ministro Fitto che ha spostato senza motivo risorse PNRR delle quali non sappiamo ancora modalità di sostituzione e dunque logiche di intervento, in particolare su dissesto idrogeologico e piccole opere comunali.
Regnano dubbi e incertezza anche su appalti e interventi avviati dagli Enti locali. Se i Comuni lavorano da soli, sul PNRR in particolare, si va poco lontano. Insieme, nella logica sinodale che stiamo affrontando, si è vivi e si spendono bene risorse alle quali oggi i Comuni rinunciano, o non sanno come fare a spendere. E andranno in crisi. Perché è impensabile spendere 200 o 300 mila euro, o più, nei Comuni con meno di 5 mila abitanti, e aspettare un anno prima che Roma rimborsi la cifra spesa.
La Politica abbia la forza di fare riforme. Dall'alto. Dallo Stato, chiedendole alle Regioni anche con un potere sostitutivo. Registriamo mancanza di sussidiarietà e di riforme. Un modello istituzionale più moderno, dalle Regioni ai Comuni, va costruito nella logica comunitaria, nell'insieme, nel favorire dialogo, lavoro congiunto, fiducia e stima reciproca. Anche questo deve fare la Politica, frenando ogni logica municipalista, che serve a nulla, vanifica gli investimenti, frena ogni sviluppo" afferma Marco Bussone, Presidente Uncem.
Il progetto ”Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”, approvato dal comune di Massa a Marzo 2021, è stato ammesso tra quelli finanziabili dal PNRR (Missione 5, Componente 2, investimento 2.3) nel Luglio del 2021 dopo aver ottenuto un punteggio tale che lo ha fatto rientrare nei 159 progetti ammessi.
Due sono stati soprattutto i criteri che hanno determinato un punteggio più alto rispetto ad altri progetti:
Approfondimenti
1) "il bilancio zero del consumo di nuovo suolo" (nessuna nuova ulteriore edificazione) con 3 punti su 4
2) "il recupero e la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici ovvero recupero e riuso di testimonianze architettoniche significative, anche se non direttamente vincolate" con 4 punti su 4
Questo progetto però è stato rimodulato dall’amministrazione a settembre 2023, prevedendo la costruzione di nuovi edifici, campi sportivi e parcheggi all’interno del parco, nonché la demolizione di quelli storici.
Alcune associazioni territoriali e gruppi di cittadini si sono allora costituiti in un Comitato proprio a tutela di quell’area pubblica, temendo che il nuovo progetto, non rispettando i criteri iniziali e gli obiettivi generali del PNRR, potesse rischiare un definanziamento da parte dell’Europa.
In generale inoltre il Comitato ha ritenuto che tutto l’impianto progettuale dovesse necessariamente tenere conto della crisi climatica che sta investendo il mondo e che proprio recentemente si è manifestata anche sul territorio apuano. E’ fondamentale quindi che in ogni progettazione vengano previsti strumenti di adattamento e di mitigazione come il bilancio zero nel consumo di suolo e la limitazione ai soli casi strettamente necessari di operazione di abbattimento di alberi.
È per questo che il Comitato si è rivolto a ministero delle infrastrutture, al ministero dell’economia, alla ragioneria di stato e alla corte dei conti, affinché valutino la regolarità di tutto il progetto e affinché eventualmente chiedano il recupero quello precedente che ha invece ottenuto il via libera al finanziamento.
L’amministrazione ha sostenuto, a difesa della rimodulazione del progetto, che gli edifici siano compromessi a livello statico come dichiarato nella relazione tecnica di vulnerabilità sismica effettuata nel 2023.
Il Comitato ha innanzitutto provveduto a verificare la relazione sismica allegata al progetto Pinqua del 2021, nella quale venivano accertate criticità statiche su tutti gli edifici, ma si prevedevano comunque opere di consolidamento e rinforzo che li avrebbero resi nuovamente fruibili e sicuri.
In seguito è stata visionato la relazione di staticità effettuata nel 2023 nella quale invece è stata prevista la demolizione di tutti gli edifici. Il Comitato però ha riscontrato due criticità importanti in questo documento:
- la data di emissione (Luglio 2023) è successiva a quella della progettazione della ditta INTRE (giugno 2023) nella quale in ogni caso giá si prevedevano le demolizioni
- Si riferirebbe esclusivamente all’edificio posto lato mare. E quindi risulterebbe incomprensibile come il progetto attuale possa invece prevedere la demolizione di tutti gli edifici.
Non spetta al Comitato verificare la correttezza di certe pratiche amministrative, ma ritiene invece di voler ribadire la richiesta di recuperare il vecchio progetto, che già era stato ammesso a finanziamento, in modo che il parco e gli edifici possano essere restituiti ai cittadini senza comportare ulteriore consumo di suolo e demolizioni di edifici di valore storico e culturale.