Superato il contestato dimensionamento della rete scolastica, archiviata anche la neve, entra nel vivo il tema delle iscrizioni, vecchie come il mondo ma nuove ogni anno come nuovi sono le ansie e i patemi delle famiglie. Ce la faranno i genitori a conquistare per il proprio figlio l'ambìto tempo pieno oppure la scuola sotto casa? L'esito è incerto ed è legato a concetti oscuri e un po' inquietanti come bacini di utenza e criteri di precedenza. In zone ad alta densità abitativa, in cui le liste d'attesa sono all'ordine del giorno, può succedere che tre fratellini frequentino tre scuole diverse, neppure tanto vicine tra di loro, e allora che fare? Un'idea è visitare il sito, leggere le indicazioni e le FAQ, documentarsi sul contributo volontario dei genitori e, se sussistono ancora dubbi, scrivere ad agetoscana@age.it. "Il consiglio migliore è quello di sfruttare i giorni che ci separano dal 20 di febbraio per raccogliere tutte le informazioni possibili -suggerisce Rita Manzani Di Goro, presidente dell'Associazione Genitori A.Ge.
Toscana- 'Scuola in chiaro', la novità di quest'anno, sembra non funzionare molto bene e allora il primo punto di riferimento è il passaparola fra genitori, mentre per gli aspetti tecnici è indispensabile rivolgersi alla segreteria della scuola o delle scuole che ci interessano, onde evitare sorprese a tempo ormai scaduto. E' un errore comune il pensare che chi presenta per primo la domanda di iscrizione abbia la precedenza: se si rispetta il termine del 20 febbraio tutti hanno le medesime possibilità e risulta spesso favorito chi ha letto con attenzione i moduli forniti dalle segreterie e si è documentato sul tempo scuola, l'offerta formativa, le preferenze e i punteggi stabiliti dal Consiglio d'istituto". Da tenere in particolare considerazione i cosiddetti "bacini di utenza", ossia gli ambiti territoriali in base ai quali ciascuna scuola decide l'ordine con cui accogliere le domande di iscrizione.
Occorre infatti sapere che ogni plesso scolastico ha un suo territorio di riferimento, legato alle zone abitate, alla viabilità e anche alle esigenze del trasporto scolastico, per cui il Consiglio d'istituto può ad esempio riconoscere una precedenza a chi abita in quella zona e poi a seguire a chi abita all'interno dello stesso comune, a chi è domiciliato, a chi ha i genitori che vi lavorano o un familiare (in genere i nonni) che vi abita. Saperlo prima aiuta a giocare le carte giuste, ad esempio per avere il tempo pieno o la scuola vicina ai nonni, e comunque per evitare di passare i successivi tre o cinque anni a combattere con organizzazioni familiari rocambolesche. Fondamentali anche il tempo scuola, dall'infanzia alle medie, e gli indirizzi per le superiori.
Per l'infanzia: la scelta varia fra le 25 ore (solo al mattino), le 40 (mattino e pomeriggio) e fino a 50 ore (dieci ore di scuola al giorno per venire incontro alle esigenze lavorative dei genitori, ma che per bambini così piccoli rischiano di essere molto pesanti). Alla primaria le opzioni sono: 24 ore, 27 ore, fino a 30 ore, 40 ore (cosiddetto 'tempo pieno'); attenzione perché gli ultimi due non sono garantiti, proprio perché più ambiti e anche più onerosi per l'Amministrazione scolastica.
Alle medie 30 ore oppure 36 elevabili fino a 40 ore ('tempo prolungato'), ma solo in presenza di servizi e strutture idonee per le attività pomeridiane e di un adeguato organico dei docenti. La domanda per questi tre ordini di scuola va presentata alla segreteria della scuola primaria, per le superiori invece si presenta alla scuola media di appartenenza. All'interno degli istituti comprensivi il passaggio dalle elementari alle medie è automatico, salvo che la famiglia non scelga di spostare l'alunno altrove. Per le superiori, l'Associazione Italiana Genitori raccomanda di ascoltare il ragazzo e parlare a lungo con lui.
I desideri della famiglia devono passare in secondo piano rispetto alle sue attitudini, per evitare di passare i cinque anni seguenti a rimpiangere una scelta poco accorta. “Una scuola diventa facile quando troviamo quella giusta per noi –ammonisce il Presidente Nazionale AGe, Davide Guarneri- Oggi ci sono corsi professionali di tre anni più due che consentono di arrivare al diploma e prevedono la possibilità di altri due anni di istruzione superiore. Credo vada finalmente superata la distinzione gentiliana tra il liceo, che sarebbe la scuola di serie A, e il professionale, orientato invece soltanto al lavoro".
Un'apprezzata novità di quest'anno è che i ragazzi sono facilitati nel transitare da una scuola a un'altra, purché decidano entro i primi mesi dell'anno scolastico: un modo abbastanza indolore per avere una seconda opportunità di scelta. "Presentata la domanda, inizia quella che potremmo definire una vera e propria lotteria, perché le classi si formano in base alla maggioranza delle richieste presentate per quel singolo plesso o indirizzo -conclude la presidente di AGe Toscana- La strategia migliore sarebbe quella di riunire per tempo tutti i genitori interessati, meglio se su iniziativa di un'Associazione di genitori e con la presenza del dirigente scolastico o di un suo collaboratore, in modo da capire bene tutti gli aspetti della formazione delle classi e orientare una scelta comune.
Un fattore non trascurabile è il numero classi e di insegnanti che saranno assegnati dal Ministero, perché una dotazione inferiore all'aspettativa comporterebbe necessariamente un taglio del numero di classi funzionanti e sul tempo scuola e su questo come Associazione non siamo assolutamente d’accordo". Per rispondere a queste e altre domande, l'Associazione A.Ge. Toscana mette a disposizione un servizio di consulenza sia tramite web, con consigli, FAQ e video consultabili sul proprio sito, sia via e-mail, scrivendo ad agetoscana@age.it (servizio illimitato e gratuito per i soci A.Ge.; gratis limitatamente a una consulenza per anno scolastico per i genitori della Toscana).